Il Lessicantropo

La "lettera". Commento ad un post di un recente visitatore...


Da un lato, contano sempre le facili e miserevoli vittorie: della fretta tentacolare, del mordi e fuggi dilagante, dell'ipocrisia e del furore. Sopravviviamo nei colli di bottiglia (strozzature) di un Umanesimo disciolto nell'estasi dell'insulto e dell'ecolalia.Ma c'è una prosa che inneggia, freme sotto la superficie carnale delle cose, convoca il pensiero nei luoghi delle sue innate dottrine: la quiete e il tempo, e ricaccia il caos tra le forme ultime, oloceniche, depensate e plebee. A differenza del medium scritturale d'ordinanza: ridondante nella forma, bulimico nel pretesto, conflittuale nel fine, quella prosa ha nella "lettera" gli arrangiamenti giusti per restare la nostra forma di elezione sentimentale, dell'attesa gentile, passionale, sacra, capitale.Ma questa disornativa componente di scrittura, al di là dell'elegiaco movente, può funzionare altresì (e ancora) da potente  elemento critico delle formule comunicative della modernità postremica.Insomma, la "lettera", questo metallo dolce vigoroso e fragile allo stesso tempo, per quanto paradigma estenuato nel suo valore d'uso, continuerà a farsi valere per le profonde risonanze, nonchè per saper affrontare, con la sua nitorica cifra semplicitaria, le mille criticità degli egemoni modelli di comunicazione...(SS)