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XVI LEGISLATURACAMERA DEI DEPUTATIN. 753PROPOSTA DI LEGGEd'iniziativa dei deputati ......Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedalieroPresentata il 6 maggio 2008Onorevoli Colleghi! - In Italia ogni anno muoiono circa 60.000 persone per arresto cardiaco improvviso: 1 su 1.000 abitanti; 1 ogni 19 minuti. Un numero enorme che corrisponde al 10 per cento dei decessi che si verificano annualmente nel nostro Paese. In Europa si calcola che le vittime di tale evento siano oltre 300.000, e spesso si tratta di giovani. La percentuale di sopravvivenza all'arresto cardiaco è inferiore al 2 per cento, poiché i sistemi tradizionali di soccorso molto spesso non arrivano in tempo per eseguire con successo l'unica terapia in grado di ristabilire la normale attività cardiaca, ovvero la defibrillazione elettrica applicata in tempi brevi.Molto spesso i sistemi di soccorso hanno purtroppo tempi d'intervento troppo lunghi a causa delle distanze e del traffico cittadino, mentre, nel caso di arresto cardiaco, siamo in presenza di una seria e decisiva lotta contro il tempo.La morte improvvisa è un evento drammatico con ripercussioni sociali ed economiche, e purtroppo costituisce una modalità frequente di decesso nei Paesi industrializzati.Infatti, a dispetto degli enormi sforzi profusi negli ultimi decenni per migliorare il tasso di sopravvivenza, l'arresto cardiaco extraospedaliero continua a essere una delle principali cause di morte in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi industrializzati. Le cronache dei quotidiani non raramente riferiscono di giovani che, improvvisamente, si accasciano a terra nei campi di calcio e nei campi di tennis, durante corse per dilettanti e così via.Dopo un arresto cardiaco (perché questa è la vera causa di tali morti) il tempo è cruciale: ogni minuto di ritardo nel somministrare la scarica elettrica riduce del 5-10 per cento le possibilità di riavviare il cuore.Un miglioramento nel tasso di sopravvivenza si ottiene quando i testimoni del malore sono in grado di riconoscerne la gravità, dare subito l'allarme e indicare correttamente i dati sulle condizioni del paziente che sono richiesti dalla centrale operativa chiamata per il soccorso. Il passo successivo è l'esecuzione, da parte dei testimoni, di manovre di rianimazione cardiopolmonare utili a guadagnare tempo in attesa dell'arrivo dei soccorsi; il terzo anello della catena della sopravvivenza in questi casi, e quello più critico, è la defibrillazione precoce, poiché l'arresto del cuore determina, molto spesso, una condizione di aritmia grave denominata «fibrillazione ventricolare». L'ultimo anello è il veloce trasporto in un centro specialistico di rianimazione.È allora indispensabile diffondere a larghe fasce della popolazione la cultura dell'emergenza, formando i comuni cittadini, così come previsto dalla presente proposta di legge, ad essere soccorritori in caso di necessità...