SINDROME DEL QTLungo

TI HANNO UCCISO ANCORA...PICCOLA STELLA ORA IN CIELO...DAI LA FORZA ALLA TUA FAMIGLIA PER NON ARRENDERSI...


Nome: Antonio Corbia      Città: Alghero    Spedito il: 17/12/2010 13.08.57 Questo l'ho inserito io CORBIA Antonio, cosi a chi potrebbe dare fastidio non perde tempo inutile a rintracciare l'autore. Hanno tutti lavorato con coscienza, quindi i medici sono stati "A S S O L T I ". Fino a oggi non sapevo che ad Alghero vi fosse un’elite di professionisti.Da ora in poi tutte le persone che andranno a fare le stesse visite che hai fatto TU dal 1999 al 2003 possono stare tranquille.Sopratutto quelle con i problemi che avevi tu, Cara Figlia: come potevano riscontrare la tua malattia dai tracciati dell'ECG di base, che importa se sottosforzo e durante il recupero l’intervallo QT era allungato, tanto sai bene cosa dicono gli esperti, si guardano solo gli ECG di base e i tuoi, come sai, non indicavano nessun allungamento.E poi ad Alghero, anche se i protocolli non lo prevedono, i nostri medici di elite per scrupolo fanno eseguire in più anche gli ECG sottosforzo e durante il recupero, così stanno tranquilli, certo poi non possono perdere tempo a visionarli e se poi in uno di questi tracciati che in altri il QTc ben al di sopra del limite dei 460 msec, beh, pazienza, non sono certo i medici che se ne devono accorgere... E poi chi l’ha detto che inviarti ad un centro specializzato come il San Matteo di Pavia sarebbe servito, chi l’ha detto che, se anche la terapia con i betabloccanti avesse fallito nel prevenire le sincopi, un defibrillatore impiantabile ti avrebbe salvato la vita? Quindi era inutile inviarti in un centro dove da decenni studiano e curano persone affette da sindrome del QT lungo, in quegli anni i professionisti che lavorano in Alghero queste cose le valutavano al momento, come quando anno dopo anno ti hanno rilasciato i certificati subito dopo la visita, sai ti hanno vista in faccia, hanno dato un’occhiata all’ECG di base e via, avanti un altro, e arrivederci alla prossima volta. Sai, per gli esperti del settore nel solo ECG di base del 16.02.2002 il QTc era di 480 msec, quindi al di sopra della norma, ma perchè insospettirsi e perdere tempo a visionare gli ECG sottosforzo e durante il recupero, tanto sono un di più, e cosa interessa se in quei tracciati il QTc in alcune derivazioni arrivava a 566 msec, sai questo non lo dicono mica un professionista d’elite di Alghero e un esperto romano del settore, lo dice un Santone di nome Peter J. Schwartz del San Matteo di Pavia, che ha la cattedra di Cardiologia all’Università e dal 1970 svolge studi sulla sindrome del QT lungo, molto meglio sentire le conclusioni di periti che si ritengono professionisti, tanto che il Giudice valutando le loro conclusioni ASSOLVE i nostri medici di elite... P.S.: Comunque chi è interessato può seguire cosa è stato detto nel corso di un Congresso di Cardiologia, dove sicuramente è inutile che partecipino Medici di Elite come quelli che abbiamo noi ad Alghero: http://www.tcgroup.it/appoggio/sic2007/rel.asp?rel=0350-SchwartzAssolti dalla pesante accusa di omicidio colposo i due medici che secondo l’accusa non avrebbero riconosciuto la sindrome del QT lungo. Determinante la perizia di autorevoli professori 28-06-2004: muore nel sonno Scagionati i due medici ALGHERO Assolti dalla pesante accusa di omicidio colposo il cardiologo Tonino Bullitta e il medico sportivo Paolo Patta, processati per il decesso della pallavolista algherese morta nel sonno. I due medici, secondo il Pubblico Ministero Gianni Caria, non avrebbero riscontrato in sei diversi tracciati di elettrocardiogramma la sindrome del QT lungo, disfunzione cardiaca di cui la ragazza soffriva e che le avrebbe dovuto impedire l’attività agonistica. Circostanza però confutata in sede processuale dai legali e consulenti dei due medici, ai quali ha sostanzialmente dato ragione la perizia del collegio (un cardiologo, un medico sportivo e un medico legale) nominato dal Giudice monocratico Carla Altieri, composto da periti della Sapienza di Roma. E così il Tribunale ha scagionato i due professionisti, con formula piena, perchè il fatto non sussiste. Corinne Corbia se ne andà il 28 giugno 2004 a 18 anni, poco dopo aver sostenuto brillantemente l’esame di maturità. I genitori la trovarono priva di vita nel suo letto. Immediata la richiesta d’aiuto al 118 ma per Corinne Corbia non ci fu nulla da fare. Ogni anno l'Istituto Classico di Alghero ricorda Corinne, "studentessa esemplare, prematuramente ed improvvisamente scomparsa", con una borsa di studio, grazie anche al contributo dell’Amministrazione Comunale.    Alghero, atleta morta nel sonno, scagionati due mediciIl fatto non sussiste. Con questa formula il giudice Carla Altieri ieri ha assolto il cardiologo Tonino Bullitta e il medico sportivo Paolo Patta dall'accusa di omicidio colposo della liceale e pallavolista algherese Corinne Corbia. La ragazza morì nel sonno il 28 giugno del 2004, la mattina dopo avere brillantemente sostenuto gli orali all'esame di maturità
SASSARI. A stroncare la giovane vita di Corinne fu la sindrome del «QT lungo» di cui la diciottenne soffriva inconsapevolmente fin dalla nascita e che provocò la cosiddetta «morte elettrica». Il processo, basato sugli autorevoli pareri di cattedratici, è stato celebrato per verificare l'eventuale disattenzione dei medici che monitorarono la salute di Corinne durante tutta la sua promettente carriera agonistica nella Gymnasium Alghero. Corinne Corbia non affrontava mai un campionato senza fare gli esami medici. Era successo per sei volte e la giovanissima aveva sempre ottenuto il nulla osta a praticare attività agonistica. Secondo il pubblico ministero Gianni Caria, i suoi consulenti e i periti del gip, la sindrome del QT lungo era ben evidenziata dai tracciati elettrocardiografici.Questa circostanza è stata confutata dai consulenti dei due medici, che sono stati difesi dagli avvocati Salvatore Porcu e Gianpaolo Galleri. I due legali hanno contrastato la tesi del pubblico ministero, secondo il quale i due imputati avrebbero dovuto rendersi conto del problema e mettere in guardia Corinne e impedirle di continuare ad allenarsi. L'attività fisica è infatti sconsigliata in questi casi. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna del cardiologo e del medico sportivo. Determinante, nel processo celebrato dal giudice monocratico Carla Altieri, la perizia collegiale di un medico legale, di un cardiologo e di un medico sportivo. I periti - tutti docenti della Sapienza di Roma - hanno dato ragione alla difesa. Al momento della lettura della sentenza, oltre ai due medici e ai loro legali, erano presenti in aula i genitori della giovanissima atleta.(17 dicembre 2010)