Il Lessicantropo

mafalda


Raglio. E se mi appendessi nell'abito. E che abito!Miagolo. E salto. E ascolto la lontananza che sviene e svanisce l‘incanto.Plano. Mi arrovello la nuca. Una voce si chiama. Leggera.Un numero inverso. Un pari dalla vita. Un raglio muto. Notturno. Estremita' diacce. Colori stonati. Fogliame di rame. Chissa'!I sentimenti bagnati. Orge di seni. Denti intartariti. Nasi vuoti e scollati di cocaina. Grugni di soldati. Che la guerra non sanno fare. Il feldmaresciallo ubriaco suona la cornamusa. Errore di gioventu'.Quando la cavallina stornava. Il poeta stonava. Con l'occhio bistrato rincorreva una nuvola color topo di fogna. Esperanto nelle bocche. Un liquore che sorseggio col capo reclino. Una tutina color cobalto. Raglio contento. Cotenne appese agli alberi del Sepolcro. Dimenticavo i sogni. Quelli li ho gettati..