dalla Massara

IL VALORE DEI LUOGHI


Pubblicato sul Corriere del Veneto del 30.05.03‘Monumento' e ‘documento'A Baghdad, oltre alle lacerazioni provocate dalle bombe, si è assistito a un'autolesionistica cancellazione, anche per opera degli stessi iracheni, delle memorie storiche e culturali, culminata con il saccheggio del grande museo archeologico. Il senso del ‘patrimonio culturale' e della necessità della sua tutela viene da lontano: la civiltà romana ci ha lasciato ricche testimonianze di amore per il collezionismo d'arte. Alessandro Farnese, nel Cinquecento, rappresenta forse, con la sua raccolta di capolavori, raccolti a Parma e poi trasferiti a Capodimonte, il simbolo di un nuovo collezionismo, dal quale avrebbe preso impulso la lunga moda delle quadrerie. Più tardi, con l'Illuminismo, la collezione prese a essere pubblica e divenne così "museo".Anche nel Veneto, tra Settecento e Ottocento, l'illuminato Leopoldo Cicognara, stendendo l'elenco de I più meritevoli monumenti di Venezia, in qualche modo anticipò il senso di quel che sarebbe poi divenuto il ‘vincolo monumentale'. A livello normativo, quell'idea ante litteram di ‘vincolo' trovò riconoscimento nella Legge n. 1497 del 1939, che ne affidava la valutazione alle celeberrime Soprintendenze (da molti ancora chiamate le ‘Belle arti'): e questo rimane il più importante strumento legislativo di salvaguardia monumentale, cui si è poi aggiunta una fitta serie di leggi e decreti con cui, negli ultimi cinquant'anni, si sono istituiti parchi, aree protette e zone speciali di vario genere (a questo intrico normativo sarebbe peraltro opportuno metter mano nel senso di una riorganizzazione unitaria). Mi è piaciuto, di recente, scoprire che in un angolo degli uffici urbanistici della Regione Veneto, in un luogo che amano chiamare 'l'officina', si lavora per predisporre piani di salvaguardia e valorizzazione di aree speciali che in sé nulla hanno di ‘monumentale' nel senso più tradizionale del termine: non si dovrebbe infatti pensare a ville, castelli o giardini, bensì ad ambiti caratterizzati da insiemi tipologici, ambientali, faunistici, florealistici o anche solo di pura atmosfera; ambiti insomma che conservano particolari atmosfere, prodotte dall'uomo o dalla natura o da eccezionali combinazioni dell'uno e dell'altra. In quei luoghi sembra concentrarsi un particolare momento, storico o ‘magico', oppure una lunga stratificazione di eventi: in ogni caso, si respira un particolare pathos, un alone irripetibile, che si ritiene di dover conservare a imperitura memoria, non solo per romantica visione - il che sarebbe già sufficiente -, ma soprattutto perché a quei luoghi si attribuisce un valore particolare. E' il valore del ‘documento'. Si tratta di un patrimonio evocativo che va ben oltre la materialità dei luoghi, di un quid in più' che anche il moderno marketing ben conosce e sa promuovere. In quest'ottica, anche l'attrazione di questi luoghi può rientrare nel novero dei così detti 'nuovi desideri', cui contribuisce anche la tendenza a un nuovo intimismo. Così, non si tratta più di un rassicurante oggetto di attenzioni del romantico appassionato di déja vu, bensì di un ricco patrimonio di emozioni e di cultura, che si fa bene prezioso e desiderabile. Ebbene, c'è un angolo dell'Altopiano, a Nordest di Asiago, dove tutto sembra denso di piacevoli atmosfere, segnato da monti e valli che portano toponomi rubati alle poesie della cultura cimbra: non è un ‘monumento', bensì soprattutto di un ‘documento', fatto certo di trincee e di malghe, ma soprattutto di accumuli di memorie e di sensazioni. Si può raccogliere quello spazio sotto il nome di "Percorso di Thönle" o anche "Parco letterario di Thönle", così rendendo un caro e meritevole omaggio al personaggio di Mario Rigoni Stern, che quelle montagne percorreva nelle indimenticabili pagine de "La storia di Thönle". E' difficile definire ‘monumento' quel luogo, dove una malga vale quanto un rivolo o un tramonto o semplicemente la passeggiata di un pomeriggio. Si potrà invece parlare di ‘documento', e così della testimonianza di un mondo, di un'atmosfera rara. E non è il solo nel nostro Veneto. Ce ne sono di questi spazi - più metafisici che fisici - da andare a scoprire con tanta voglia, così come si cercano le cose rare nei mercatini: si pensi al Delta del Po, alla Laguna di Marano, magari pensando a Hemingway, alle piatte della Saccisica o al Polesine con Zavattini, al Cansiglio di Buzzati.Tanti sono i luoghi che meriterebbero una speciale attenzione, meritevoli di salvaguardia per noi e per i nostri nipoti. Ma, come in ogni bel racconto, c'è anche una morale: ovvero, occorre sapere che lo strumento per realizzare tutto ciò esiste: consiste nella prossima Legge Urbanistica Regionale, con la quale, attraverso un grande "progetto" per il Veneto, si potrebbe organicamente pensare a tanti percorsi di Thönle, così come ad autostrade, ferrovie, aree produttive, nuovi corridoi, pedemontane, assieme pure al rilancio dei centri storici e a un nuovo disegno per le periferie.Giuseppe dalla Massara 18 maggio 03