SINDROME DEL QTLungo

Sindrome del QT lungo


Dalla biologia molecolare al management clinico: il caso della sindrome del QT lungo A cura del professor Peter J. Schwartz Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli studi di Pavia  Introduzione La sindrome di QT è una malattia geneticamente trasmessa. Si manifesta clinicamente in soggetti giovani che vanno incontro a sincopi, arresti cardiaci o morte improvvisa, nella maggior parte dei casi in condizioni di stress emotivo o fisico. Si tratta di una patologia per la quale i soggetti sintomatici lasciati senza terapia hanno un rischio di morte estremamente alto. Sebbene le conoscenze su questa malattia siano cresciute negli ultimi anni, garantendo terapie adeguate ed efficaci, alcuni pazienti che ne sono affetti rimangono purtroppo non adeguatamente trattati.
Diagnosi e criteri diagnostici I criteri diagnostici proposti nel 1985, aggiornati nel 1993, rimangono validi da un punto di vista pratico. Si può porre diagnosi di sindrome del QT lungo in presenza di due criteri maggiori oppure di uno maggiore e due minori. Quelli maggiori comprendono QT allungato, episodi sincopali indotti da stress, storia familiare di sindrome del QT lungo; quelli minori, invece, sordomutismo congenito, alternanza elettrica dell'onda T, bassa frequenza cardiaca, anomalie della ripolarizzazione.
Terapia Una volta posta la diagnosi, si interviene con terapia beta-bloccante, personalizzata a seconda del genotipo del paziente. In caso di arresto cardiaco, oltre all'approccio farmacologico viene suggerito un primo intervento meccanico con defibrillatore, per poi iniziare con i beta-bloccanti. Al fine di ridurre, inoltre, la probabilità di uno shock è bene procedere con simpaticectomia sinistra.
Biologia molecolare e sindrome del QT lungo Le conoscenze acquisite nell'ambito della ricerca biomolecolare dimostrano una stretta correlazione tra specifiche mutazioni e le sue espressioni fenotipiche. Sono stati identificati sei geni sottesi alla sindrome del QT, di cui tre fondamentali perché consentono di comprendere le differenti manifestazioni cliniche. Si tratta di mutazioni che interessano i geni KvLQT1, hERG e SCN5A che codificano per delle correnti ioniche specifiche: il primo per una corrente ripolarizzante al potassio (IKs), il secondo per una corrente sempre al potassio ma più rapida (IKr), e il terzo per una corrente al sodio (INa). Ogni genotipo specifico causa una determinata alterazione elettrofisiologica, che sembra correlare a una determinata espressione fenotipica della malattia, per la quale è possibile ottimizzare una strategia terapeutica mirata.
Conclusioni La sindrome del QT lungo, sebbene poco comune, è una malattia oggettivamente importante ed è paradigmatico come, nel corso degli ultimi anni, la biologia molecolare e l'identificazione di mutazioni specifiche abbiano portato ad una controparte clinica così stretta.