dalla Massara

SHAKESPEARE ITALIANO


Shakespeare, un caso particolareUn piccolo spazio particolare lo dedichiamo a William Shakespeare  che ebbe certamente grande peso nel creare curiosità attorno al paese Italia.  Un contributo giunse infatti dalla vivace Inghilterra, che rivolgerà grande attenzione  alla Letteratura italiana, specie tra  XVI e XVII sec., che sono poi gli anni della Regina Elisabetta I°.   Shakespeare con le sue sedici commedie ambientate in Italia su trentadue totali, scatenò senza dubbio grandissima curiosità e interesse.  Descrisse peraltro talmente bene le situazioni e le atmosfere più tipicamente italiane, come fossero di sua prima conoscenza da far nascere in qualcuno la convinzione e non pochi dubbi a chi scrive, che vi fosse nello scrittore un qualcosa di veneto, anzi di messinese * come volle dimostrare qualcuno convinto essere nato da padri messinesi poi vissuto nel Veneto e quindi trasferitosi in Inghilterra.  
Molti comunque gli studi dal grande commediografo rivolti verso gli autori latini, dell’umanesimo e del rinascimento come Machiavelli e Giordano Bruno in particolare, senza dimenticare il vicentino Luigi Da Porto, quello che (forse) inventò  la storia di Romeo e Giulietta.  Quelle pagine ebbero indubbiamente grande peso tra le tante informazioni che pure giungevano in Inghilterra. C’erano infatti dipinti e incisioni di maestri come Piranesi e dei Vedutisti veneti e romani che vendevano ai grandi collezionisti inglesi capolavori ad olio si tela, ma pure in gran numero erano i più semplici disegni e incisioni fatti per i tanti curiosi e studiosi. Ma tutto questo sembra non essere suficiente a giustificare le tante informazioni e dettagli espressi nelle opere del grande scrittore. Si vuole così pensare che solo una personale presenza sul territorio possa averlo messo in condizione di conoscere tanto bene i luoghi, i caratteri e i dettagli, anche intimi, di un popolo come quello oggetto delle sue messe in scena.Ma allora Shakespeare poteva essere italiano? Il segreto lo abbiamo legato da molto tempo al nome che può bene essere tradotto in italiano Shakespeare ("shake the speare" o "shake speare") in ‘Scrolla la lancia’ oppure forse in Scrollalanza o anche Crollalanza proprio come si vuole il nome di certo Michelangelo Florio di Messina, di religione calvinista nato nel 1564 in piena Riforma quindi.  Tale Florio vittima quindi delle persecuzioni religiose del tempo fugge dalla sua Sicilia via Palermo, Eolie sino a Venezia dove la moglie Crollalanza viene uccisa da un moro. A tale Florio, uomo senz’altro colto, vengono documentate trame anche teatrali da potersi definire molto vicine a quelle ben raccontate da William, che potrebbe aver preso il nome dal figlio dell’oste (già lui Crollalanza ?)che parente della madre morta adottò il giovane ‘siciliano’, gia ben addomesticato nelle lingua, in letteratura e soprattutto nelle storie ‘italiane’. Non dimentichiamo che le fama del grande Shakespeare non è proprio legata ai suoi scritti, ma piuttosto alle sue messe in scena teatrali, come drammaturgo ed attore. Non si dice niente di nuovo ribadendo circa l’incertezza della scrittura dei tanti capolavori che potrebbero essere opera di più mani o meglio delle varie trascrizioni, come siamo giunti a concludere per le opere del grande Omero. Se ‘Troppo rumore per niente’ vien fatta risalire ad una scrittura siciliana ben più antica , così può valere per tante altre trame ambientate a Venezia piuttosto che a Verona.vero è però che a Londra dove avrebbe dovuto studiare e frequentare i Club più prestigiosi non v’è traccia di alcun William Shakespeare, ma vi è invece di Michelangelo Florio. Esperto marinaio dalla lettura dei suoi racconti, ma mai una traccia di un suo qualche imbarco in nave, mentre nessuno manoscritto è mai stato rintracciato.Tanto mi piace questo storia, ma che altro non è se non fogli(e) al vento e poco danno minacciano  a meno che altri documenti magari nascosti possano uscire per raccontare una storia ancora più bella.1564 April 26. Gulielmus filius Johannes Shakespeare” Aetatis 53. Die 23 Ap.” Shakespeare era Italiano? Questa l’incredibile domanda a cui il programma “Voyager” ha tentato di rispondere qualche tempo fa. Come è abituato a fare, Giacobbo ha rispolverato una vecchia contesa ormai risolta da anni. E’ andato a scomodare il povero William Shakespeare sostenendo la tesi che in realtà si trattasse di un certo Michelagnolo Florio, di Messina. La storia della vita di Shakespeare si è formata attraverso un dibattito durato tre secoli. Immaginate quante leggende sono potute nascere intorno ad una figura di cui si sa pochissimo. Ovviamente “Voyager” non ha citato le fonti della biografia ufficiale di Shakespeare, affidandosi al luogo comune che ciò che è ufficiale spesso serve a coprire la verità.  In questo articolo tenterò di dare un’idea delle fonti reali su cui ci si basa per una biografia di Shakespeare.Prima di tutto gli estremi di nascita. “Voyager” afferma che non sono assolutamente certi. Non è vero: ancora oggi nel registro del fonte battesimale della Holy Trinity Church si può leggere: “1564 April 26. Gulielmus filius Johannes Shakespeare”. Ciò stabilisce la data del battesimo però, non quella di nascita che può essere avvenuta anche parecchio tempo prima, come era consuetudine. Ma sul monumento funebre di Shakespeare, nella stessa chiesa, si legge: ” Aetatis 53. Die 23 Ap.” Morto il 23 Aprile all’età di 53 anni. Di solito si è sempre fatto coincidere la nascita con il 23 Aprile del 1564, un po’ per il fascino della coincidenza della data di nascita con quella di morte, un po’ perché il 23 Aprile coincide con la festa di San Giorgio, patrono della gran Bretagna. In realtà sappiamo solo che è stato battezzato il 23 Aprile del 1564 e che è morto a 53 anni. Il margine è questo: Shakespeare non può essere nato né prima il 24 Aprile del 1563, né dopo il 23 Aprile del 1564.Il documento successivo, nel registro episcopale della diocesi di Worcester, risale al 27 Novembre 1582 e documenta la concessione di una licenza di matrimonio da contrarsi “inter Wm Shaxpere et Hannam Whateley de Temple Grafton”. In realtà la sposa di Shakespeare si chiamava Anne Hathaway. Si trattò probabilmente di un errore di trascrizione dello scriba, in un periodo in cui la grammatica inglese non aveva ancora una sistemazione precisa. Sappiamo che Anne Hathaway fu sepolta come “Mrs Shakespeare” a Stratford l’8 Agosto 1623. Era morta due giorni prima.Il 26 maggio 1583 il registro del fonte battesimale di Stratford riporta il battesimo di “Susan, figlia di William Shakspeare”Il 2 febbraio 1585 il registro della Holy Trinity Church segna il battesimo di due gemelli: “Hamnet e Judeth, son and daughter to William Shakespeare”.William viene citato ancora in un documento del 1589, come erede di John e Mary Shakespeare.Ma è del 1592 la testimonianza più importante che ci fornisce elementi determinanti per quanto riguarda l’attività teatrale che William Shakespeare svolgeva a Londra. Lo ritroviamo quindi dopo tre anni, in un’altra città, già affermato nel campo teatrale. Si tratta dell’epilogo del libello A Groatsworth of Wit di Robert Greene, uno dei più importanti prosatori dell’età elisabettiana. L’invettiva dice: “Non è forse strano che io e voi, cui tutti ebbero ad inchinarsi finora, dobbiamo così, tutt’a un tratto, vederci abbandonati? Un villano rifatto di corvo, abbellito delle nostre penne, con il suo cuor di tigre rivestito della pelle d’un attore, crede d’essere buono a dar fiato a versi sciolti come il migliore fra voi, e non essendo nient’altro che un Johannes fac totum, s’immagina d’esser l’unico scuoti-scena (“Shake-scene”) di tutto il paese”. Il riferimento a Shakespeare è quasi certo, sia per il nome (Shake-scene/Shakespeare), sia per la citazione di un verso tratto dall’Enrico VI (Cuor di tigre…). Nel 1592 Shakespeare era dunque attivo, ampiamente affermato e anche temuto, tanto da suscitare una così dura invettiva. Voglio fermarmi qui, per non allungare ulteriormente l’articolo. Il nome di Shakespeare compare ancora nei vari documenti, ma credo di aver dato abbastanza notizie per confutare le fantasiose tesi di Voyager, un programma che mira ad alzare i propri ascolti a colpi di “notizie stupefacenti” e “fatti incredibili”.