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« Tempo | L'Amore è... » |
Ieri sera è tornato alla ribalta in me, grazie al contributo di un'amica con cui stavo scambiando SMS e di una "ex" con cui stavo confermando l'impossibilità di un rapporto, il concetto di "quantità d'amore".
E' difficile, forse impossibile, quantificare l'amore.
Proviamoci.
Come metro di valutazione possiamo utilizzare forse l'inconscia predisposizione al sacrificio verso chi si ama.
L'esempio più lampante è quello di una mamma, una qualunque.
Quasi qualsiasi madre darebbe la vita per il bene del proprio figlio.
In questo modello abbiamo un concetto di amore che trascende l'individualità, che porta a pensare prima ad un altro, che rende felici della felicità altrui.
Se poi è in un rapporto sentimentale reciproco si finisce con il cercare di realizzare sè stessi perchè ciò rende felice l'altro e quindi noi stessi.
E' un circolo virtuoso che porta ad un escalation di bene.
Questo "stato di grazia" dura fino a quando agenti esterni (difficoltà, morte, malattia) non cambiano le cose.
Si vuole il partner quale parte di sè, e reciprocamente si fondono le proprie anime. Per sempre.
E' indiscutibile che più di così non si può fare.
Possiamo dire quindi che questo modo di amare è il 100%.
Poi c'è l'amore "ti amo, però devi fare questo o quello" non si mette in dubbio che ci sia amore, ci sia affezione verso qualcuno che occupa un ruolo di rilievo nella nostra vita, ma lo amiamo in funzione dell'integrazione che ha in un concetto individuale di vita.
La coppia non è un'entità concreta, ma si cercano stimoli affinchè la coppia vada avanti, ci soddisfi a prescindere dal partner e dai suoi interessi, problemi, difficoltà. Restare soli è difficile, e allora si sta bene così.
Se due si amano in questa maniera vanno avanti una vita...magari non saranno coinvolti fino al midollo, ma vanno avanti bene.
Per dare un punteggio a questo modo di amare... direi 75%
Poi c'è l'amore "di convenienza", è sempre amore, ma basato più su un tacito accordo in cui i due partner finiscono con l'avere bisogno dell'altro per ottenere uno scopo. Ci si affeziona perchè se ne ha bisogno, si ha dipendenza dal partner e con il tempo non si riesce a farne a meno.
E' triste una vita d'interesse, ma si può voler bene a chiunque. Punteggio finale 50% (soltanto perchè quasi tutti finiscono con il fare gesti d'amore anche se non amano).
Sotto a questa soglia metterei tutti quei rapporti (di coppia o amicizia) dove c'è stima e rispetto ma nessun senso di appartenenza. Bei rapporti, ma superficiali.
E poi ci sono le infinite sfumature tra il 50% e il 100%.
Se non riesci ad uscire da te per amare davvero...sarai sempre un perdente, tranne che nell'opportunismo.
Se sei arrivato dalle parti del 100% e la storia è finita, magari lanciandoti in un baratro profondo.
Se ti sei rialzato, hai scalato le pareti aguzze della assenza di sè.
Se hai rivisto la luce, magari grazie ad un amico.
Hai davanti una vita da vivere, ma da campione, magari accanto ad amici degni di tale nome.
E se incontrerai un'anima affine sarete in due...felici e contenti finchè ce ne sarà l'occasione.
La tua vita sarà un successo, perchè per amare non bisogna essere amati.
Scritto ascoltando Brian Adams, Straight from the heart (So Far So Good)
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