IL Festival di San Remo ormai è solo una passerella e il tentativo per molti per dimostrare che esistono ancora (musicalmente parlando) e altri che provano nuove strade dopo aver abbandonato la musica (Celentano e Morandi).A che serve il Festival se ormai se per farsi conoscere basta postare un video sui social network, a che serve presentare un nuovo brano a San Remo se esistono migliaia di Radio Private sempre assetate di nuovi dischi.San Remo è solo un semplice programma televisivo alla pari di Amici, C’è Posta per Te, Grande Fratello, Isola dei Famosi, un contenitore televisivo che peraltro consente di sperperare milioni di euro. Meglio un’Olimpiadi a Roma che un San Remo a questo punto, meglio un presentatore giovane che un Senatore dello spettacolo, meglio i nuovi comici che la sacralità di “predicatori” che avendo smesso da tempo di scrivere e cantare brani, tentano nuove avventure. In tutto questo c’è il rischio che qualche artista bravo rischia di essere distrutto da una macchina dello spettacolo che non guarda alla qualità ma al resto. Che tristezza vedere Lucio Dalla, la Bertè, cimentarsi su un palcoscenico che magari guarda più all’abbigliamento che alla qualità della musica.Meglio cambiare canale per non svegliarsi la mattina dopo e pensare che in Italia siamo davvero alla frutta.
SAN REMO: SIAMO ALLA FRUTTA !!
IL Festival di San Remo ormai è solo una passerella e il tentativo per molti per dimostrare che esistono ancora (musicalmente parlando) e altri che provano nuove strade dopo aver abbandonato la musica (Celentano e Morandi).A che serve il Festival se ormai se per farsi conoscere basta postare un video sui social network, a che serve presentare un nuovo brano a San Remo se esistono migliaia di Radio Private sempre assetate di nuovi dischi.San Remo è solo un semplice programma televisivo alla pari di Amici, C’è Posta per Te, Grande Fratello, Isola dei Famosi, un contenitore televisivo che peraltro consente di sperperare milioni di euro. Meglio un’Olimpiadi a Roma che un San Remo a questo punto, meglio un presentatore giovane che un Senatore dello spettacolo, meglio i nuovi comici che la sacralità di “predicatori” che avendo smesso da tempo di scrivere e cantare brani, tentano nuove avventure. In tutto questo c’è il rischio che qualche artista bravo rischia di essere distrutto da una macchina dello spettacolo che non guarda alla qualità ma al resto. Che tristezza vedere Lucio Dalla, la Bertè, cimentarsi su un palcoscenico che magari guarda più all’abbigliamento che alla qualità della musica.Meglio cambiare canale per non svegliarsi la mattina dopo e pensare che in Italia siamo davvero alla frutta.