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DONNA - Qualità e difetti di questa creatura dalle sfaccettature di un caleidoscopio.

Post n°46 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da daidafiore
 

IL BENE PIU' PREZIOSO -

Il verdetto del dottore allora era stato inappellabile. Il dottore stesso non aveva il coraggio di comunicare l'esito degli eami alla mamma di Alberto, perchè sapeva che era troppo doloroso e soprattutto che era senza speranza. Infatti la malattia di Alberto, distrofia muscolare, è di tipo progressivo e non guarirà mai, a meno di un miracolo. Oggi Alberto è un ragazzo di diciannove anni. E' seduto su di una sedia a rotelle e non è in grado di muovere gli arti a suo piacere perchè la malattia intacca i muscoli del corpo. Per qualsiasi movimento deve essere aiutato, anche per un piccolo movimento come grattarsi il naso o togliere un capello dall'occhio come capita spesso a ciascuno di noi. I primi sintomi si sono manifestati verso i sei anni quando sua madre, Maria, ha notato che faceva fatica a salire le scale, movimento che aveva sempre fatto naturalmente prima di allora. Ora faceva fatica a sollevare le gambe, dapprima in modo lieve, in seguito sempre più marcatamente tanto che insieme a suo marito decise di consultare un dottore. Dopo vari esami al bambino ed agli altri membri della famiglia, la diagnosi è stata terribile e irreversibile: distrofia muscolare. Il nome come la mallattia è stato  incomprensibile a dire il vero, infatti l'hanno chiesto più volte al medico, fino a che l'uomo, con un misto di pietà e di comprensione è stato chiaro! Inoltre velatamente, ha fatto comprendere loro che, secondo le ultime ricerche, la trasmissione quasi sicuramente è avvenuta per via genetica da parte di madre. Maria ha quindi introitato il dolore più grande per una madre: la malattia gravissima del figlio, causata da lei. Questo pensiero l'ha tenura sveglia per lunghe notti ed ancora oggi non sa capacitarsene. "Come ho potuto, io madre, causare la tragedia di mio figlio?!" Ripensa a quando era piccolo, con il suo ciuffo biondo che gli ricadeva sulla fronte, con i suoi occhi azzurri come il cielo, con il suo sorriso che dava gioia a chiunque lo guardasse, con la sua bontà e con la sua simpatia che trasmetteva involontariamente agli altri. Tutti lo amavano ed i genitori avevano riposto in lui tutte le loro speranze e i loro sogni. Oggi è ancora un bel ragazzo, ma è indifeso e vulnerabile, incapace di vivere da solo per il resto della sua vita che, tra l'altro, non sarà lunga a detta degli specialisti interpellati. A volte lo vede assorto con gli occhi tristi e chissà cosa farebbe per rasserenarlo. Vorrebbe stringerlo al petto e coccolarlo come da bambino, dirgli le frasi più belle e suadenti, invece ha un grande rimorso nel cuore e quando questi pensieri le arrivano di notte all'improvviso, si sente soffocare come se avesse una corda legata intorno al collo. Deve alzarsi velocemente e bere un bicchiere d'acqua per sciogliere il nodo che la opprime, ma poi l'unico suo sfogo sono le lacrime. Lacrime furtive, amare, che invece di rasserenarla la fanno precipitare ancora di più nel baratro della disperazione. Con Aldo suo marito, non c'è più intimità, nè una carezza, nè un bacio, soltanto il tono svelto e pacato di frasi doverose nella quotidianità del presente. "Chissà se nutre del rancore per me?" Si chiede. "In fondo lo costringo a vivere una vita di fatica e di sacrificio che con un'altra donna non avrebbe avuto!" La piaga del suo animo cerca invano di sfuggire al senso di colpa, cercando una qualsiasi blanda giustificazione, ed  aggrappandosi  ai piccoli appigli del ricordo dell'amore che un giorno aveva per lei, alla tenerezza con cui un giorno la guardava, alla dolcezza delle parole d'amore che le sussurrava. Tempi lontani anni luce! Al mattino è la prima ad alzarsi dal letto per preparare tutto ciò che occorre alla pulizia di suo figlio. Spiega gli asciugamani e li pone sopra al radiatore per stiepidirli mentre fuori ancora l'alba non ha colorato l'orizzonte, fa scorrere l'acqua nella vasca dove Alberto resterà a fare l'idromassaggio per circa una mezz'ora, mentre Aldo lo accudisce portandolo di peso dal letto al bagno e viceversa; Maria intanto prepara lasua  biancheria personale che deve essere di un tessuto delicatissimo perchè ogni piegolina crea irritazione alla pelle fragile e delicata di Alberto. Suo marito e lei hanno imparato un mare di accortezze e di precauzioni di cui prima non conoscevano assolutamente l'esigenza. Il fatto ancor più drammatico in questa situazione è che Alberto ha il cervello sanissimo come tutti i ragazzi della sua età. E' bravo a scuola, conosce la musica e compone a memoria delle arie che un suo amico trasferisce sul pentagramma, parla correttamente tre lingue, supera brillantemente gli esami all'Università, purtroppo però non può muoversi a suo piacere. La malattia peggiorerà nel tempo fino al giorno in cui non potendo più svolgere la sua funzione, il cuore che è un muscolo, si fermerà. Maria teme quel giorno e per trovare il coraggio di andare avanti, ogni mattina ringrazia il Signore che glielo ha lasciato ancora un giorno!

 
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