Lo Hatha Yoga è una danza.I movimenti dello Yogin devono sempre essere morbidi ed eleganti, come quelli di un serpente che, lentamente, svolge le sue spire. L'āsana (la postura) deve essere assunto senza sforzo, con la naturale eleganza del gatto di casa che, risvegliato dall'odore del cibo, balza giù dal divano e si stiracchia la schiena. Il gesto dello Yogin DEVE essere bello. E questo non per rincorrere un qualche astratto ideale estetico, ma per una necessità pratica: la tensione muscolare rende difficile, se non impossibile, la percezione della circolazione delle energie sottili ("sottili come il filo del ragno", si legge nei testi tantrici) e senza percezione e utilizzazione delle correnti energetiche, le kriyā, non si può parlare di yoga.Piccola parentesi: la parola क्रिया kriyā, che significa "tecnica operativa", "azione","performance", nello yoga sta ad indicare il "lavoro" che si deve effettuare durante la pratica di un āsana o di una sequenza, per renderle efficaci, ed è femminile: la kriyā.In Italia, nelle scuole di Yoga, nei libri, sui siti internet specializzati, si volge quasi sempre al maschile, "il kriya" o " i kriya".Potrebbe sembrare un'errore di poco conto, una sciocchezza, ma, non lo è.Per il sanātana dharma (la "Filosofia perenne" che sta alla base dello Yoga) tutto ciò che è relativo all'azione, o è causa "efficiente" di un'azione, è femminile. Come femminile è l'energia che muove l'universo (la dea o śakti). Senza la dea śiva, che rappresenta la "manifestazione", è un "uomo morto" , il mahāpreta, o "grande defunto".
LO HATHA YOGA E' DANZA
Lo Hatha Yoga è una danza.I movimenti dello Yogin devono sempre essere morbidi ed eleganti, come quelli di un serpente che, lentamente, svolge le sue spire. L'āsana (la postura) deve essere assunto senza sforzo, con la naturale eleganza del gatto di casa che, risvegliato dall'odore del cibo, balza giù dal divano e si stiracchia la schiena. Il gesto dello Yogin DEVE essere bello. E questo non per rincorrere un qualche astratto ideale estetico, ma per una necessità pratica: la tensione muscolare rende difficile, se non impossibile, la percezione della circolazione delle energie sottili ("sottili come il filo del ragno", si legge nei testi tantrici) e senza percezione e utilizzazione delle correnti energetiche, le kriyā, non si può parlare di yoga.Piccola parentesi: la parola क्रिया kriyā, che significa "tecnica operativa", "azione","performance", nello yoga sta ad indicare il "lavoro" che si deve effettuare durante la pratica di un āsana o di una sequenza, per renderle efficaci, ed è femminile: la kriyā.In Italia, nelle scuole di Yoga, nei libri, sui siti internet specializzati, si volge quasi sempre al maschile, "il kriya" o " i kriya".Potrebbe sembrare un'errore di poco conto, una sciocchezza, ma, non lo è.Per il sanātana dharma (la "Filosofia perenne" che sta alla base dello Yoga) tutto ciò che è relativo all'azione, o è causa "efficiente" di un'azione, è femminile. Come femminile è l'energia che muove l'universo (la dea o śakti). Senza la dea śiva, che rappresenta la "manifestazione", è un "uomo morto" , il mahāpreta, o "grande defunto".