Ma'pe iabbu

Post N° 140


demianfree Non ha ancora staccato dalle lenzuola l'ombra del sonno. Una pozzanghera appiccicosa d'intenti sul materasso, ci sguazzano ancora aborti della notte e sperma. Feti d'un fato districato dalle dita delle vecchie streghe del tempo. Non ha ancora saldato i suoi confini alla pelle, e' come se fosse lontano, e anche li', seduto, a guardarsi le mani, ad affondare lo sguardo attraverso la carne fino al pavimento lucido e metafisico dei suoi pensieri. Pensa di alzarsi, di andarsi a fare una doccia e di asciugarsi al vento... pensa di disperdersi, alle labbra della terra d'ingoiarsi. Non ha ancora staccato dalle lenzuola l'ombra del sonno e pensa che i suoi pensieri sono manufatti. Si alza. Uno sguardo lungo raccoglie l'ombra portandosela in bagno. Apre il rubinetto, si spoglia, entra nella vasca e si lascia scivolare via i postumi dell'insonnia. Chiude il tappo della vasca e si sdraia. L'acqua scende e riempie le forme. Io galleggio... trabocca d'acqua riversandosi sul pavimento. L'odore della notte ha tralasciato di mischiarsi al pavimento. Assaggia la piastrella sotto il suo naso con la punta della lingua, si tira sł e ruota gli occhi fuori e dentro. Chiude l'acqua. Pensa che al piano di sotto possa anche piovere ma pensa anche che a volte le previsioni mancano di precisione. Le nuvole sono bizzarre. Le mie dita sono bruchi... si guarda le mani e i polsi, si guarda mentre osserva le sue mani e i polsi, vede qualcuno osservarlo mentre si guarda le mani e i polsi. Un intruso. Appena cade nella carne si muove e si rifugia nella stanza da letto. Nella camera il letto sembra una pozzanghera appiccicosa d'intenti. Si siede al bordo appiccicando l'ombra del sonno alle lenzuola.