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Post n°401 pubblicato il 09 Maggio 2007 da sinemoiaquai
Cara madre... come già sai, anche se ti sei chiesta sempre il perché,
|
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FIORE
E qui, se mai verrai, l’estate
quietamente si sfanno gli obelischi
e cattedrali come sortilegi
consumano in esilii avventurosi.
Prossimi alle scogliere noi
parleremo del Sud, dell’Europa,
dell’uggia e del campo di tabacco
che avanza in bilico tra noi e il mondo.
il Salento in poesia. Ieri e oggi.
(in foto, il menhir di Carpignano)
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SOTTO SCORTA
MA I SOGNI SONO VIRTUALI?
Perché
non ricordo
mai i miei sogni?
La Betissa è un testo costituito da diciotto capitoli. Esiste una microstoria che diviene esile filo conduttore del testo, quella del tentativo da parte di una delle voci narranti di costruire un trabiccolo in grado di proiettarsi verso il cielo.
Il trabiccolo di La Betissa altro non è che il tentativo di Verri dello scrittore di dominare lo strumento linguistico dentro il quale molto spesso si immerge, senza riuscire a dominarlo.
Figghiu miu
de ste parole
ca pe quiddhru, nu ni incontramu mai