senza parole

gridasti soffoco..


Non potevi dormire, non dormivi...Gridasti: Soffoco...Nel viso tuo scomparso già nel teschio,Gli occhi, che erano ancora luminosiSolo un attimo fa,Gli occhi si dilatarono... Si persero...Sempre era stato timido,Ribelle, torbido; ma puro, libero,Felice rinascevo nel tuo sguardo...Poi la bocca, la boccaChe una volta pareva, lungo i giorni,Lampo di grazia e gioia,La bocca si contorse in lotta muta...Un bimbo è morto...Nove anni, chiuso cerchio,Nove anni cui nè giorni, nè minutiMai più s'aggregeranno:In essi s'alimentaL'unico fuoco della mia speranza.Posso cercarti, posso ritrovarti,Posso andare, continuamente vadoA rivederti crescereDa un punto all'altroDei tuoi nove anni.Io di continuo posso,Distintamente possoSentirti le mani nelle mie mani:Le mani tue di pargoloChe afferrano le mie senza conoscerle;Le tue mani che si fanno sensibili,Sempre più consapevoliAbbandonandosi nelle mie mani;Le tue mani che si fanno sensibili,Sempre più consapevoliAbbandonandosi nelle mie mani;Le tue mani che diventano seccheE, sole - pallidissime -Sole nell'ombra sostano...La settimana scorsa eri fiorente...Ti vado a prendere il vestito a casa,Poi nella cassa ti verranno a chiuderePer sempre. No, per sempreSei animo della mia anima, e la liberi.Ora meglio la liberiChe non sapesse il tuo sorriso vivo:Provala ancora, accrescile la forza,Se vuoi - sino a te, caro! - che m'innalziDove il vivere è calma, è senza morte.Sconto, sopravvivendoti, l'orroreDegli anni che t'usurpo,E che ai tuoi anni aggiungo,Demente di rimorso,Come se, ancora tra di noi mortale,Tu continuassi a crescere;Ma cresce solo, vuota,La mia vecchiaia odiosa...Come ora, era di notte,E mi davi la mano, fine mano...Spaventato tra me e me m'ascoltavo:E' troppo azzurro questo cielo australe,Troppi astri lo gremiscono,Troppi e, per noi, non uno familiare...(Cielo sordo, che scende senza un soffio,Sordo che udrò continuamente opprimereMani tese a scansarlo...) Giuseppe Ungaretti