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De Rerum Natura


Genitrice degli Eneadi, piacere degli uomini e degli dèi,Venere datrice di vita, che sotto i corsi celesti degli astridovunque avvivi della tua presenza il mare percorso dalle navi,le terre fertili di messi, poiché grazie a te ogni specie di viventiè concepita e, sorta, vede la luce del sole -te, o dea, te fuggono i venti, te le nuvole del cielo,e il tuo arrivare; a te soavi fiori sotto i piedi fa spuntarel'artefice terra, a te sorridono le distese del maree placato splende di un diffuso lume il cielo.(...)(...)Tu sola infatti puoi con tranquilla pace giovareai mortali, poiché sui fieri travagli della guerra ha dominioMarte possente in armi, che spesso sul tuo grembos'abbandona vinto da eterna ferita d'amore;e così, levando lo sguardo, col ben tornito collo arrovesciato,pasce d'amore gli avidi occhi anelando a te, o dea,e, mentre sta supino, il suo respiro pende dalle tue labbra.Quando egli sta adagiato sul tuo corpo santo, tu, o dea,avvolgendolo dall'alto, effondi dalla bocca soavi parole:chiedi, o gloriosa, pei Romani placida pace.(...)Lucrezio per parlare delle cose della natura esordisce con l'inno a Venere, come forza trainante per "l'universo mondo" e protettrice dei mortali (per lui i Romani).Venere datrice di vita e vitalità, che può placare Marte e donare la pace agli uomini.L'Amore quale unica risorsa contro la Guerra.L'Amore che annulla tutte le volontà.L'Amore che dà pace a chi ama.Ed è così che a distanza di oltre venti secoli gli uomini ancora vivono l'amore. Tutti, a loro modo, sanguinari e battaglieri come Marte, ma inermi come bambini innanzi alla dea.E' magnifico, seppur raro, perchè solo agli dei è concesso il lusso di disporre del proprio tempo, e non basta portarne il nome per abbandonarsi all'Amore tante volte quanto si vorrebbe.Però è così che mi vedo, rapito dalla presenza della mia Venere, accoccolato sul suo grembo in un momento di pace senza tempo.Scritto ascoltando Robbie Williams, Swing When You're Winning (Live at Royal Albert Hall)