Creato da vittorialopresti il 15/11/2010
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Mi presento con la mia prima, delle tante lettere-denuncia, scritte durante il mio impegno politico-sociale.

Post n°2 pubblicato il 22 Novembre 2010 da vittorialopresti

"Vorrei replicare a quei ragazzi, della III°D del liceo......, in merito ad una loro lettera pubblicata su un quatidiano locale. Piena di belle parole e buoni propositi, ma con un errore di fondo, che non può certo essere attribuito ai ragazzi, bensì tipico di una vetusta generazione, quanto meno nel pensiero, di intellettuali, la stessa che che ha "consigliato" i ragazzi, nella stesura della lettera su citata. Solerte nell'elencare i problemi che affliggono la società Siciliana, omettendone però sistematicamente le colpe, nonchè le responsabilità della stessa. Atteggiamento questo, che agli occhi di un osservatore neutrale ma conoscitore delle problematiche Siciliane, soprattutto degli ultimi trent'anni, rende il popolo Siciliano non credibile di reale volontà di riscatto.

Infatti, cari ragazzi voi che affermate di avere studiato, il fenomeno mafioso, nei suoi aspetti storici, economici e sociali, dovete sapere pure, e questo sui libri non c'è, e i vostri insegnanti non ve l'hanno detto, che la cultura mafiosa non si annida solo nei quartieri degradati delle città siciliane, o nell'animo frustrato di un disoccupato, ma si è letteralmente impersonata in una classe politico-dirigenziale, anche di una certa cultura, che a vari livelli, e nei più svariati settori della vita sociale ed economica Siciliana, sfruttando i diritti-bisogni della gente, come: un lavoro una casa, finanche il diritto di amare e di essere amati, per fare i propri meschini interessi. Non si può certo attribuire un comportamento mafioso, al povero operaio non istruito e con tante bocche da sfamare, il quale non avendo alternative non va tento per il sottile nell'accettare un lavoro presso un'impresa in odore di mafia. Ma piuttosto gli intellettuali dov'erano? Cosa facevano per combattere, se non propio ala mafia, quantomeno la "cultura" mafiosa?

Provate a chiedere, quanti dei vostri insegnanti non hanno fatto almeno una volta, la solita umiliante fila nelle varie segreterie politiche. Sapete cosa andavano a chiedere? Non un futuro migliore, per le nuove generazioni e cioè la vostra. Bensì i più meschini favori e privilegi, come ad esempio: un trasferimento, un passaggio di ruolo, una nomina o il solito posto per i figli. Favori e privilegi  che nella maggioranza dei casi vanivano ottenuti in danno di persone anonime che ne avevano diritto. Il tutto a dispetto di quei principi di giustizia sociale e di pari opportunità, che adesso pretendono d'insegnare a voi. E' vero, era ed è tutt'ora un sistema fortemente radicato, al quale però che pretende adesso di istruirvi, non è stato in grado di ribbellarsi, anzi ha attinto a piene mani!

Naturalmente, non era solo la categoria degli insegnanti ad elemosinare favori nelle segreterie politiche, c'era quella dei giudici, degli avvocati, degli ingegnieri, dei direttori di banca, dei medici, dei dirigenti di pubbliche amministrazioni ecc, ecc. Insomma la così detta "società-civile".

Ebbene si! Cari ragazzi, proprio loro, un'intera generazioni di intellettuali, che dall'alto del loro sapere, conoscendo il fenomeno mafioso nei suoi aspetti storici, economici e sociali, per avere letto gli stessi libri che adasso fanno leggere a voi, avrebbero dovuto vigilare sulla vita politico-sociale del paese, studiandone e denunciandone via via le degenerazioni. Invece fra un seminario di studi sulla vita le opere ed il pensiero di Prandello o di Sciascia, fra un associazione a delinq.... oh! Scusate culturale e l'altra, si sono venduti al migliore offerente, anzi al peggior politico. Per giustificarsi vi diranno, che non sapevano chi fossero in realtà i loro referenti politici ai quali andavano a mendicare i favori. Non lasciate che insultino le vostre intelligenze, sapevano bene che razza di individui erano, e cosa facevano per garantire a loro i privilegi, ed in cambio accapararsi i voti. Roba da rivoltarsi nella tomba per illuministi ed intellettuali come Cesare Beccaria e Gian Domenico Romagnosi.

Nella lettera vi fanno chiedere i soliti finanziamenti della Stato, sottoforma di infrastrutture e servizi, per lo sviluppo e la lotta alla mafia. Sappiete però, che l'esperienza ci insegna che un intero Ministero creato appositivamente per risolvere i problemi del cosidetto "mezzogiorno", non solo non ha risolto i prblemi della gente meridionale, ma la maggior parte del fiume di denaro finanziati dallo stato è andato a finire dritto dritto nella casse della mafia, permettendogli così di compiere quello storico salto di qualità trasformandosi cioè da mafia rurale tale era agli inizi degli anni sessanta, in vero e priprio antistato o parastato, a secondo dei punti di vista. Anche questo sui vostri libri non c'è, lascio a voi dunque ogni riflessione su quanto detto.

Dunque, cari ragazzi a conclusione di questa mia testimonianza avrete sicuramente intuito che quella volontà di rinascita e di riscatto, di cui parlate nelle assemblee, non la troverete sicuramente nè sui libri, nè tanto meno a seguito di ulteriori finanziamenti dello stato, qualoro questi continueranno ad essere gestiti secondo logiche assistenziali e clientelari. La troverete bensì in ognuno di voi stessi, ma solo dopo un'attenta ed reale disamina di quell'intreccio sociale, culturale, economico, politico e mafioso, avvenuto in Sicilia, negli ultimi trent'anni, condizionandone a tutti i livelli lo sviluppo. A voi dunque, l'arduo compito di scrivere quelle pagine di storia siciliana mancante nei vostri libri. Facendolo ne sono certo, riscoprirete e divulgherete l'importanza di quei valori di onestà, dignità libertà e giustizia, per i quali hanno lottato e sono morti servitori dello Stato o semplici cittadini, rei solo di essersi ribbellati e combattutto la peggiore forma di parassitismo che l'umanità abbia mai conisciuto, e cioè la mafia. Alla Prossima! Perchè la lotta è dura, ma la vittoria sarà da sballo!!!!!!!!!!!

 
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Moro

Post n°1 pubblicato il 16 Novembre 2010 da vittorialopresti

Salve! il mio pseudonimo è "Moro", alla perenne memoria del martirio dell' Onorevole Aldo Moro. Là, dove iniziò e lo stesso giorno finì l'utopia della lotta ormata, come mezzo di conquista di diritti inalienabili: quali giustizia e libertà. Allora avevo sedici anni eppure ricordo quel giorno come fosse ieri.

 
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