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DAL BLOG DI MARINA SOBBONA


"Dinamicità sismica anomala, mai così intensa dal Settecento. Allerta massima: aspettiamoci scosse in altre zone"Post n°711 pubblicato il 29 Maggio 2012 da SoBBonaMartedì, 29 maggio 2012 - 12:47:00
"Dal 20 maggio c'è in corso una forte attività sismogenetica sull'Italia. Tra Finale Emilia e Mirandola, ma anche in Calabria e Basilicata. E' una situazione anomala. Una dinamicità sismica così forte non si verificava dal Settecento-Ottocento. Le nostre generazioni non hanno mai vissuto niente di simile".Così Giampaolo Giuliani, ricercatore su precursori sismici e terremoti ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it quello che sta succedendo nell'Emilia Romagna sconvolta dal terremoto, ma anche in tutto il resto del Paese. Nuove, forti scosse in Emilia: che cosa sta succedendo? "Innazitutto l'epicentro si è spostato da Finale Emilia verso Mirandola, come era già evidente da qualche giorno. Nella zona c'è una forte energia sotterranea che sta crescendo e che causa queste forti scosse. Aspettiamoci un nuovo sciame sismico, che potrebbe causare nuovi crolli su edifici già lesionati".Nuove scosse di quale intensità? "Magari non del quinto o sesto grado, ma comunque forti soprattutto in relazione alla tipologia di edifici di cui è disseminata l'Emilia come tutta l'Italia. Storici, vecchi oppure mal costruiti. Anche scosse di magnitudo 3.8, 4, 4.5 della scala Richter possono provocare danni seri".Da che cosa dipende questa anomala attività sismica? "Tutta la dorsale appenninica sta vivendo un momento di forte rilascio sismico, che andrà avanti per giorni. Dobbiamo ascoltare i segnali della natura: quando c'è un accumulo di tanta energia, questa si può rilasciare solo attraverso terremoti. Non è vero che certi eventi non sono prevedibili".Che cosa potrebbe succedere? "I sensori stanno rilevano anomalie a grande distanza, almeno 400 km, da L'Aquila, dove abbiamo sede. Potrebbe essere verso nord o verso sud. La fascia centrale sembra più tranquilla".Che cosa fare, allora? "Nell'immediato bisogna mettere in sicurezza la popolazione nelle zone colpite dell'Emilia. Gli abitanti nel raggio di 20-25 km dall'epicentro non devono dormire nelle loro case. La Protezione Civile già presente sul posto pensi soprattutto ad anziani, bambini, studenti. E si faccia attenzione agli edifici già lesionati".E sul lungo periodo? "Serve più prevenzione. Abbiamo edifici che non sono stati messi in sicurezza. Serve una nuova cultura".Quali zone d'Italia devono stare all'erta? "Sicuramente le zone statisticamente a rischio, come Sicilia, Calabria e anche Abruzzo, per quanto in questo momento apparentemente 'tranquillo'. Quando nelle faglie lungo tutta la dorsale appenninica si rileva un'energia così forte, bisogna aspettarsi nuovi eventi sismici nei 10-15 giorni successivi: questo è il tempo di rilascio dell'energia".Ci sono aree che possono considerarsi non a rischio? "Direi di no. Bisogna fare tutti attenzione. Proprio per la grande energia presente potrebbero innescarsi o risvegliarsi nuove faglie fino ad oggi inesistenti oppure addormentate. La stessa Emilia non era considerata a rischio di episodi sismici così violenti".Perché proprio ora questa "esplosione" di energia? "Il nostro è un territorio a grande rischio sismico, che almeno da dieci anni era 'troppo tranquillo'. Tra 1985 e 2009, infatti, c'è stato sì qualche forte terremoto, ma si trattava di episodi sismici isolati. I nostri sensori non percepivano sciami, che normalmente servono a scaricare energia ed evitare che si arrivi a rilasci così intensi. Era matematico che dopo un periodo simile la natura 'esplodesse'. Il nostro territorio è costituito da faglie non lunghissime, tra i 20 e i 30 km, che generano terremoti di 6-7 gradi Richter al massimo. In Giappone e nella cintura di fuoco del Pacifico, dove le faglie sono molto più lunghe, si arriva anche a 8-10 gradi. Il problema dell'Italia, ribadisco, è la vulnerabilità delle costruzioni sul nostro territorio".Maria Carla Rota