L'Europa ha 50 anni,
almeno come comunità di stati. Risale infatti al 1957 la firma dei
trattati di Roma e l'applicazione del sistema comunitario come lo
conosciamo ora. Così quest'anno il CIDE (Centro Nazionale di
Informazione e Documentazione Europea) ha deciso di celebrare l'evento
rispondendo alla grande domanda di informazione da parte del pubblico
riguardo alle istituzioni, alle politiche e ai programmi dell'Unione
Europea.
Europèdia è una di queste risposte.
Il progetto si basa su una realizzazione di
MAP Cross Communication, una società romana che si occupa di nuovi format di comunicazione per l'impresa pubblica e privata, e di
7th Floor,
magazine free press dedicato alla comunità business e distribuito nelle
grandi aziende italiane, ideato da Carlo Infante, Andrea Genovese e
Stefano Diana. Europèdia è un'installazione itinerante che tocca le
grandi piazze al chiuso italiane (come la Galleria Alberto Sordi a
Roma) con un ambiente interattivo in grado di stimolare i sensi e le
apparecchiature tecnologiche.
All'installazione è associato quello che viene definito un geoblog,
una grande mappa d'Europa in stile Google Maps, marchiata con le tag
degli utenti che indicano tutti i luoghi dell'Europa, da quelli
istituzionali a quelli privati ed "emozionali", come li definisce Carlo
Infante che (
non nuovo a questo tipo di iniziative) si è occupato proprio del geoblog in particolare. In
più, l'area dell'installazione è coperta dal WiFi, invia messaggi
Bluetooth ai telefoni abilitati ed è disseminata di "matrix code",
codici a barre digitali che, letti dalle fotocamere dei cellulari che
hanno installato il software appropriato, restituiscono stringhe di
testo e URL a cui connettersi.Dal punto di vista fisico
l'installazione è formata da alcune postazioni "audio-interattive" che,
quando qualcuno si siede, attivano e trasmettono alcune riflessioni di
grandi pensatori sull'Europa. C'è anche un grosso monolite nero dotato
di sensori di prossimità e di movimento che è formato da quattro pareti
di monitor che mandano immagini e schermate con le quali è possibile
interagire senza dover toccare nulla.
L'installazione
sarà alla Galleria Alberto Sordi di Roma ancora per oggi, poi dal 30
marzo al 3 aprile sarà a Torino (Galleria San Federico) e dal 9 al 13
maggio a Lecce (Il Sedile). Proprio all'inaugurazione dell'esperienza
Europèdia, Punto Informatico ha incontrato Carlo Infante e Andrea
Genovese.Punto Informatico: Europèdia è un progetto di conoscenza interattiva a quanto mi sembra di capireCarlo
Infante: Sì, Europèdia è un ambiente interattivo. Un progetto di
comunicazione pubblica che fa dell'interattività la sua peculiarità.
Bisogna fare attenzione però perchè l'interattività viene intesa in
diversi modi e ormai è quasi diventata una parola svuotata di
significati. Interazione non è solo cliccare sui pulsanti, ma va intesa
come partecipazione, non sei solo consumatore di informazione.PI: Fruitore di informazione ma anche produttoreCI:
Sì, non sei solo consumatore di informazione ma produttore, coniugando
l'informazione con la tua emozione, secondo il principio del prosumer,
produci consumando contenuti. Con i blog abbiamo capito che gli utenti
rilasciano informazioni, la soggettività è stata portata nella rete
delle reti dai blog e ora Europèdia esporta questo modello comunicativo
e lo allarga tramite il geoblog. PI: In che modo?CI:
L'utente può leggere e informarsi sui luoghi istituzionali di dove è
nata l'Europa: Ventotene, Taromina... E poi può postare i luoghi che
hanno a che vedere con la sua Europa, intesa chiaramente come
sentimenti. Perché l'Europa non è solo istituzioni ed uffici a
Bruxelles! È nata nei luoghi dell'esilio o nei circoli dell'empatia e
anche nei luoghi di villeggiatura dove la gente si è incontrata, i
luoghi privati che si proiettano nella cosa pubblica. Ecco, questi sono
quelli che chiamiamo i "Percorsi Emozionali".
PI: Ma qual è l'obiettivo di Europèdia?Andrea
Genovese: È un progetto di comunicazione pubblica interattiva, un nuovo
format di design urbano e come tale si propone di veicolare e
diffondere la cultura dell'unione in Europa. La cosa interessante è che
quest'ambiente va a sollecitare i tuoi dispositivi sensoriali e
tecnologici: quando entri nella galleria il tuo telefonino riceve
messaggi bluetooth, il palmare sente la connessione WiFi (che copre un
raggio di 100 metri) e poi c'è il grande monolite kubrickiano che
sollecita i passanti con immagini e suoni. PI: Il monolite di Kubrick ci interroga, quello di Europèdia che risposte dà?AG:
Il monolite è equipaggiato con un sensore di prossimità che fa partire
la schermata all'avvicinarsi del soggetto mentre le webcam evitano
l'interazione tramite touchscreen, che ormai ce l'hanno anche i
bancomat. In questo modo c'è la magia dello specchio e dello
sfioramento. CI: Sì, il monolite è un nuovo modo di concepire un
monumento. È l'iMirror, l'interactive mirror che ti rispecchia e ti
consente di giocare con la visual poetry, una poesia interattiva che
mette in relazione una lettura sia poetica sia politica dell'Europa.Gabriele Niola