dalla Massara

" Unità d’Italia in breve "


(ad uso degli amici di Alessandro, che nell’agosto 2009, espresse sul Corriere d/S. Incertezze allora raccolte da Galli della Loggia)Non poche le incertezze ancora presenti, specie tra i giovani e non solo, sui valori dell’unità del Paese. Non poche le incertezze storiche espresse da molti giovani e per certi versi suffragate ancora dal Presidente della provincia di Treviso Leonardo Muraro che vorrebbe rigettare il Plebiscito che nel 1866 unì il Veneto all’Italia.Quanti gli avvenimenti che nell’800 segnarono la Storia delle varie Unità Nazionali .Con il 14 luglio (1776) gli Stati Uniti  festeggiano la Dichiarazione di Indipendenza dalla matrigna Gran Bretagna, indipendenza che sarà riconosciuta nel 1783 , mentre l’unità nazionale  arriverà nell’aprile del 1865 alla fine di quella Guerra  di Secessione che costerà 600.000 morti.La stessa Gran Bretagna, alla quale va riconosciuta una antica e grande forma democratica , trova ancora difficoltà a parlare di unità, là dove le tre squadre di calcio sono solo un dettaglio,  detto con ironia, ma pesa ancora il problema Irlandese e Scozzese.Il 4 Luglio (1789) a Parigi, con la tradizionale grandiosa sfilata sui Campi Elisi, i francesi festeggiano la Presa della Bastiglia, che poi è la fine del dominio assoluto dei Borboni , ma non è certo la democratica unità nazionale che arriverà solo con la III Repubblica nel 1871. Nel frattempo tra giacobini, Robespierre,  impero napoleonico, ritorno dei Borboni, ritorno di un altro Napoleone (III) (1848-50 - II Repubblica – impero ) , la Francia ne vedrà di sangue scorrere per l’intero paese.Dopo le rivolte del ’48  che incendiarono l’Europa, i tedeschi si ritrovarono nel 1871 sotto il potere della Prussia che arrivò a riunificare e dominare, costituendo il II  Reich con Guglielmo II. Dopo la triste storia del III Reich, la democrazia venne ritrovata in Germania nel 1946,mentre l’unità nazionale sarà ricomposta solo con il crollo del muro di Berlino. Fra ‘800 e ‘900  tutti sappiamo come la Germania fu segnata da notevole ricchezza, ma non certo da generale democrazia . La Spagna, pur tra i vari cambiamenti delle case regnanti e l’intermezzo del re Giuseppe Buonaparte, fratello di Napoleone, continuò ad essere un paese più o meno unito, ma anche sottomesso dal generalissimo Franco ed ora soffre ancora per i problemi legati ai Baschi e alla  Catalogna.  Belgio e Olanda e i paesi scandinavi, eccezione per la Finlandia, otterranno sì, grandi risultati democratici sul finire dell’800, ma dovranno attendere i primi anni del ‘900 per avere una loro autonoma  gestione democratica, sempre con governi monarchici.   La stessa Svizzera con i suoi 7 Cantoni soffrì la sua guerra del 1848 prima di unirsi nel 1874 in Confederazione ed essere quel che oggi apprezziamo.Premessa noiosa, quanto forse utile per ricordare in maniera evidentemente telegrafica, quasi un Bignami, come l’unità nazionale italiana, non solo primeggia nei tempi di attuazione, ma và segnalata come un grande risultato dei sogni democratici dell’800 e del famoso ’48 e di cui si dovrebbe andare solo orgogliosi.  Dire se Casa Savoia abbia con quegli eventi realizzato un obiettivo di espansione sugli staterelli ‘feudali’ che popolavano l’Italia o piuttosto se i sogni del Risorgimento si siano realizzati sfruttando anche le ambizioni di Cavour (la cui vita politica era peraltro incentrata nel Parlamento) , trovano risposta scoprendo che già a Firenze il successore del Cavour fu un primo ministro fiorentino di fatto e Ricasoli di nome. Si  riconosce così subito una gestione del governo non più piemontese.  Poco dopo con Rattazzi e Crispi,  il paese fu segnato da una gestione meridionale, sembrando allora di grande apertura e poco savoiardo .   Così andò.    Se  il 17 marzo 1860 Vittorio Emanuele è Re d’ Italia,.   Certo è che, mentre le lotte  insanguinavano ancora i grandi paesi d’Europa, in Italia  già divampavano più che mai i dibattiti parlamentari.    Qualcuno obietta che per tutto l’800 quando si dice plebiscito, lo fu in realtà per pochi elettori. Purtroppo si ,  ma così era : solo per gli aventi diritto (2 %  della popolazione): proprietari e alfabetizzati, così come nel resto del mondo, così era e così va letta la storia: storicamente.  Oggi si vorrebbe far votare solo chi paga (correttamente) le tasse .  Sarà poi il governo di Depretis,  un  uomo di Pavia, a portare il numero degli elettori a 3 milioni in Italia .  Purtroppo sembrò follia quando Garibaldi  nel 1865 in Parlamento chiedeva il suffragio universale, (cioè donne comprese e sarà così solo nel 1946). Garibaldi propose pure una Unione Europea: la sola “capace di evitare conflitti fraterni “.Dopo Cavour saranno comunque proprio uomini come il già citato liberale moderato Ricasoli fiorentino seguito dai siciliani Rattazzi e Crispi ad impegnarsi a dare  le prime indicazioni per modernizzare un paese fatto ancora di splendide città murate, ma non collegate, ne da strade, ne da scambi commerciali, monete, unità di misura e cos’altro ( più o meno simili alle controversie che ancora oggi rallentano  una vera e felice Unione Europea ) Vero anche, come diceva il giovane Alessandro sul Corriere, che il decennio del dopoguerra, grazie ad una grande cultura (quella con la C)  presente negli uomini della Ricostruzione, l’Italia seppe esprimere il meglio di sé proprio all’insegna di quella ‘unità ‘ oggi forse non meglio leggibile o decifrabile, ma che ci segna da 2000 anni  e speriamo ci accompagni.                                                                                                                                                                                                                 G.d.M.