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Il progetto si basa su una realizzazione di MAP Cross Communication, una società romana che si occupa di nuovi format di comunicazione per l'impresa pubblica e privata, e di 7th Floor, magazine free press dedicato alla comunità business e distribuito nelle grandi aziende italiane, ideato da Carlo Infante, Andrea Genovese e Stefano Diana. Europèdia è un'installazione itinerante che tocca le grandi piazze al chiuso italiane (come la Galleria Alberto Sordi a Roma) con un ambiente interattivo in grado di stimolare i sensi e le apparecchiature tecnologiche. All'installazione è associato quello che viene definito un geoblog, una grande mappa d'Europa in stile Google Maps, marchiata con le tag degli utenti che indicano tutti i luoghi dell'Europa, da quelli istituzionali a quelli privati ed "emozionali", come li definisce Carlo Infante che (non nuovo a questo tipo di iniziative) si è occupato proprio del geoblog in particolare. In più, l'area dell'installazione è coperta dal WiFi, invia messaggi Bluetooth ai telefoni abilitati ed è disseminata di "matrix code", codici a barre digitali che, letti dalle fotocamere dei cellulari che hanno installato il software appropriato, restituiscono stringhe di testo e URL a cui connettersi. Dal punto di vista fisico l'installazione è formata da alcune postazioni "audio-interattive" che, quando qualcuno si siede, attivano e trasmettono alcune riflessioni di grandi pensatori sull'Europa. C'è anche un grosso monolite nero dotato di sensori di prossimità e di movimento che è formato da quattro pareti di monitor che mandano immagini e schermate con le quali è possibile interagire senza dover toccare nulla. L'installazione sarà alla Galleria Alberto Sordi di Roma ancora per oggi, poi dal 30 marzo al 3 aprile sarà a Torino (Galleria San Federico) e dal 9 al 13 maggio a Lecce (Il Sedile). Proprio all'inaugurazione dell'esperienza Europèdia, Punto Informatico ha incontrato Carlo Infante e Andrea Genovese. Punto Informatico: Europèdia è un progetto di conoscenza interattiva a quanto mi sembra di capire Carlo Infante: Sì, Europèdia è un ambiente interattivo. Un progetto di comunicazione pubblica che fa dell'interattività la sua peculiarità. Bisogna fare attenzione però perchè l'interattività viene intesa in diversi modi e ormai è quasi diventata una parola svuotata di significati. Interazione non è solo cliccare sui pulsanti, ma va intesa come partecipazione, non sei solo consumatore di informazione. PI: Fruitore di informazione ma anche produttore CI: Sì, non sei solo consumatore di informazione ma produttore, coniugando l'informazione con la tua emozione, secondo il principio del prosumer, produci consumando contenuti. Con i blog abbiamo capito che gli utenti rilasciano informazioni, la soggettività è stata portata nella rete delle reti dai blog e ora Europèdia esporta questo modello comunicativo e lo allarga tramite il geoblog. PI: In che modo? CI: L'utente può leggere e informarsi sui luoghi istituzionali di dove è nata l'Europa: Ventotene, Taromina... E poi può postare i luoghi che hanno a che vedere con la sua Europa, intesa chiaramente come sentimenti. Perché l'Europa non è solo istituzioni ed uffici a Bruxelles! È nata nei luoghi dell'esilio o nei circoli dell'empatia e anche nei luoghi di villeggiatura dove la gente si è incontrata, i luoghi privati che si proiettano nella cosa pubblica. Ecco, questi sono quelli che chiamiamo i "Percorsi Emozionali". PI: Ma qual è l'obiettivo di Europèdia? Andrea Genovese: È un progetto di comunicazione pubblica interattiva, un nuovo format di design urbano e come tale si propone di veicolare e diffondere la cultura dell'unione in Europa. La cosa interessante è che quest'ambiente va a sollecitare i tuoi dispositivi sensoriali e tecnologici: quando entri nella galleria il tuo telefonino riceve messaggi bluetooth, il palmare sente la connessione WiFi (che copre un raggio di 100 metri) e poi c'è il grande monolite kubrickiano che sollecita i passanti con immagini e suoni. PI: Il monolite di Kubrick ci interroga, quello di Europèdia che risposte dà? AG: Il monolite è equipaggiato con un sensore di prossimità che fa partire la schermata all'avvicinarsi del soggetto mentre le webcam evitano l'interazione tramite touchscreen, che ormai ce l'hanno anche i bancomat. In questo modo c'è la magia dello specchio e dello sfioramento. CI: Sì, il monolite è un nuovo modo di concepire un monumento. È l'iMirror, l'interactive mirror che ti rispecchia e ti consente di giocare con la visual poetry, una poesia interattiva che mette in relazione una lettura sia poetica sia politica dell'Europa. Gabriele Niola |
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