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So già che ne nascerà una polemica ma.. per definirsi uomini occorre ben altro che una partita di football. Sono conscia, tuttavia, che al giorno d'oggi, vivendo in una società così superficiale e priva di valori, forse, sia normale che una partita possa avere un'importanza così elevata.

Hai ragione, ma anche no. Per un uomo (e per i maschi di tante specie) l'affermazione sull'avversario è condizione fondamentale per sancire la propria virilità. Un gioco di questo tipo, che ipoteca fortemente l'incolumità fisica, mette in campo l'orgoglio personale e lo spirito di sacrificio. Il fatto che sia un gioco di squadra crea quindi una sorta di "cameratismo" che coinvolge tutti i compagni. Se ti tiri indietro metti in difficoltà gli altri e li lasci esposti ai rischi, da soli. Un "uomo" (in senso tradizionale del termine) non può farlo senza essere denigrato. Da qui la frase finale. Che nella vita ci sia altro è indubbio, ma è altrettanto vero che l'affrontare con coraggio e responsabilità le proprie paure e i rischi non sia qualcosa di marginale. Nel gioco, come nella vita, i vigliacchi sono tali.

Ogni maledetto sabato? ;-) In bocca al lupo. E' affascinante il football americano e oltre ad un fisico che resista al contatto ci vuole una bella testa. Perchè, botte a parte, vince chi attua la migliore strategia di penetrazione nelle "fila nemiche". Sbaglio?

Grazie dell'augurio... abbiamo vinto 16-13 dopo una vera battaglia. Non sbagli, la strategia e la capacità di adattamento sono fondamentali. Ci vuole molto studio e applicazione per mettere a frutto le strategie, oltre ad un coaching staff che sappia scegliere la tattica ideale per ogni momento della partita. Poi ci vuole intuito e infine tanta determinazione e tante botte per arrivare allo scopo.