Il Lessicantropo

La proprietà dell'oggetto è una spuma d'or...


Rollavano di sciabordo in sciabordo le acque come ciminiere accese. Si srotolavano ringalluzzite e sazie. In orde fameliche si lanciarono a capofitto di risacca in risacca. Dopo millenni avevano scelto il tempo migliore e gavottavano elegantemente sotto un cielo traslucido. Ma lo champagne! Bollente intrugio di antiche ugole. Nettate prima da sugo di more e mirtilli per sollevare pruriti nell'afflizione. M'afflizione. La proprietà dell'oggetto è una spuma d'or. Di vigneto in vigneto le gonne inebriate stilettano i grossi pomi che ammostano con piedi di fango e gioiosi. Per due mensilità impagate. Ma per dei momenti impagabili sì. Il lucernaio penzolava una sciarpa. Attonita mela lasciata lì su. Per godere della prospettiva rinascimentale. Si dice. Meglio se bacata dal Tempo degli Uomini. Dal gozzo rinsecchito di Smiley si propagò una risata stentorea. Nel preciso istante del momento medesimo s'addossò - ella - uno scialle a fiori ricamati. E le fece starnutire. Dico una spalla o due. Pezzo di donna dalle trine turbantate. Che riposi nella quiete del Giusto Oblio. Non così arzilla era. Mi fa. Confuso dalla foto commemorativa. Nella luce alla luce diede 20 infanti il Padre Prefetto. Attinto da un virus dell'Africa Occidentale. Che fraziona il tempo in respiri affannati nel talamo nuziale. Tra mogli e amanti. Tra ontologie scarne e misteri cartesiani. In vendita un Pube dai desideri mistici. Ombellico di sognatori sofoclei. Epicentro di peccati grecogiudaici e giudaicogreci, perchè alla fin fine le estremità si toccano. Questo m'insegnarono quei cisposi Poeti che recavano Profezie Buone. La Venere implume risorge dalla spuma iridiscente, inscalfita e invorticata in ieratici busti di stecche sottratte a una balenottera smemorata e spiaggiata. Finita nella salamoia a ere avvenire. Da usare - secondo le circostanze - come unguento da spalmare su su per la gamba tesa di Monsieur le préfet per 20 e più infanti...