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URLANO I MARO':"RISOLVETE QUESTA TRAGEDIA!"

Post n°1694 pubblicato il 29 Marzo 2013 da DgVoice
 

 

E’ passato un anno da quando i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, attendono che si decida del loro futuro. La vicenda ruota tutta sulla giurisdizione.  Si discute se la loro innocenza vada dimostrata dinanzi ad una corte internazionale  piuttosto che indiana, mai nessuno si è più preoccupato del fatto che siano davvero innocenti, se abbiano diritto all’immunità in quanto organo  dello stato italiano.

Eppure, ad un anno di distanza dall’incidente, molte sono le imprecisioni riscontrate nel modo di condurre le indagini dalle autorità indiane e troppe le leggerezze nel modo di gestire la cosa da parte del timido ed imbelle governo italiano.

Tanto per cominciare, il calibro dei proiettili.  L’esame autoptico svolto  dal dott. Sasikala, lascia emergere un fattore rilevante. Pare che i proiettili che hanno ucciso i due pescatori indiani, sono molto più grandi di quelli delle armi in possesso ai fucilieri della Marina. Questi misurano  7 e 62 mentre quelli in dotazione alla  Nato misurano  5 e 56. Prova questa che avrebbe scagionato i marò in qualsiasi altro tribunale occidentale, ma le autorità indiane, prese da una lotta politica interna, hanno pensato bene  di effettuare un ulteriore accertamento in loco, dal quale risulterebbe (lasciatemi usare il condizionale) che  ci fossero pallottole del calibro utilizzato dai fucili Beretta.

Per contro in Italia si continuano a commettere una serie di errori  che se non fossero tragici, per l’immagine del nostro paese,  sarebbero assolutamente ridicoli,  dal consentire alle autorità indiane di salire a bordo della nave e sequestrare le armi, al pagamento del risarcimento alle famiglie delle vittime, ammettendo  colpe in anticipo senza che nessun tribunale lo abbia deciso, infine l’ultimo errore, fatale, quello di decidere che si sarebbero fermati in Italia.

“Quando si va ad una prova di forza, bisogna avere ben chiaro se si ha la capacità di mantenere il punto, o non si avrà la capacità di farlo, provando innanzitutto a conoscere bene prima l’avversario.”

Il ministro Terzi si è dimesso da questo governo, dopo averci   informato che il nostro paese ha  circa 8 miliardi di contratti aperti con l’India. Questo dovevano metterlo in conto prima di dire: "I marò restano in Italia”...mettendo sul tavolo tutte le conseguenze che potevano seguire a una decisione del genere.

“Tutta questa serie di errori e di leggerezze fanno pensare ad una politica non da governo tecnico ma da dilettanti.”

Intanto in India si decide   di rottamare l’unica prova sovrana che poteva scagionare definitivamente i marò, il peschereccio Saint Anthony, fatto a pezzi  e lasciato affondare solo dopo 4 mesi dall’incidente. La vicenda è totalmente intrisa di dubbi ed ambiguità, a partire dalla traiettoria dei proiettili che sembrerebbe partire dal basso e non dai 35 metri del ponte dell’Enrica Lexie (come  testimonierebbero le foto scattate da Giuseppe Sarcina per il Corriere della sera sul peschereccio prima che lo facessero sparire) e la posizione dello stesso al momento dell’incidente.

Una “tragedia”...racconta l’appello accorato di Massimiliano Latorre, mandato in una mail al giornalista Toni Capuozzo , conduttore della trasmissione di canale 5 “ Terra” :“ Non ci serve ora sapere di chi sia stata la colpa, ne porta a nulla che le forze politiche si rimbalzino le responsabilità. Tutti insieme, nessuno indietro, quel che vi chiediamo ora è non divisione ma, mettetevi a braccetto, unite le forze e risolvete questa tragedia”.

 Sbattuti in India, i nostri marò, dopo un tentativo da farsa di trattenerli  in Italia,(tentativo che li costringerà  ad aspettare ancora chissà quanto tempo prima di vedere una soluzione alla vicenda) sono  barricati dentro l’ambasciata italiana a New Delhi. E’ bastata la promessa, neanche ben chiara, masticata a denti stretti, che i nostri ragazzi non saranno condannati a morte, affinchè li lasciassero di nuovo nelle mani di un governo che non si è nemmeno chiesto se fossero davvero innocenti e chi ha veramente ucciso i pescatori del Kerala.

Intanto mentre fieri chiedono unità al nostro governo...“nelle loro parole tutto il tricolore che portano sulla divisa...straordinario esempio di attaccamento all’Italia”- quando hanno detto “siamo italiani dimostriamolo!”...Il nostro governo  è nella bagarre più assoluta!

"Viva L'Italia!"

Pubblicato da Redazione Radio DgVoice, Susanna.

 
 
 
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