Il Lessicantropo

Abidabu, sola andata


"L'opaco e' il colore dello squallore!", disse Manhattan. Il piroscafo usci' di scena, sbucciando l'acqua verdecorallo davanti a se'...Al largo le vele rimbalzavano contente, sedotte dai riflessi del sole settembrino...Alla fonda le prore aspettavano di essere schiaffeggiate da ondate di marea rilucenti come fontane di alabastro... Ellen parla tra se' sul pontile, ricordando la Citta' dei dialetti e della Langue. Parigi - dice - se ne sta li, sparato bianco e marsina, seducente nel Paradiso degli assiomi, perfettamente allitterata, ferita nel ventre...Distesa nell'amnio, implacentita di dolore, misura i suoi passi e allunga lo sguardo, mentre si appoggia al suo limite...Parigi e' li sotto, assopita nella vergogna, cattedratica e oscena, due seni a strapiombo, libero Spirito maudit, rosso forgia e rimembrante, avvoltolato dal fumo di mille Rivoluzioni...Parigi e' il muscolo pieno di vita, gonfiopulsante, lacerato dalla sottile pellicola d'insetti d'acqua, una retina di buone cose... Parigi e' un camino che parla sotto voce, con la salvezza a portata di mano, flagellata da sentimenti di vuoto, confligge con arte, mentre assomma materia e plasma...Parigi e' li che riflette, una Torre in tasca, una bottiglia per stordirsi nella notte liberata dalla pioggia, con un fanale per pisciare e due soldi per godere...Parigi e' un biscotto con scaglie di cocco, una Drupa infernale, un sapido andirivieni di topi di fogna...Parigi e' la canzone che canto' Madame nelle Alcove rutilanti di sperma e speranza...Parigi e' una luce lunare che piega il Cosmo-universato, due braccia dentro una camicia di forza a strisce tricolori, ronzante ronzino di attimi a galoppo sul confine di qualcos'altro...Parigi e' un Altrove che scorreggia distratta tra Cattedrali e Piramidi d'uso, per rinfrescarsi le idee...sapete?..."Guardate il cielo di Parigi..., non vi sembra bistrato di metafore deliziose?"...Qual mostro di carattere, Parigi e' un cigno di pezza, coltello appuntito tra i denti ingialliti... E quant'e' ridicola quando prega coi suoi canali difettosi...Poi, un giorno, la scopri malata di quiete, per diventare subito dopo un'arnia di peccato, il molle Ramarro acciambellato nel muschio e nel libeccio...Parigi e' il ruscellante pensiero arcobaleno che ti strizza nell'ammiracolato afrore di birra rancida... Parigi che dice: "Nei bistrot della Senna ho baciato pendule labbra avvomitate e sconfitte, ora - mio dolce Monsieur - sfumo gli ultimi rantoli nella tua bocca al profumo di rosmarino e mirtillo!"... Parigi e' un volo urticante tra miti e misfatti, una Rapsodia di colori, la Cornucopia di frammenti di ossa sepolcrali, un delicato sudario appoggiato sulla Cappelliera del Mondo...Parigi e' un bilioso albatro con le ali bruciate dalle pipette di corallo di dispettosi marinai, si diverte a vendere Umanita' e sarcasmo, ignavia e catrame...Parigi e' una nave da crociera a doppia ciminiera, una bandiera abbrunita dentro una brocca, un artiglio, una livida bambinaia dai seni grossi, il crocevia di sogni e poemi... Parigi in tupe', con i suoi templi stellari, mistica estremasintesi planetaria, un apostrofo uscito di penna, un'Ipallage epicurea, fintamente polimorfa, un sedentario Omino che schiaccia il pulsante per aprire su un "Si"... Parigi incinta dentro l'asmatico paesaggio di strade e toilettes, fiordi e montagne, se ne sta curva nelle sue Biblioteche di pazienza millenaria, monologa come un acero robusto sopra rigogliosi didietri d'autore...Parigi e' un camuso clochard, santificato da Madonnine di passaggio, abbruttito di whiskey e versi... Parigi e' un "God bless ye!" recitato a denti stretti, un bagaglio alienato in uno spazio impuro, con un tremore in una bottiglia di Margot scuote le vibrisse della Vita... Parigi che pensa: "La roccia del Potere sara' scalfita da qualche innocuo poeta, perche' - cari amici - Parigi odia gli eroi!!!!!"Ai miei agiografi!