Prego, non c'è di che, anche t mi piaci assai ;)
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Le Casalinghe Disperate da noi se la vedono con le bollette,
I nuovi poveri hanno la giacca e la cravatta. Hanno un lavoro, ma non basta. Hanno una famiglia sulle spalle e si trovano a fare i conti con la crisi della terza settimana, non più solo della quarta. Un quadro preoccupante che emerge da una ricerca fatta da Eurispes in collaborazione con Federcasalinghe. “Problemi di famiglia - Senza rete: la famiglia di fronte alla crisi del Welfare” parla di un’inflazione che è tornata a crescere, del costo della vita e dell’impoverimento progressivo dei nuclei italiani.,
“Ne sono un chiaro indicatore le notizie che ci giungono dal territorio, dove le nostre sedi sono in stretto contatto con la rete della Caritas” spiega Gian Maria Fara, presidente dell’istituto di studi. “Aumentano coloro che usufruiscono delle mense: sempre meno immigrati, sempre più italiani. Quella di oggi è un’Italia a due economie, una economia delle famiglie e una economia delle imprese. Manca un’adeguata redistribuzione della ricchezza prodotta alla popolazione”. Ma soprattutto, secondo Eurispes, “occorrerebbe attuare delle politiche fiscali che sposino il sistema francese basato sul quoziente familiare e quindi sulla divisione dell’imponibile per numero dei componenti”.,
Chi deve far quadrare i conti in casa sono quasi sempre le donne, che si confrontano quotidianamente con le difficoltà economiche. “Sono 8 milioni e mezzo le casalinghe in Italia in età lavorativa 18-65 che non hanno reddito e che nessuno vuole ascoltare”, dice Federica Rossi Gasparrini, presidente di Federcasalinghe. “Oggi una discesa in piazza rumorosa non è più contenibile. Basti pensare che se tutte le casalinghe italiane si iscrivessero alle liste di collocamento, gli indici di disoccupazione andrebbero in tilt. Il nostro obiettivo è quello di istituire con il ministro del Lavoro, analogamente a quanto avviene sul tema delle pensioni, un tavolo della concertazione del lavoro familiare, valido non solo per le casalinghe a tempo pieno, ma anche per coloro che lo sono a tempo parziale”.,
Lo studio si concentra sulle famiglie in bilico, a rischio costante di scivolare nell’incubo della povertà. Sono sufficienti la perdita del lavoro, una spesa imprevista o una malattia improvvisa per spezzare il delicato equilibrio. L’Eurispes stima che circa 2 milioni e mezzo di nuclei familiari siano a rischio povertà, l’11 per cento delle famiglie totali, ben 8 milioni di persone. Vivono in una zona grigia, tra chi non ha difficoltà economiche e chi invece è indigente.,
La spada di Damocle è l’indebitamento. Secondo i dati della ricerca, è cresciuto del 9,8 per cento tra il 2005 ed il 2006 e la tendenza si confermerà nel 2007. Da una parte c’è il mutuo per l’acquisto della casa, che grava sempre di più sul bilancio. I casi di insolvenza crescono. Nel 2006 le famiglie in difficoltà nel pagare le rate sono aumentate del 5,1 per cento rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge il credito al consumo, cioè il ricorso, sempre più diffuso, a rateizzazioni e finanziamenti anche per beni durevoli o non durevoli. Una forma ormai stabile di integrazione del reddito, che ha modificato le abitudini dei nuclei familiari. Il suo volume è aumentato del 157,1 per cento in soli 6 anni.