Il Lessicantropo

Accenti circonflessi...


Dopo i 20 anni, avuto l'assaggio della vita, rimasi povero per abitudine...fino ai 46. Avevo scoperto che oggettivamente non appartenevo a nessuna classe ideologica. Borghesia e proletariato erano per me solo balle, riempitivi inventati da professoroni alla moda per indorare la pillola del conflitto sociale. Il discrimine per me era il denaro. Non importa a quale classe uno diceva di appartenere. Chi era povero non ha voce ed è odiato da tutti. Studiare, frequentare l'università non aiuta. Una maggior cognizione della realtà non fa altro che accentuare il tuo disagio. Pertanto a quel tempo ero senza speranza. Ero semplice massa separata dall'energia. Dovevo inventarmi una nuova fede per sopravvivere. Il tempo per me passava, ma solo come riflesso del movimento degli altri. Io rimanevo immobile. Di qui la paura, che ad un certo punto diventò panico. Nella tua inerzia ti aggrappi a tutto, anche alle vite degli altri, di quelli che erano stati nella mia stessa condizione, intendo, e che ora grazie a qualche talento nascosto erano diventate persone influenti, benestanti, se non ricche. Il talento, appunto. Costoro avevano quasi sempre un qualche talento da sfruttare. Io nulla, ero completamente vuoto di possibilità. E pertanto senza speranza. Povero e senza speranza...