dalla Massara

" DALLE REQUISIZIONI AL MUSEO "


questo l'ultimo impegno di  Dalla Massara e di prossima pubblicazionesi tratta di una ricerca costruita sulla più ampia cronologia dei fatti legati alle "Requisizioni dal XVI secolo e a quella più distruttiva messa in atto durante la Campagna d'Italia di Napoleone, ma continuate a diverso titolo anche successivamente ...una storia da conoscere per valutare il passato e allontanare eventi simili futuri.Stralcio dalla 'PREMESSA'Il fascino della storia è segnata dagli uomini che l'hanno fatta grande lasciando chi il loro pensiero, chi le loro invenzioni, la loro arte e con genialità o con la forza (con la violenza) hanno scritto il loro nome modificando confini, usi, costumi, leggi e tradizioni.Napoleone, nel bene e nel male fu tra questi.Come ottenne tanti risultati e in particolare, nel nostro paese, a quali costi e danni, quali i contributi lasciati alla crescita del Paese Italia e ancora perché tanta fu l'attrazione sempre esercitata da questo Paese presso tutti i potenti , presi dal fascino del ‘tesoro Italia'.Queste alcune delle motivazioni che hanno spinto questo modesto lavoro.Giuseppe dalla Massara 1.11.2008" Dal Museo a Napoleone "Fu preda di guerra, ma grande amore per l'arte quella che spinse i romani a fare incetta dei capolavori greci e portare a Roma tanto patrimonio da costituire la base / la piattaforma culturale ed artistica della nuova grande civiltà romana.Dopo la caduta dell'impero romano sarà comunque la Chiesa di Roma a dare nuovi obiettivi e stimoli all'arte quale strumento di comunicazione, di cultura, ma non solo: creando contemporaneamente anche il collezionismo. La Chiesa in realtà non raccoglie solamente dipinti e sculture, ma già dell'anno 750 è la creazione della Biblioteca Vaticana nata per iniziativa di Papa Zaccaria quale archivio catalogato di manoscritti e libri copiati, scritti e rielaborati specie in conventi e tutti veri capolavori.Va riconosciuto in Sisto IV (1471), in pieno Rinascimento, il fondatore dell'arte del collezionismo, che diede vita alla Galleria del Campidoglio a Roma, messa assieme a cominciare dal 1471, detta anche ' Pinacoteca Capitolina' con la precipua funzione di conservare le opere tolte dalla loro funzione primaria . Presto presso le grandi case principesche fiorirà la moda, il gusto e l'orgoglio di dare mostra delle proprie collezioni esposte in quel che chiameremo anche ‘quadrerie' .È nell'anno 1506 con la collezione del Museo Pio- Clementino (dalla collezione della famiglia Pio da Carpi e di papa Clemente) e con la scoperta del Laocoonte che si fa assurgere il museo a luogo di cultura , se vogliamo, anticipando le indicazione del Concilio di Trento stesso. Conciliodella controriforma, che dà un motivo in più al nuovo linguaggio pittorico del ‘500 che si rende manifesto anche con l'Accademia degli Incamminati' del 1590. Questi guidati dai bolognesi fratelli Carracci spingono verso un rinnovamento dell'arte proponendo un ritorno ( romano ) all'arte realistica, partendo proprio dalla copia degli antichi e dallo studio dal vero .Così, il più grande museo "universale" rimane quello che si andò a costituire, arricchendosi sempre più, proprio dopo il Concilio di Trento, con la ‘collezione' delle Pale d'altare di tutte le chiese in Italia ,stimate queste in numero di almeno 110.000.Più tardi, nel 1613 il Cardinale Scipione Borghese, mecenate e collezionista darà incarico a Giovanni Vasanzio di realizzare e mettere assieme quella che sarà la più prestigiosa raccolta d'arte del momento: la Galleria Borghese con opere di Tiziano, Caravaggio, Raffaello, Bernini, Canova e ancora. Ma è senz'altro ai primi del ‘700 che l'interesse per l'antichità diventa fenomeno, specie per merito dei veronesi Bianchini e del grande Scipione Maffei, già curatore questo del lapidario di Verona e ora questi consiglieri di Clemente XI (1700.1721). Il ‘museo' sarà poi rivisto e riformulato da papa Benedetto XIV , dal 1730 in poi, mentre nel 1749 sarà aperto e messo a disposizione della cittadinanza romanaWinckelmann arriverà a Roma nel 1755 proprio per assumere la direzione di tutti i Musei Pontifici e non sarà poca cosa .A Napoli un'altra storia fantastica darà vita al grandioso museo di Capodimonte. Difficile immaginare tra gli anni 1730/1750 centinaia di carri attraversare l'intera Italia per trasferire un immenso patrimonio artistico fatto di pale d'altare, tavole dipinte, tele, sculture per assecondare l'illuminata ambizione dedita a collocare a Napoli la grande collezione Farnese per volontà di Carlo di Borbone erede di una enorme fortuna ( Carlo figlio di Filippo V ottenne il ducato di Parma e Piacenza nel 1734, nel 1749 il trono di Napoli e quindi il trono di Spagna). Solo per varie circostanze parte di quel tesoro si fermerà a Roma e parte giungerà comunque a Napoli. Tante opere volute e collocate in quel sito che è la Reggia di Capodimonte, una vera reggia, progettata e voluta al servizio di una tra le maggiori collezioni d'Europa. La sola costruzione di Capodimonte manifesta le ambizioni intellettuali, culturali e politiche della città di Napoli, in quel momento la terza città d'Europa, e capitale del mezzogiorno italiano e in quel momento promossa dal giovane principe.Nel 1740 arriva a Roma da Venezia GiovanBattista Piranesi subito preso a corte da Papa Benedetto XIV (il bolognese Prospero Lambertini elevato papa il 17 agosto 1740) per accendere una politica di rivalutazione ed esaltazione dell'arte Etrusco Romana, con l'intento forse anche di farla assurgere a base della cultura nazionale italiana e più tardi sfruttata anche come simbolo primo di libertà politica e di indipendenza territoriale. Era nato nel 1720 ed educato a Venezia in casa dell'arch. Matteo Lucchesi, Magistrato alle Acque, troverà modo di realizzarsi anche studiando la ritrovata pianta marmorea di Roma di Settimio Severo e procedendo alla stesura della nuova. Nel 1743 ormai preso dal fascino delle antichità è autore della grande collezione di incisioni sui ruderi e monumenti romani capaci di accendere nuovi enormi interessi sulle vestigia dell'antica Roma, ma non solo, visto che la sua curiosità lo porterà ad interessarsi all'arte greca, etrusca . sarà attratto dagli scavi di Ercolano e Pompei e Paestum accendendo nuovi interessi nel mondo della cultura, del collezionismo e quindi del Museo, di cui sarà tra i primi grandi operatori, specie con la sua bottega in via Sistina (un vero museo) dal 1761 anche grazie all'appoggio di Papa Clemente XIII (il veneziano Rezzonico papa dal 1758 al 1769 ). Piranesi morirà il 9 nov. 1779, forse dalle esalazioni di acidi dell'acquaforteNei medesimi anni (1758 ) arriva a Roma come nuovo bibliotecario del Cardinale Albani Johann Joachim Winckelmann. Wilckelmann, qualche anno più tardi sarà deciso sostenitore invece della idealizzazione dell'arte greca, secondo lui fondamenta di tutta l'arte occidentale, ma saremo già in pieno neoclassicismo, proprio con Napoleone . Contemporaneo alle iniziative di Carlo di Borbone (1743 e ‘45) è il caso di Dresda. Una galleria nata per volontà di Augusto II il Forte di Sassonia nel 1722 perché "Una Galleria bene conveniva ad un Principe". Ma sarà Augusto III ,erede anche del patrimonio estense di Modena e Piacenza, a portare a casa tra il 1743 e ‘46 il patrimonio artistico di quel feudo italiano e molti altri capolavori dell'antica Ferrara, di Reggio Emilia e Mantova (almeno 100 opere nel 1743), per costituire la collezione-galleria che sarà modello per tutta Europa.Anche in quell'occasione i carri, di quel ‘moderno' mecenate- collezionista attraversarono pianure e montagne, in pieno inverno. Partivano di notte per sfruttare il ghiaccio, con le slitte più che con i carri, e così attraversare mezza Europa e portare a Dresda la Madonna Sistina di Raffaello e quanti altri capolavori dalla Afrodite del Giorgione a al S. Sebastiano di Antonello da Messina e ancora opere del Bellotto, Correggio, Veronese, Guido Reni ecc..E il giallo continua ...perché non poche le sorprese........