dalla Massara

BENIGNI a VERONA


 
La sera del 9 settembre 2009 all’Arena di Verona era di scena Roberto Benigni con il suo Inferno dantesco.Era ancora una calda serata di fine stagione (teatrale) , ma lo spettacolo era di notevole calore per la presenza sul palco di quell’anfitrione che è Roberto Benigni che ci raccontava il ‘suo’ Inferno , intendo dire quello della Divina Commedia, di Dante Alighieri.Si concluse con un lunghissimo applauso, col tutti in piediEro (fortunatamente ) nelle prime file e a spettacolo concluso Benigni scese nel parterre per salutare le autorità presenti quali il sindaco Tosi (Flavio) e signora (sportiva quasi piccante in giallo) quanto lui era col solito spezzato verde (pantaloni) e marroncino(la giacca). A fianco era il vescovo di Verona mons. Giuseppe Zenti e qualcun altro .Trovatomi nel gruppo dopo i soliti dovuti, quanto banali, saluti al sindaco che mi era più vicino mi sono rivolto a sua eccellenza il Vescovo e chiesi “Monsignore… Ma le regole canoniche prevedono la possibilità di attribuire il titolo di Mons. A laici oltre ai soliti clerici ? “ Il sorriso si allargò al mons.( vero) che “ .. Ma a favore di chi .. questo auspicio ? “  … “ Ma a favore  chiaramente di Roberto Benigni (che mi ascoltava) .   Mi sembra che questa sera abbia fatto un sermone che non sentivo da tempo da qualsivoglia pulpito.”Così Benigni tra una (sua ) risata e l’altra .. “ E per il sindaco Tosi ?  “   Io : “ Mi sembra che l’abbiamo ‘lapidato’ abbastanza questa sera “  Difatti tra i condannati reali e potenziali aveva posto i tipi ‘leghisti’ e ‘sindaci’ vari. 
Il mese successivo, il 25 ottobre (2009) alla cerimonia di conferimento del Premio Galilei presso la monumentale Chiesa di S. Croce in Firenze veniva premiato anche Roberto Benigni. Ero ben collocato accanto al Sindaco Matteo Renzi con fascia in diagonale e il Cardinale Renato Raffaele Martino e il Maestro Giapponese  Sejj Ozawa .  Benigni naturalmente avrebbe chiuso la serata e dopo gli applausi di rito siamo saliti sul palco per stringere la mano al Maestro. Sindaco, Cardinale e Maestro e io un bel passo indietro. Ma quando Benigni mi vide con un gesto e il suo sguardo sorridente mi invitò ad unirmi e dopo il saluto rivolto al Cardinale disse “ Questo caro amico, mi ha proposto per il titolo di Mons. , ma ora lo dobbiamo chiedere a sua Eminenza il Cardinale”  Superato il primo imbarazzo  il Cardinale recuperò subito il sorriso e mi chiese quando e come successe .Fu un piacere raccontare il tutto telegraficamente e passare alle foto ricordo ormai di rito.Ma a Benigni mi usci ancora un ‘richiamo’ perché dissi “ Con tutti i tuoi richiami all’Italia e a Dante potrebbe essere utile e bello avere da te una riconferma di quanto andai a scrivere sul Corriere  ( 24.07.09) in merito alla nascita del tricolore italiano che tutti vedono nel 1797 (a Reggio Emilia) , anzi se mai al 1796 quando sventolò come bandiera di combattimento con i Cacciatori delle Alpi a fianco dei Rivoluzionari Napoleonici. Ma io ‘uscii’ (con l’editoriale del Corriere) dicendo che possiamo vantare un bel precedente , ben più antico e firmato proprio da Dante. Dante infatti vede il tricolore indossato dalla sua Beatrice nel canto XXVIII del Purgatorio riconoscendo in lei la meta del suo viaggio, riconoscendo in lei la terra madre, la Patria. E Benigni “ Che bello… Non l’avevo valutato così ! “ 
Nella primavera successiva ospite d’onore al Festival di S. Remo è proprio Roberto Benigni con il tema “La più bella del Mondo” (la nostra Costituzione) , ma quando giunse a citare il Tricolore io (davanti al televisore) ebbi a tremare gridando “Eccolo il ladro “   e lui “   il Tricolore nacque forse proprio con Dante che lo fece indossare a Beatrice … !”In questi giorni di fine 2014 (16 Dic. “014 ) a chiusura delle due serate dedicate ai  10 Comandamenti l’autore della Vita è bella ci ha raccontato quella che tutti noi dovremmo raccontare ai nostri vicini e anche ai preti che dovrebbero raccontare sempre per essere un po’ più ascoltati, per maggior piacere e maggior sapere quello che abbiamo dimenticato in nome del nuovo dio denaro.Dobbiamo ritrovare il piacere di riscoprire e sentire pronunciare le parole ‘amore, amare’ per il nostro prossimo, per il nostro ambiente, per la nostra terra, per la nostra storia.