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Chiave di volta: non riforme maGESTIONE DELLA RISORSA UMANA

Post n°439 pubblicato il 05 Settembre 2007 da sinemoiaquai
 

PROGETTO FRANTI
 

Sto presentando con una collega questo progetto in giro per le scuole.
L'offerta formativa potrà essere valutata ma già mi rendo conto della NEGAZIONE del termine BULLISMO
una sorta di rimozione collettiva.
Speriamo bene, Fatemi gli auguri,

TECNICHE SULL'ASSERTIVITA' E ANALISI DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO/ANASSERTIVO.

Introduzione

Il
bullismo può causare danni permanenti e, a volte anche la morte. Una
scuola che ignori o sottovaluti il bullismo mette in pericolo tutti i
suoi studenti. Una scuola siffatta fallisce la sua stessa missione
educativa.
Secondo la legislazione:


DPR 24 GIUGNO 1998, n.249

La
scuola è una comunità di dialogo, di ricerca,di esperienza sociale,
informata ai valori democratici, volte alla crescita della persona in
tutte le sue dimensioni. In essa ognuno in pari dignità e nella
diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla
cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo
delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di
svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e
dalla Convenzione sui Diritti Internazionali dell'Infanzia fatta a New
York il 20 novembre del '89 e con i principi generali dell'Ordinamento
Italiano.

 
Negli
ultimi anni il termine bullismo è comparso frequentemente nelle
cronache dei giornali e della televisione, presentando dei nuovi
adolescenti, capaci di gravi condotte sociali e sempre più vittime di
disagio e abbandono scolastico; i ragazzi sono sempre più bulli, ed il
fenomeno interessa anche il nostro paese.
I ragazzi sono esposti a
pressioni sociali, necessità di adeguarsi a nuovi ruoli ed identità
imposti troppo rapidamente, cui non hanno il tempo di abituarsi; la via
d'uscita è allora offerta dal gruppo, che permette di scaricare le
tensioni all'esterno, semplificandole.
Ecco allora che prepotenze,
minacce, offese, maltrattamenti sono sempre più frequenti non solo nei
luoghi di svago ma soprattuto a scuola.
Il gruppo rappresenta una
risposta immediata alla domanda di un'identità socio-ambientale tutta
da costruire nel momento in cui si comincia ad uscire dalla famiglia e
permette di vivere in maniera semplificata tensioni che non hanno il
tempo di essere elaborate e che vengono scaricate all'esterno.
Il
percorso qui proposto permette l'acquisizione di alcune tecniche
interattive (gioco simbolico, drammatizzazione, problem solving,
role-playning) per migliorare la comunicazione, la capacità di ascolto,
l'empatia, la consapevolezza emotiva, la cooperazione, la qualità delle
relazioni sociali nell'ottica di una futura collaborazione
istituzionale nel quadro di un progetto formativo integrato sul
territorio..
Il 5 febbraio 2007 il Ministro Fioroni, ha inviato a tutte le scuole la Direttiva n. 16, contenente le " Linee di Indirizzo Generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo"
. Nell'ottica di un sostegno e di una valorizzazione del ruolo degli
insegnanti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale tecnico
ausiliario che, quotidianamente e senza "fare notizia" svolgono azione
meritoria ed impegnativa per la realizzazione e la funzione educativa
che ciascuna istituzione scolastica autonoma è chiamata ad assolvere,
si propone qui di utilizzare il bullismo come risorsa, suggerendo di
occuparsene in modo permanente, per far si che diventi occasione per
insegnare agli alunni, i futuri adulti, ad essere da subito cittadini
consapevoli, capaci di diventare protagonisti della vita democratica
della propria comunità. Oltre che l'occasione per far riflettere gli
adulti sulle proprie modalità di trasmissione dei valori, il fenomeno
del bullismo obbliga a promuovere la partecipazione attiva degli
studenti per contrastare tempestivamente gli episodi di prepotenza a
scuola.

Target

Professori delle scuole secondarie I e II grado

Azioni efficaci della scuola.
Tempo previsto 10 ore suddivise in 5 incontri suggeriti, da concordare flessibilmente con le esigenze collegiali
Percorsi e strategie di intervento:
interventi
di tipo psico-pedagogico e sociale attraverso varie metodologie
interattive con sperimentazione pratica dei seguenti concetti teorici
nel lavoro di gruppo attraverso i docenti/formatori
Obiettivi:

  • stimolare il gruppo-classe a capire perché alcune persone si comportano da prepotenti

  • far emergere le conoscenze, le emozioni e i vissuti del gruppo rispetto al bullo.


  • aiutare i ragazzi a capire che i ruoli assunti nel gruppo possono
    cambiare nel tempo, e che i compagni possono essere di aiuto in questa
    fase di crescita.
  • sperimentare e potenziare le capacità assertive

  • riflettere sui propri modi di comunicare con gli altri
  • utilizzare la drammatizzazione come "palestra" per migliorare i propri comportamenti



  • capire che i nostri comportamenti son frutto di una scelta personale,
    per quanto influenzata dal contesto e che ogni persona ha la
    possibilità di orientare la propria crescita.

L'uso di
tali tecniche che si occupano del sostegno degli adulti significativi
per la classe intesa come gruppo e come risorsa insegnaa riconoscere le
proprie emozioni e confrontandole con quelle dei compagni. Il contesto
è il gruppo di discussione che consente ad ognuno di esprimersi, e di
sperimentare che è possibile affrontare i problemi con metodi diversi
dallo scontro/negazione e che questi atteggiamenti favoriscano e
preservano il benessere di ognuno.
Per maturare questa
consapevolezza, però, è necessario che gli spazi d'ascolto siano
effettivi, sufficientemente ampi e costanti nel tempo : se i ragazzi
sanno, che, ad esempio, ogni due settimane hanno a disposizione del
tempo per mettersi seduti in cerchio a discutere su problemi sorti
all'interno della classe, è possibile che gradualmente imparino ad
utilizzare correttamente questo metodo e a farlo proprio, rinunciando a
poco a poco allo strumento verbale o fisico.
E in una classe che
acquisisce questa coscienza di sé, anche il bullo smette di esistere in
quanto tale, perché ha perso il suo pubblico, e, quindi, la sua forza.
Il
disadattamento scolastico che consiste essenzialmente nella difficoltà
dell'alunno a realizzare una positiva interazione con la scuola per
l'intervento di condizioni comunicative sfavorevoli, può essere
considerato come il risultato dell'influenza della progressiva sfiducia
della scuola verso le proprie possibilità;l'alunno tende a progettarsi,
e si realizza solo quando le persone con cui avviene una relazione lo
aiutano a mutare e a percepire il proprio vissuto e la realtà
scolastica, senza eccessivi contrasti.
La
scuola è proprio una delle agenzie che più possono collaborare alla
prevenzione del disagio psichico e alla salute mentale, realizzando una
funzione educativa che contribuisce quindi alla prevenzione primaria;
contribuisce inoltre alla prevenzione secondaria, in quanto può
svolgere azioni vicarianti o correttive ad errori pedagogici familiari,
ponendosi in relazione con il disadattato senza conscie o inconscie
previsioni del suo fallimento.




 

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>> Dell'assertività su Aracne
Ricevuto in data 11/09/07 @ 15:38
se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lav...

 
Commenti al Post:
sparus_rm
sparus_rm il 05/09/07 alle 18:25 via WEB
Interessante, ma per le mie scarse competenze sulla materia specifica, non so quanto sia sufficiente il solo strumento della drammatizzazione e dei momenti di negoziazione. Resta poi la questione della legittimazione dei docenti/operatori....
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/09/07 alle 12:27 via WEB
se si lavora sui processi e non solo sui contenuti forse questa è la strada giusta, ma se per primi i docenti/operatori sono i primi a a procastinare su questi, siamo messi male
 
koinotnak
koinotnak il 06/09/07 alle 21:50 via WEB
auguri milena , auguri milena ,auguri milena, auguri milena ,auguri milena da kaprokantoantonio
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/09/07 alle 19:55 via WEB
Ciao ^_^ -Sthe-
 
Yaris167
Yaris167 il 11/09/07 alle 15:20 via WEB
Complimenti Milena! Ieri sera ho visto il film " Principe azzurro cercasi. TU mi chiederai cosa centra con quanto da te scritto, ebbene una frase mi ha colpito fra le tante: "il coraggio non è la mancanza di paura, bensì la consapevolezza che qualcosa sia più importante della paura stessa". Nei miei lunghi anni di insegnamento proprio la paura ho dovuto contrastare e non soltanto la mia paura ma soprattutto la paura che fa uscire dall'anonimato e combattere con qualunque mezzo la "battaglia". Ci vuole Convinzione, per abbattere il Muro dei pregiudizi, delle "regole" che viggono e che impediscono spesso proprio di fare il proprio lavoro. Spesso sono gli stessi " genitori" che a causa della vergogna coprono anche ciò che viene fatto e si può fare in classe, ma ci vuole qualcosa in più della regola, pensare che " I nostri figli, sono i Figli di Tutti" Ciao Rossella
 
 
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 11/09/07 alle 15:32 via WEB
Rossella sto qui a confrontarmi con persone come te, che ci credono davvero e che combattono con il coltello tra i denti. E non è facile, ma ci dobbiamo provare!
 
cignobianko
cignobianko il 13/09/07 alle 08:27 via WEB
anche io vado in giro a presentare progetti....vai avanti e testa dura!!!
 
 
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 13/09/07 alle 23:35 via WEB
de coccio ! ;D
 
   
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 20/10/07 alle 11:09 via WEB
Pubblico qui i commenti precedenti di questo post, mediamente vecchio: sui progetti si inizia a lavorare e praticamente non si finisce MAI! Ringrazio tutti quelli che ne hanno volgia di dire la loro: NON SALTA UN BULLO è !

Inviato da emmekappamk il 10/08/07 @ 22:45 è una bella iniziativa questa. e soprattutto può aiutare qualche ragazzo (e qualche prof). un po' con questo bullismo si esagera comunque, perchè fortunatamente la scuola fa un po' schifo ma non è solo quella dei video mandati sul web o sui tg. in bocca al lupo a te e al progetto. ciao. mk Inviato da me Ciao e ti ringrazio per il commento, secondo me la scuola non fa schifo proprio, o non solo, o almeno non è solo lei a farlo ecco, il preside della scuola media di Lequile mi ha fatto riflettere molto chiedendo se non ci fosse qualcosa per i genitori. A volte ci scagliamo contro le Istituzioni rovesciando su di loro certi errori, negandoli, appunto, come se fosse lontani da noi stessi.
A me ha colpito molto che cercano di edulcorare il termine. Nessuno vuole nominare la parola bullismo "sembra brutta". Secondo me i cambiamenti culturali per esser autentici ed apprezzabili devon essere graduali, se fai un corso di formazione per docenti motivati, i genitori verrano sensibilizzati di rimando. Ecco. Inviato da emmekappamk il 12/08/07 @ 22:20 mi sono espresso male. non voglio e non posso dire che la scuola non funziona ma ho la sensazione che la scuola viaggi troppo sulla buona volontà dei singoli mentre dall'alto si fa attenzione solo ai video che escono in tv. ma la scuola non è quella, o meglio quella è una piccola parte della scuola (che è un mondo faticoso ma affascinante...). poi se ci metti che un prof, pur volendo, non può fare un progetto a medio lungo raggio perchè è precario e ogni anno cambia sede di lavoro il quadro è comleto... mk Inviato da me il 13/08/07 @ 16:34 si, hai ragione, mi rendo conto della realtà, ma le iniziative con i genitori possono far parte di un P.O.N.o di progetti integrati Comune-Scuola -Famiglia. E' un altro livello, ma io vorrei partire da questo, ora.
La formazione giusta ai "formatori" per eccellenza. I prof. non si sono dimostrati migliori degli allievi su You Tube Inviato da Anonimo il 16/08/07 @ 22:18 via WEB il corso mi sembra impostato bene, ma tempo fa ho letto un libro sull'insegnamento efficace (per obblighi universitari sennò non l'avrei mai letto) in cui, tolte le solite palle di discorso generico, si diceva una gran cosa giusta sull'insegnamento. Condizione necessaria è essere ben preparati sulla propria materia e aggiornarsi. Necessaria ma non sufficiente. Occorre amare questo mestiere e rendersi conto di essere bravi comunicatori a livello scolastico, per i contenuti, certo ma principalmente a livello EMOTIVO. E certi doni o ce l'hai o al massimo puoi fare un po' meglio di prima ma ... fermare il bullismo è onorevole, ma per fermarlo davvero bisognerebbe togliere dalla scuola molti docenti che hanno la responsabilità di far crescere nel menefreghismo totale questi bulli fin dalle elementari, pensando quasi sempre "per questa miseria di stipendio chi me lo fa fare?" ... Il vero cancro sta lì! Inviato da Anonimo il 16/08/07 @ 22:20 m'è venuto inviato da anonimo ma non volevo celare la mia identità eh eh: sono valeria, del blog il cucchiaino ;) ciao e buon lavoro (chiedi ai prof di fare degli esempi di come farebbero in caso di bullo in azione!) Inviato dame il 16/08/07 @ 23:30 via WEB si, infatti ci sono dei giochi di ruolo di questo tipo, io spero che ci sia questo tipo di sensibilità ecco, doverosa. Grazie (Rispondi) Inviato da puppeapera66 il 21/08/07 @ 12:53 via WEB Ciao Miss.. interessante questo tuo percorso formativo da proporre nell'ambito scolastico,una cosa però non condivido.. il fatto che tu presenti questo progetto presso le scuole secondarie.Il fenomeno del bullismo, a mio parere andrebbe affrontato a monte, e prima si riesce ad intervenire nelle dinamiche di gruppo, che si sviluppano tra pari già alla scuola materna e primaria, prima si riesce a fornire degli strumenti adeguati, per una comunicazione che esula dalla prevaricazione.
Purtroppo sia nella scuola dell'infanzia, che presso il primo ciclo delle elementari, si incontrano molti fenomeni di bullismo e dinamiche distorte, che gli insegnanti non notano, o meglio sottovalutano.. mentre, quando vengono indentificate, purtroppo, gli operatori scolastici, non hanno una preparazione pedagogica e psicologica, per far sì che questi schemi di rapporto possano essere rivoluzionati. Io ritengo che la preparazione degli insegnanti, non tanto a livello nozionistico, in relazione alla materia che debbono insegnare,ma proprio a livello umano,empatico e pedagogica, sia una preparazione insufficiente.. l'insegnamento è divenuto una "professione", e questa "professione", come molte altre che abbisognerebbero di dedizione e passione, attraverso una politica demotivante e destabilizzante, sono divenute il fulcro attraverso cui gli individui invece di esprimere tutto il proprio potenziale, per trasmetterlo ai giovani, esprimono molte delle loro frustrazioni,trasmettendo dei modelli dove la gioia e la felicità non abitano, ma dove abitano solo stanchezza, doveri ed indottrinamenti.
Sono moltissimi gli insegnanti che si dedicano alla scuola, senza prima aver risolto molte delle problematiche personali, che li guidano nella vita e nel rapporto con gli altri, questo sarebbe impensabile per uno psicologo, cui si rivolgono dei pazienti che necessitano un appoggio ed un "problem solving".. come si può pensare che lo possano fare degli insegnanti, cui vengono affidati dei bambini, che hanno bisogno di essere iniziati alla vita sociale e di gruppo?
Per non parlare dell'insegnamento vero e proprio, dove si predilige il mero nozionismo e lo si promuove agli estremi, invece di promuovere l'amore per la conoscenza, la curiosità,gli istinti e tutto ciò che i bambini bramano da piccoli.Se non si scardina a monte tutto questo sistema scolastico, trovo molto difficile che si riesca a risolvere il grosso problema che ci affligge... l'individualismo.
Poi bisognerebbe anche ricordarsi, che i genitori.. non nascono sotto i cavoli.. ma anche loro, sono stati formati socialmente all'interno delle scuole,e che il loro bagaglio, è un'insieme di esperienze che la scuola ha influenzato in modo molto pregnante.Comunque, nonostante tutto, ci sono molti progetti ben strutturati, da poter introdurre nelle scuole, per arginare il problema del bullismo, e sono felice che tu ti sia presa a cuore questo fardello, proponendo un progetto interessante, è un piccolo passo per una scuola nuova a misura di bambino. ;-)) Lisa ( Inviato da sinemoiaquai il 21/08/07 @ 22:08 via WEB Grazie Lisa, l'ho messo qui apposta per avere commenti ed osservazioni intelligenti come le tue, e comunque per un confronto. Il problema andrebbe risolto a monte, è vero, con politiche integrate a livello sociale. Io non credo, come te che "le colpe" (ammesso che sia proficuo trovarne) siano della scuola, molto probabilmnete l'incontro delle culture porta conflitti e bisogna imparare a gestirli. Come si può fare? Facendo rete, Offrendo servizi e professionalità e lavorando sulla coesione sociale. Questo è un tentativo. Qui non faccio al psicologa, ma la formatrice. Comunque non è vero che gli psicologi devono risolvere per forza tutti i loro problemi. Pur non essendo dell'indirizzo clinico, ricordo il mio tirocinio al Cim, dove la mia tutor, depressa era capacissima di curare gli altri. Professionalità in fondo, è sopratutto questo. Anch'io non è che abbia proprio esperienze edificanti in merito alla scuola, anche indirette, Bisogna spezzare la catena. Una scuola che nega il problema non lo risolve di certo. Ma anche una scuola che si "lamenta" e proietta all'esterno e basta, Ti spiego: per la scuola sbagliano i genitori e per questi sbaglia la scuola, Qualunque cosa facciano non comunicano davvero, non si riconoscono e al ragazzo si rimanda un vissuto autistico, o quasi. La scelta di formare gli adulti opta e auspica di innescare circoli virtuosi e comunicativamente efficienti. A presto. Milena

 
MacRaiser
MacRaiser il 31/10/07 alle 13:19 via WEB
Leggo solo ora questo post. Posso avere della documentazione, Milena? Grazie :)
 
 
ladymiss00
ladymiss00 il 12/11/07 alle 18:09 via WEB
certo.
BULLISMO: RISCHI E TENTAZIONILE PAURE DEI GENITORI

Che il figlio subisca o metta in atto episodi di bullismo. Che i ragazzi più vulnerabili non vengano protetti. Che ci siano tropi elementi di distrazione. Che gli insegnanti non possano lavorare con serenità. Che la scuola non offra una preparazione specifica adeguata. , Che tra i banchi possano circolare droghe. , CONSIGLI , dialogo con i figli , - Pregiudizi, aspettative, pressioni critiche, punzecchiature:
sono questi gli aspetti che vanno scartati, a vantaggio di un confronto aperto e continuo, anche quando la fatica del quotidiano lo rende difficile.
Momenti rituali.
- Aiutare un figlio a diventare autonomo non significa lasciarlo per i fatti suoi..
Almeno due-tre volte la settimana dedica un po' di tempo allo stare con lui, senza distrazioni esterne..
Guardatevi, parlatevi, anche per pochi minuti. No alla separazione totale della vita di ognuno..
Incontri con gli insegnanti.
- Conoscere e parlare con tutti i docenti dà loro strumenti didattico-educativi, aumenta la loro autorevolezza con gli studenti e può fornire ai genitori suggerimenti preziosi..
Libera scelta.
- Importante: se un indirizzo di studi non piace al ragazzo non indurlo a resistere: aiutalo a trovare una nuova strada.
Se invece proprio non gli piace studiare è meglio che smetta:
noia e ribellione potrebbero deviarne lo sviluppo psichico.
Lavorare fin da 16 anni non è certo umiliante.
Il RISPETTO è una moneta che dobbiamo regalare o che va guadagnata?
Rinunciare a mettersi in confronto con gli altri e a metere in mostra i prpri punti forti: l'unicità di una persona è indipendente da tuti i vantaggi che possono derivarne- " io sono chi sono" J. Bradshaw
Una comunicazione riuscita
Una comunicazione velata, in cui non risulta chiaro quale posizione assumere , mettono in difficoltà.
Il livello di comunicazione è indubbiamente molto importante, non basta l'affetto, ma setrve potenziare il colloquio, accettare gli errori degli altri.

 
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E qui, se mai verrai, l’estate
quietamente si sfanno gli obelischi
e cattedrali come sortilegi
consumano in esilii avventurosi.
Prossimi alle scogliere noi
parleremo del Sud, dell’Europa,
dell’uggia e del campo di tabacco
che avanza in bilico tra noi e il mondo.

il Salento in poesia. Ieri e oggi.

(in foto, il menhir di Carpignano)

 

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