Il Lessicantropo

Cotenna di stelle


Le parole inghiottiteescono,come da un buco nero, riclassificate.Inseguito dal buio mencio. Una notte d'estate. Incastonato tra le flumaglie o fluaglie dell'incandescente fluido notturno, me ne stavo annottolato per mio ccconto. Appoggiato su ll'o sterrame mentre imbutavo pietrisco malizioso che raccattavo ripetendo quel gesto come da ragazzo feci una volta che vendevo frutta accompagnato da mio nonno buon'anima fin sotto le porte della citta maestosa d archi. L'impasto recitativo mi regalo un po di tenerezza. Ma solo un po. Solitude. Salitude. Compitavo e sparlavo su come avrei vissuto all'eta di trentacinque anni che a quell'eta si sogna benvolentieri non avendo altro da fare tutt'oil giorno. Mio nonno recitava da scudiero m'insegnava le ore un quarto e poi unaltered e poi che dalla fessura di tende attendate di malavoglia nell'afa di mezzo giorno mi lanciavano sguardi numerosi pensai bene che avrei voluto un cambiamento. Intanto merenda con acqua e pasticcini raccattati alla svelta sulla mensola alle cinque di mattino. Al ritorno un cassone cadde si ritorno' indietro a riprenderlo perche e' cosa buona e giusta dato che potrebbe uccidere qualcuno.