Post n°2007 pubblicato il
08 Gennaio 2015 da
licomode
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Tanto pè fatte capì qual'è la storia di Roma, ma te che ne voi sapè?
Sulla "gaiezza" della Roma di fine Ottocento è lecito, in verità, nutrire qualche dubbio. La statistica sanitaria del Regio Commissariato Ospedali Riuniti di Roma, curata da Achille Ballori, riporta il numero di feriti da armi da taglio che passarono per i maggiori ospedali dell'epoca: il Santo Spirito, il San Giacomo, la Consolazione e il Sant'Antonio. Per il 1892 si contano 267 feriti e 17 morti da punta e taglio, tra colpi "penetranti" e "non penetranti". Per il 1893, 243 feriti e 5 morti. 44 morti e 239 feriti nel 1894. E così via fino al 1910 - anno in cui viene ucciso "er Tinea", cioè "er più" di Trastevere, uno dei bulli più famosi di Roma - con 18 morti e 230 feriti. Nel computo andrebbero inclusi anche tutti quelli che, per motivi di onore, non si rivolgevano all'ospedale e preferivano curarsi in casa. Si può azzardare che fossero per lo meno altrettanti. Considerare Roma una città in cui la concordia regnava sovrana, mentre Nina «s'affacciava dar barcone» e si andava fuori porta a «balla' la tarantella», è insomma un'interpretazione affatto parziale. Gli stereotipi dispensati dalle canzoni popolari andrebbero bilanciati con i canti della malavita. «Si esco da sti cancelli quarcheduno l'ha da paga'», oppure «Sete la banderola de Castello avete dato er core a questo e a quello na botta la cercate de coltello» ne sono un limitato esempio...
Se Vedemo al derby.
a PAJACCIO ASRM
Inviato da: adler.ssl86
il 01/12/2023 alle 22:31
Inviato da: cassetta2
il 31/10/2020 alle 12:26
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il 12/04/2020 alle 16:31
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il 19/02/2020 alle 14:07
Inviato da: zarate1
il 10/02/2020 alle 23:53