Ma'pe iabbu

La Betissala lettera di Alessandro alla madre(del rapporto con mio figlio)


Cara madre... come già sai, anche se ti sei chiesta sempre il perché, io continuo a scrivere, continuo a cercare parole che dicano,che facciano fede ai diversi e a volte strani momenti della mia vita, che molti dicono povera.
Coi risultati non ci siamo, ma questo non vuol dire. Il più delle volte le parole che affibbio alle cose non reggono... non abbiano... appigli di nessun genere, e come niente... mi restano in mano...Ma a che serve poesia, dicevi un tempo: a che serve il cielo puoi dire adesso,
a che questa immensa voglia di alzarsi, volare?...Colpa anche della vaghezza, madre, della vaghezza e della stupidità della terra, della sua porosità... Spero solo di non restare coi miei quaderni, col mio stupore, con queste svuotate parole, con i miei propositidi volo: non altroche gioco,
ripetizione, bisticcio... Tutto qui, madre... nient'altro se non il solitovecchio cuore tagliato a spicchi... e il correre stolto, e il correre continuo, con ali bianche, quasi senza corpo,verso il solito albero d'oro, verso il solitovecchio profumato eldorado .