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DESIDERIO SENZA FINE - seconda parte

Post n°58 pubblicato il 12 Giugno 2013 da paoloproietti.rnk

kṣa è sillaba particolare, vuol dire sia "illuminazione", che distruzione e indica sia i rākṣasa altro nome degli asura, sia i rakṣā, spiriti protettori o guardiani.
I rākṣasa possono trasformarsi in ogni cosa desiderino, possono volare e fare prodigi.
raksha
Nei miti indiani  kṣa è il nome  sia dei due fratelli asura , hiraṇyākṣa (letteralmente "OCCHI DORATI") e hiranyakashipu  (cuscino dorato), nemici di viṣṇu, sia di Narasiṃha, quarta incarnazione di viṣṇu stesso.
La storia è complessa: hiraṇyākṣa rapisce pṛthvī, la madre terra, e la trascina in fondo all'Oceano.
Interviene viṣṇu in forma di cinghiale, varāha, che uccide il demone e libera la terra.

varaha



Deciso a vendicare  il fratellohiranyakashipu si sottopone ad un lungo periodo di penitenza fin quando brahma non  si offre di esaudire un suo desiderio:" non voglio morire né di giorno né di notte" - dice  hiranyakashipu -" e non voglio essere ucciso né da un uomo né da una bestia né da un dio e né in cielo né in terra"-.
brahma acconsente e l'asura parte alla conquista del mondo. Nessuno sembra in grado di fermarlo fin quando, un giorno, al tramonto, infuriato con il  figlio, devoto di  viṣṇu,  hiranyakashipu non distrugge una colonna dal cui interno emerge Narasiṃha, l'uomo leone, che solleva a mezz'aria il Re del Mondo, e lo fa a pezzi con i suoi artigli.
narasimbha
La storiella è interessante e meriterebbe di essere esaminata in ogni dettaglio, ma la cosa che più mi ha colpito è che sia i due fratelli che l'incarnazione di viṣṇu si chiamano kṣa.
Rappresentano tutti e tre il canale energetico di destra e l'insieme delle consonanti dell'alfabeto e tutti e tre sono dotati un terrificante potere distruttivo.
Per cercare di comprendere i simboli hindu bisognerebbe imparare a pensare come pensavano gli antichi indiani: ha ad esempio, l'OMEGA sanscrito, sta per śiva (il "DISTRUTTORE"), perchè il dio dai tre occhi è mahāpreta, il "GRANDE DEFUNTO", morto per il gran ridere (AH! AH! AH!....). unito alla prima lettera, la "POTENZA SUPREMA" , rivela il principio di individualità: अहम् aham, IO.

kṣa, l'insieme delle consonanti, nome della quarta incarnazione di  viṣṇu (il "CONSERVATORE", unito alla a, diviene akṣa che significa colonna, pilastro (come la colonna dalla quale emerge l'Uomo Leone) e finisce per indicare la latitudine terrestre, ovvero l'angolo formato da un punto sulla superficie terrestre (di un pianeta) con il piano equatoriale.
Un altra informazione: per Pāṇini le consonanti servono ad "interrompere", a "limitare" le vocali.
In qualche modo la nadi di sinistra (haṃ) è legata alla potenza creativa delle sillabe e la nadi di destra (kṣa) è legata al loro potere limitante.
Le vocali, in un certo senso, rappresentano i diversi colori della natura e le consonanti sono invece le linee che, delimitando lo spazio, rendono "leggibile"la diversità.
klee
Ecco perchè viene detto (hathayoga pradīpikā, 17): 

"Sole (nadi di destra) e luna (nadi di sinistra) regolano il tempo in forma di giorno e di notte".

La nadi di sinistra è bianca perchè bianco è il colore dello sperma.

La nadi di destra è rossa perchè rosso è il colore del sangue mestruale che segue i ritmi delle fasi lunari.

Per sviscerare la valenza operativa di quanto abbiamo detto occorre introdurre un altro concetto, quello di ओजस् ojas, in sanscrito"LUCE", "POTERE", "ENERGIA". Ojas è la vitalità innata dell'essere vivente.

E' da ojas che proviene la forza che fa emettere lo sperma, ed ojas è stimolato dal desiderio. Una volta che si è sottoposti alla misura del tempo e delle stagioni, la vitalità si esprimerà in una forma assimilabile al ritmo del giorno o della notte. Prendiamo ad esempio l'atto sessuale dal punto di vista maschile: ci saranno una fase  iniziale -uno sguardo, un sorriso, un bacio, una carezza...- che porta all'eccitazione (potenza dell'atto), una fase intermedia,  la penetrazione  (volontà dell'atto), ed una fase finale, orgasmo ed eiaculazione (efficacia dell'atto).

L'eiaculazione corrisponde ad una dispersione della vitalità non perchè ojas (parola neutra, nè maschile né femminile) può in qualche modo essere limitato da una emissione, ma perchè fisicamente e psicologicamente l'emissione  coincide in genere con la fine del desiderio.

Se si osservano con distacco le statue ed i dipinti erotici indiani, si vedrà che l'atto sessuale è SEMPRE IN POTENZA:

kamasutra

 

Gli amanti, mai troppo coinvolti emotivamente, sono sempre ritratti nell'atto di iniziare un rapporto sessuale. Non c'è una sola immagine erotica indiana in cui venga rappresentata la fase conclusiva del rapporto! Queste immagini solito sono ispirate in genere alle otto per otto posizioni del kāma śāstra (di cui il kāma sutra del filosofo vedantino vātsyāyana fa parte).

Il kāma śāstra non è un manuale per far meglio l'amore, ma è una serie di scritture sacre attribuite a nandi, che non è  il toro bianco di śiva, come crediamo noi (o almeno non solo), ma è anche e soprattutto, il guru di un gruppo di 18 siddha di cui faceva parte patañjali. Nel kāma śāstra, nandi descrive la sacra unione di śiva e della Dea e insegna, più o meno esplicitamente, come non disperdere ojas (vitalità) e trasformarlo in vīrya (parola che significa "splendore", "coraggio", "dignità") mantenendo sempre vivo, "in effervescenza" il desiderio.

A questo punto, alla luce di quanto scritto e sapendo che:

la nadi di destra, piṅgala, è il SOLE ed il dio kāma -

la nadi di sinistra, iḍā, la LUNA e il dio śiva

il canale mediano è il FUOCO e la dea durga,  

molte descrizioni poetiche ma a volte enigmatiche detesti antichiassumono l'aspettodi indicazioni operative assai chiare ed esaudienti.......  


"Il Cielo è Fuoco 

Il Sole è la legna da ardere  

E i suoi raggi raggi sono il Fumo. 

Il giorno è la Fiamma e la Luna le sue braci, 

E le  stelle scintille. 

E' in questo fuoco che gli dei sacrificano la Fede. 

[.......] La Donna è Fuoco Il Pene è la legna da ardere. 

Il desiderio che stordisce gli amanti è il fumo

E la Vagina  la fiamma.

L'unione degli amanti è la brace

E l'orgasmo la scintilla che ravviva.

E' in questo Fuoco che gli dei sacrificano lo Sperma.

E' da questa offerta che sorge la vita".

(Chandogya Upanishad)


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