Cara madre... come già sai, anche se ti sei chiesta sempre il perché,
io continuo a scrivere, continuo a cercare parole che dicano,che
facciano fede ai diversi e a volte strani momenti della mia vita, che
molti dicono povera.
Coi risultati non ci siamo, ma questo non vuol
dire. Il più delle volte le parole che affibbio alle cose non
reggono... non abbiano... appigli di nessun genere, e come niente... mi
restano in mano...Ma a che serve poesia, dicevi un tempo: a che serve
il cielo puoi dire adesso,
a che questa immensa voglia di alzarsi,
volare?...Colpa anche della vaghezza, madre, della vaghezza e della
stupidità della terra, della sua porosità... Spero solo di non restare
coi miei quaderni, col mio stupore, con queste svuotate parole, con i
miei propositidi volo: non altroche gioco,
ripetizione, bisticcio... Tutto qui, madre... nient'altro se non il solitovecchio cuore tagliato
a spicchi... e il correre stolto, e il correre continuo, con ali
bianche, quasi senza corpo,verso il solito albero d'oro, verso il
solitovecchio profumato
eldorado .