dalla Massara

HO VISTO BARTALI


Così si usava: nei pomeriggi d’inizio d’estate.  L’appuntamento era attorno alla radio, quella del bar gelateria: l’appuntamento era col Giro d’Italia.Mio fratello, il maggiore, era là e io piccolo lì sotto a tutti, anche perché a dir loro io non capivo niente. Ma per me l’appuntamento era con Gino Bartali. Molti altri invece erano con Fausto Coppi.
Io aspettavo soprattutto di sentire quel nome, di cogliere quanta fatica faceva, se era solo, se in fuga solitaria o se inseguiva il primo. Non mi importava (o meglio mi importava si ) ma importante, per me, era sentire che c’era, che lottava, mi sentivo il suo sudore addosso .In realtà ho sempre avuto , forse ancora oggi, una simpatia per i perdenti o meglio per chi non avendo la vittoria facile, fa di tutto per  guadagnarsela, accetta la competizione e dà l’anima per emergere. Perché lo fa per passione, non solo perché ha le doti: da buon fortunato.Bartali era questo, lo fu poi anche un Fiorenzo Magni, toscanaccio pure lui.Ma Bartali, con Coppi, mi ha, anzi ci hanno regalato quello scambio di boracce, grandi, perché pur nemici, tutti e due dovevano farcela per battersi poi alla pari. Sotto quella foto da tanti anni ho scritto :< gli italiani che vorrei *> .Ho ancora nelle orecchie il racconto di Gustavo, guardia svizzera, che alla salita di Lapio (nei Berici presso Fimon) , una salita allora di strada bianca e impossibile, visto il Ginataccio in difficoltà,  tentò di dare una spinta  e si prese una potente ‘sberla’ in faccia di cui il Gustavo andò fiero per tutta la vita.
Io lo vidi il Gino, in qualche tappa del Giro, dove mi accompagnava papà, ma pure da ‘fermo’, o meglio lo ricordo in particolare in un incontro pubblico dove mostrava con fierezza lo scudo crociato messo sul bavero della giacca.Fu gran festa in tutta la Conca, ma quel che ricordo ancora fu la reazione che ebbi quando Lui , il Ginataccio scese proprio vicino per affaccendarsi tra la folla più o meno disinvolto e io guadagnai spazio tra la gente, lo raggiunsi, volevo proprio salutarlo e gli diedi la mano. Fu come fosse stato Padre Pio ( forse di più), ma mi chiedevo, perché, tu Gino Bartali, qui tra noi comuni, Tu devi stare su sul palco, sempre , anzi su una pedana più alta e la gente di sotto col naso all’in su a ripetere : < Eccolo lì il Bartali > .. ………….: <HO VISTO BARTALI>.Proprio quest’anno abbiamo saputo un altro aspetto della generosità dio Gino Bartali che nel corso dell’ultima guerra ebbe a rischiare di suo per aiutare molti ebrei a salvarsi dalla deportazione. Oggi è riconosciuto tra ‘I giusti ‘ nel parco della Memoria degli ebrei di Gerusalemme.