dalla Massara

ALCIDE DE GASPERI


In occasione dei 150 anni dell'Unità Nazionale, si è accesa la voglia di conoscere, di saperne di più di quei fatti e di coloro che abbiamo imparato a chiamare i ‘Padri della Patria'. Tra costoro, anche se non figura del XIX secolo, ma bensì del XX và riscoperto colui che evidentemente merita essere riconosciuto ‘massimo statista' del secolo appena trascorso e rimarrà sinonimo della rinascita del secondo dopoguerra e degli anni del ben ricordato ‘bum italiano' .Alcide DE GASPERI 3/ 5 Novembre 2001Quella sera di 75 anni fa oQuella sera del 5 Novembre 1926
In un ritratto firmato BeppeMassara L'attentato a Mussolini del 31 ottobre 1926, dal quale il duce usci fortunatamente senza conseguenze, aveva suscitato un'ondata emotiva nel paese e galvanizzato quanti ritenevano ormai chiusa la partita con gli avversari politici.Pochi giorni dopo Vicenza conobbe un'impresa del regime, forse ancora da valutare, se ritorsione o solo manifestazione di forza. Questa volta il protagonista, o meglio la vittima designata, ebbe ad essere addirittura Alcide De Gasperi, già direttore del periodico cattolico " il Nuovo Trentino ", eletto deputato del Parlamento nel 1921, costretto a ritirarsi nel 1924 e segretario nazionale del Partito Popolare Italiano dal ‘23 al ‘25. Il clima politico istaurato dal regime non ammetteva certo l'ombra di opposizione e ben lo sapevano i principali responsabili dei partiti democratici costretti all'esilio come Giovanni Amendola, Pietro Gobetti, Giuseppe Donati, Luigi Sturzo e molti altri.De Gasperi invece si era ritirato con il fratello Augusto nella casa della moglie a Borgo Valsugana. Ma qui egli, la sera del 5 novembre, fu raggiunto da un questurino e da un ufficiale dei carabinieri, i quali col pretesto di sottrarlo a qualche sconsiderata iniziativa fascista, lo accompagnarono con il fratello Augusto al treno che avrebbe dovuto, stando alle parole, portarlo al sicuro a Milano . Giunti però a Bassano, i due ufficiali abbandonarono Alcide e Augusto De Gasperi in balia di una squadra di fascisti che accompagnarono i due fratelli a Vicenza dove il segretario politico Alberto Garelli aveva convocato il direttorio del fascio per indurli a sottomettersi al regime ormai consolidato e a spendere le loro energie al servizio del paese. A tal fine il Garelli li invitò a sottoscrivere una dichiarazione già predisposta in questo senso .Qui Alcide De Gasperi, rispose con fermezza e dignità di non volere firmare alcuna dichiarazione del genere per due motivi: il primo, perché non si può trattare con chi distrugge la libertà; secondo, perché non ci si può fidare di chi non crede nella libertà.Alcuni dei presenti, di fronte a tale determinazione, volevano passare alle vie di fatto, ma Garelli vi si oppose ."Nell'aula - scrive la figlia di Alcide Maria Romana - vi era grande attenzione e silenzio . Voltandosi De Gasperi vide che l'on. Luciano Marzotto, deputato fascista, aveva fatto allontanare i più agitati. Gli altri, sorpresi dalla franchezza e dal tono delle risposte, erano diventati più gentili. L'interrogatorio sembrava finito e Marzotto, con tre amici che facevano ala, fece scendere le scale ai De Gasperi". Questi, finalmente liberi da quel sinedrio, vennero così portati a Valdagno dove, nascosti, trascorsero la notte nella villa dei Marzotto e nel giorno seguente vennero accompagnati in macchina alla stazione di Verona per raggiungere Milano . De Gasperi sarà comunque arrestato nel 1927 e sconterà 16 mesi di prigione, il resto è storia . G.d.M.PS. Testimonianze delle alte capacità e del suo carattere rimangono gli interventi all'Assemblea Nazionale di Parigi del '46 e poi a Washington nel ‘51.  
De Gasperi copertina del 1951 Vedi il video relativo al suo intervento a Parigi del 2 agosto1946