SINDROME DEL QTLungo

Cagliari: la morte dell'arbitro Riccardo Santoru. Aperta un'inchiesta, autopsia ...


 Il decesso di Riccardo Santoru poteva essere evitato? Il giovane arbitro stroncato da un infarto cardiaco venerdì mattina (4 Settembre 2009) al campo Coni di Cagliari aveva un male che poteva essere diagnosticato o si è trattato di qualcosa di impossibile da prevedere?Le risposte a queste domande, che potrebbero avere degli sviluppi sull'indagine per omicidio colposo contro ignoti aperta dal magistrato Alessandro Pili, arriveranno domani mattina dall'autopsia che il medico legale Francesco Paribello eseguirà sul corpo del giovane arbitro cagliaritano morto venerdì mattina sulla pista d'atletica dell'ex campo Coni.LE TESI L'esame autoptico (per ora la famiglia Santoru non ha nominato un perito di parte e potrebbe non farlo) stabilirà se il ventunenne studente in Ingegneria sia stato stroncato da una disfunzione difficilmente riscontrabile anche da una visita medica agonistica (come quella che aveva superato senza problemi più volte, l'ultima nel marzo del 2009). Un aneurisma, un'alterazione cardiaca o una malattia congenita: potrebbe essere una di queste la causa che ha ucciso il giovanissimo fischietto . Ma non è detto che qualche particolare possa essere sfuggito ai medici durante le visite effettuate da Riccardo negli ultimi cinque anni (per legge gli esami devono essere conservati). Forse qualcosa che avrebbe potuto salvargli la vita.L'ESPERTO Per ora è impossibile sbilanciarsi. Dai racconti dei colleghi presenti al campo Coni per la prova atletica organizzata dall'Aia in vista dell'inizio dei campionati dilettanti, Riccardo Santoru è sembrato in forma. Ha corso senza problemi i primi mille metri per poi accasciarsi improvvisamente. Tutta la documentazione, e il suo certificato medico, sono stati sequestrati dai carabinieri di Cagliari, coordinati dal capitano Davide Colajanni. «La morte improvvisa da sport», commenta Francesco Stagno, direttore dell'Istituto di medicina dello sport di Cagliari, «è un tema sempre dibattuto. Gli esempi, vedi il caso del giocatore spagnolo Puerta, ci dicono che nonostante le visite e i controlli approfonditi e continui qualcosa di imponderabile può sempre accadere. Qualcosa che non può essere riscontrato con gli esami normali». Lo stesso accade anche nel mondo sportivo dilettantistico: «In Italia», prosegue il medico, «abbiamo una legislazione che ha portato la mortalità a medie bassissime, allo 0,3 per mille. Un elettrocardiogramma sotto sforzo, l'analisi delle urine e la spirometria garantiscono uno screening valido. Non è possibile attuare su tutti gli sportivi esami invasivi e costosi».I RISCHI Stagno non trascura però un particolare importante: «Come medici abbiamo l'obbligo professionale e morale di non sottovalutare anche il più piccolo dei segnali che arriva dagli esami. Spesso è da queste cose che si può salvare la vita di un atleta o di un arbitro e permettergli, con alcuni accorgimenti, di fare comunque dello sport». Dunque è essenziale che lo sportivo si sottoponga agli esami («Argomento delicato perché purtroppo in molte società dilettantistiche manca la cultura medica sportiva e le visite vengono viste come un costo inutile», dice sospirando Stagno) e che il medico sia il più scrupoloso possibile. «Poi», conclude, «l'imponderabile esiste. E lo dobbiamo mettere in conto tutti».IL FUNERALE Intanto in segno di lutto lo sport sardo (campionato d'Eccellenza e Coppa Italia di Promozione) si è fermato per due giorni. Venerdì sera una folla immensa si è riunita in preghiera nella veglia organizzata alla parrocchia Vergine della Salute al Poetto. In questa chiesa martedì, alle 15,30, verrà celebrato il funerale di Riccardo.MATTEO VERCELLIhttp://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/142910