dalla Massara

LA PIAZZA


CITTA’ SOSTENIBILE"Quaderni Vicentini", novembre 2014No alla città costruita lungo le strade esistenti e di collegamento, più o meno costruite per accecare gli orizzonti, ma piazze più affollate, strade allegre, parchi, mercati, caffè sulla strada … questi gli spazi aperti:  questa l’utopia. La città dovrà essere sostenibile (cioè autosufficiente) e  stimolante.  “La città deve ritrovare i suoi simboli e la sua Agorà“Mitterand, autore della sua Parigi, dichiarava che l’architettura era il quarto argomento in campagna elettorale.  Barcellona ha fatto scuola per come si è trasformata recuperando e rilanciando 150 piazze. La piazza fu e deve essere la peculiarità più caratterizzante della città italiana, oggi riscoperta e imitata nel mondo.  Apprezziamo tutti lo slogan “impazzire sì per la tecnologia, ma non per la tecnologia impazzita”
La città ad alta densità può essere ed è portatrice non solo di grandi benefici sociali, ma anche ecologici.     Obiettivo deve essere la costruzione di città con rapporti spazio/tempo di percorrenza di 10 -15 minuti, entro cui raggiungere i poli caratterizzanti della città, di quella città compatta che riduce i tempi di percorrenza ebbe a  gridare Richard Rogers  “Queste aride strutture senza portici e monofunzionali, con le loro forme, come uscite da un catalogo non hanno nessun rapporto con il luogo e con gli abitanti” e ancora “trasformare le nostre città in musei si traduce nella mummificazione della società … quando gli edifici hanno priorità sulle persone non otteniamo storia, bensì reperti di antiquariato”.Se i Centri Commerciali hanno condotto alla rovina le città che vivevano del loro mercato, come è già avvenuto negli USA dove sappiamo delle recenti leggi per bloccare lo sviluppo dei Mall.
Era il 1978 quando chi scrive, a Palazzo Negri – Vicenza, propose provocatoriamente di ricostruire le mura della città, o almeno tracciare un segno rosso entro il quale procedere al recupero della città, ricompattandola.Qualcuno ebbe a dire di “Distruggerle per ricostruirle più belle” (come fu per Nerone ) ma dovremo bloccare ogni ulteriore inutile sviluppo centrifugo e tornare a guardare la città storica e ritornargli tutti gli antichi valori, presenze e simboli , ricompattandola e riqualificandola per poi procedere nel tempo con medesimo criterio alla riqualificazione per “sostituzioni” delle attuali periferie .
Oggi per esempio la città di Vicenza dopo essersi guardata dentro e essersi resa conto di avere una città vuota (circa 5750  residenti dentro le mura) dei 50.000 che aveva nel 1951, deve ricompattarsi.Al suo centro ridare le valenze simboliche, di rappresentanza, di vitalità che le erano proprie, ricreando  un sito ricco, diversificato, misto, accattivante, vissuto, da cui far sprigionare le proprie migliori energie per riqualificare poi il suo intorno, magari rimuovendo quello che già chiamammo Ring e quando necessario, richiesto o voluto allargare il così detto Centro Storico, e la città.Quel Centro Storico che và sempre inteso come il luogo dove sì si è fatta la storia (Centro Storico Antico), ma anche là dove si fa e si farà la Storia.