Paolo Proietti

LA DANZA DELLE DAKINI


LA DANZA DELLE DAKINIOM JŅANA DAKINI BAM HA RI NI SA SIDDHI HUM
 Se guardiamo con attenzione delle statue o dei dipinti di divinità indiane e tibetane noteremo che si assomigliano tutte, stesse facce, stessi simboli, stesse posizioni. Le possibilità sono due: 1)gli orientali non hanno molta fantasia. 2)Simboli e posizioni vogliono dire qualcosa. Ad occhio preferisco la seconda ipotesi. La statua o il dipinto, quando si parla di yoga, sono sia oggetti sacri (e/o alchemici, come nel caso dei tangka) dei manuali di istruzione. In altre parole ci invitano ad una pratica che non è solo contemplativa ma è anche fisica. Osserviamo alcune immagini di Dakini (Le danzatrici del Cielo dello Yoga tibetano): 
  A prescindere dal nome e dalle qualità hanno tutte le medesima posizione con la gamba sinistra piegata e la destra distesa. Questo Asana è detto ālīḍhāsana, dove आलीढālīḍha significa sia "LECCATO, LAMBITO CON LA LINGUA", sia "POSIZIONE DI TIRO CON L'ARCO O CON LA LANCIA". Il legame tra l'atto del LECCARE (legato ai piaceri della gola e del sesso) e quello del tirare una freccia è abbastanza difficile da comprendere. A meno che non ci si ricordi dell'iconografia di Kālī, la Dea Nera: ālīḍhāsana è uno dei passi della sua danza selvaggia 
 e la sua lingua, golosa di sangue, è sempre pronta ad uscire dalle labbra 
Ora se esistono migliaia di rappresentazioni di dei e dee nella stessa posizione qualcosa vorrà pur dire. Oltre a Kali: 
Troviamo nella stessa posizione Tara: 
 Chinnamasta: 
Anche nella variante "in torsione":
 Virabhadra: 
  La posizione detta ālīḍhāsana che implica insieme l'atto del leccare e quello del lanciare, se è vero che il tantra è un sistema molto pratico e diretto per ottenere delle modificazioni psicofisiche, ha delle valenze operative. Prendiamo l'immagine della Vajra Yoghini tibetana: 
Qui il peso è sulla gamba sinistra, la mano sinistra è sollevata e rogge una coppa dalla quale si APPRESTA a bere 
la mano destra regge un coltello sacrificale, il Kartika: 
E l'immagine comincia a svelare il suo significato: il kartika è uno strumento usato un tempo, pare, per separare il grano dal loglio. Nella cerimonia tantrica detta Chöd, portata in Tibet da Padmasambhava, serve a separare la visione soggettiva del mondo, creata dai semi della memoria, i grumi delle esperienze passate e delle credenze nostre e della società in cui viviamo dal FLUSSO ININTERROTTO DELLA VITA, detto ālaya(dimora) in sanscrito, e Kun Ji Namparshespa in tibetano. La danza delle Dakini è la DANZA DELL'ESSERE.. Il fluire ininterrotto che Patanjali chiama NIRODHA. ED E'UNA DANZA VERA! Se prendiamo le posizioni in cui sono rappresentate le Dakini vedremo che disegnano una precisa sequenza coreografica: 
  
 
Qualcuno potrebbe pensare che le ultime immagine della "danza della creazione" potrebbero essere eccessive, delle esagerazioni, ma Dakini significa danzatrici del cielo e in fondo non si tratta di movenze troppo distanti da quelle delle danzatrici e delle ginnaste odierne: 
 
Si tratta di una coreografia vera e propria nella quale ogni passo (Asana) agisce sulla psiche come simbolo e sul corpo a livello endocrino e nell'insieme rappresenta (é) la danza creazione e nell'altro la danza della "reintegrazione" nel flusso dell'Essere