dalla Massara

UN SOGNO PER MARGHERA


da Il Corriere della SeraE´vero, a qualcuno piace ancora sognare. Si avvicina il varo della nuova Legge Urbanistica Regionale e rimane forse solo il tempo per immaginare un futuro dell´intero Nord Est affidato alla forza di un progetto, in cui le aree urbane e produttive siano in grado di soddisfare forma e funzione e il territorio sia salvaguardato e valorizzato  .Le città antiche sono una delle nostre ricchezze più sicure, mentre le periferie attendono senz´altro di essere  ridisegnate e riqualificate, almeno per rispetto verso chi le abita. Per realizzare molte buone iniziative dobbiamo ricorrere alle Leggi e ai Piani Regolatori, vista la carenza di `príncipi illuminati´ di rinascimentale memoria  Mai come ora, però, appare necessario sapersi affidare alla forza della progettualità.   La regione sta segnando il passo, anche a causa di una generale congiuntura economica. La `Fondazione Nord Est´, con il suo `Rapporto 2003´, ci ha presentato un quadro quantomai pessimistico: è da credere che il nostro modello economico sia finito o può essere il momento di rimboccarsi le maniche e dare un forte segnale di ambizioso riscatto?
La diagnosi è presto fatta, la terapia invece lontana dall´essere approntata.   Ci giunge ancora un esempio dalla Francia, dove a Nantes maggioranza e opposizione hanno saputo immediatamente trovare, per il bene comune della città, l´accordo politico e culturale su un´idea di rilancio dell´importante area della loro `Filiera´    Molti dei progetti da mettere in campo sono di competenza della Regione e degli Enti Locali, altri sono rimessi all´interesse degli stessi imprenditori a investire e a scommettere sul loro futuro; altri ancora sono in larga parte affidati alla forza - certo non ultima - dei cittadini, chiamati a discutere e a condividere la scelta delle possibili ricette, specie quando si preannunciano amare. Si può dunque ancora immaginare un futuro per l´intero Nord Est in cui, per esempio, le tanto agognate infrastrutture stradali e ferroviarie (siamo in corsa per il Corridoio 5, fondamentale per poterci sentire parte viva dell´Europa) seguano tracciati non più essere pensati per collegare città a città, ma piuttosto posti a margine dei centri, per poi collegarsi a questi con giusti raccordi, pensati quasi a volare sul territorio, onde intaccarne la minor parte possibile; occorre non dimenticare, peraltro, che in breve tempo quelle stesse strutture avranno fatto il loro corso, per essere quasi certamente dismesse a favore di nuove tecnologie, proprio come già in passato è accaduto, ad esempio nel caso della sopraelevata di New York. Siamo dunque già alla terza generazione dell´era industriale, ma ancora ben lontani dalla presunzione poter ritenere insuperabili le nostre soluzioni: i tempi della tecnologia sono molto più rapidi di quelli che noi impieghiamo a realizzare i nostri progetti .  
Il disegno delle città è un tema che mi è caro. Dopo aver già paragonato il Veneto al tessuto urbano di Los Angeles, insisto sulla necessità di un grande Piano Regolatore per l´intera regione. Di Milano si possono ancora ammirare i grandi disegni a volo d´uccello - progetti d´insieme per intere aree di città - pensati già allora per un territorio che si estendeva fino ai comuni limitrofi (siamo a fine Ottocento), preliminari al Piano Regolatore cittadino e capaci di anticipare lo sviluppo della grande Milano degli anni Sessanta e successivi.   Interessante in questo senso il lavoro del Comune di Jesolo, che su quel modello sta disegnando il proprio futuro.    All´interno di un grande progetto per il Veneto è facile individuare in Venezia il suo centro simbolico, mentre nell´entroterra occorrerà che la nuova città-metropoli si dia un disegno completo, con la metropolitana di superficie, l´alta velocità, la pedemontana, il passante e quant´altro. A corona dell´agglomerato metropolitano gravitante intorno a Padova, Mestre e Trevis, saranno gli altri centri urbani, tra i quali emergeranno senza dubbio, per i ruoli già acquisiti, Trieste `porta dell´Est´, con il suo traffico marittimo, e Verona `porta dell´entroterra´, con il suo ben avviato Quadrante; a Nord, poi, il grande `giardino´ del Trentino Alto Adige, rivolto al mondo di lingua tedesca.In un grande progetto d´area, grande importanza potrebbe assumere il futuro di Marghera, che deve essere recuperata e riqualificata proprio per salvare la stessa Venezia, prima che la `città monumento´ finisca per divenire una nuova Pompei.    Marghera è oggi una realtà di 2200 ettari di solo terreno - esclusi i canali interni -, di cui 500 sono tuttora in uso all´industria chimica: il tutto dà lavoro a circa 13000 addetti. L´industria chimica si trova al bivio se abbandonare il mercato, in mancanza di insediamenti alternativi, oppure se accettare la sfida di un aggiornamento qualitativo e tecnologico per adeguarsi agli standard ecologici, prima che la situazione diventi irreversibile. Realizzare un´opera di disinquinamento e di messa in sicurezza dell´area sembra un´operazione non solo possibile, ma soprattutto capace di integrarsi appieno in un progetto che si rivelerebbe epocale per l´intera regione.  Se così fosse, si potrebbe immaginare una Marghera in grado di risorgere dalle proprie ceneri (la fenice potrebbe essere questa volta di buon auspicio), per dare forma a un nuovo polo, centro connettivo dell´intero Nord Est. I vecchi  stabilimenti potrebbero essere recuperati - se si vuole alla maniera della Tate Gallery di Londra - e qualche ciminiera potrebbe essere lasciata ad memoriam, per realizzare qui il grande Centro Ricerche di cui si parla (e di cui l´attuale Parco Scientifico Tecnologico VEGA potrebbe divenire il primo motore), calamita per il rientro di tanti cervelli sparsi nel mondo e desiderosi di tornare a lavorare in Italia. Da qui in poi, fantasia e imprenditorialità non potrebbero che dare spazio a un nuovo rilancio per l´intera area. La nuova città andrebbe quindi pensata come una ‘fabbrica’ per la ricerca scientifica: ma non solo, perché ci sono stimoli che potrebbero pure essere canalizzati per la promozione della moda (si pensi alle vivacissime aziende del settore) e poi per la creazione delle immagini  (qualcuno sognava una città del cinema), ma pure per lo svago e il tempo libero. Ma, soprattutto, il mio sogno potrebbe dirsi completo con una grande sede di valore mondiale per l´arte contemporanea, senza tema di confronti con Bilbao o quant´altro.