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SEGNALI OMICIDA


Tanti si chiedono come mai la violenza in famiglia sia all'ordine del giorno e in notevole crescita. Storie come quella di zio Michele,  Sabrina e   Cosima di Avetrana,  la Franzoni di  Cogne,  Erika e Omar di Novi Ligure ,  Danilo Restivo di Potenza,   vedono  cugini, zii, figli, genitori, fidanzati e altri familiari in veste di assassini. Ma nessuno mai ha avuto avvisaglie sui loro comportamenti precedenti ai crimini?
Questa notizia di cronaca datata  Aprile 2011 vede due fratelli di mezza età, Arif e Ali Farman, di  Kohar Kalan, in Pakistan (villaggio poco distante dal confine indiano nella provincia del Punjab)  entrambi custodi del cimitero comunale e considerati agli occhi di tutti, familiari e conoscenti, sani sia fisicamente che mentalmente, prodighi a curare una sorella malata che viveva con loro,  poi,  l'inquietante scoperta, degna della saga cinematografica di Hannibal Lecter.  A quanto pare i due trafugavano le salme delle persone decedute da poco per poi cibarsene. Tutto è partito dalla segnalazione dei genitori di una ragazza di 24 anni, deceduta poco tempo fa a causa di un tumore, che avevano denunciato proprio la scomparsa della salma della figlia. Salma che gli agenti hanno finito per ritrovare nell'abitazione dei due fratelli, sezionata e pronta per la cottura. Due cannibali!!!  Una scoperta che ha lasciato esterrefatti gli stessi agenti che si sono occupati del caso, e che ha portato a riconsiderare la possibilità che la pratica di nutrirsi della carne di morti umani  sia praticata da altri nell'area in questione. Vicenda che fornisce un altro tassello comportamentale della psicologia deviata di molti della "specie umana" -Ma nessuno vede, nessuno sente, nessuno capisce nella casa dell'orco?   L' incremento degli omicidi in famiglia è  il sintomo di un disagio profondo che non riguarda più solo soggetti emarginati o affetti da patologie, ma uomini e donne che gli psichiatri non esitano a definire "normali".  Esiste una vera  e propria indagine serrata sui misteri dell'anima, sull'infelicità delle relazioni umane, sulla perdita di certezze nei rapporti che sono causa di tante nefandezze umane.  I criminologi che studiano i casi di   "annientatori familiari" li definiscono i  più oscuri ed inspiegabili tra gli omicidi. Nel suo libro "Familicidal Hearts: The Emotional Styles of 211 Killers" (Cuori familicidi: gli stili emotivi di 211 assassini) Neil Websdale, professore presso la Northern Arizona University, spiega come questi criminali condividano un tratto comune: la sensazione di fallimento rispetto agli ideali sociali e umani.Il consiglio dato è quello di mostrare maggiore vigilanza per i casi in cui si sono colti segnali di possibile violenza  e più attenzione alle dinamiche psichiche dei singoli, questa particolare attenzione che inizia proprio fra le mura domestiche potrebbe impedire atti violenti che distruggono singole vite e intere famiglie. Omertà e sentimentalismo non sono certo d'aiuto.Pubblicato da: Ross.,micia.o