Argentina, l'ennesimo caso di violenza su una donna che, oltre a subire il terribile torto di essere stata stuprata e costretta a prostituirsi, si vede negato il diritto di mettere fine alla gravidanza indesiderata da un magistrato che asserisce:" non si può rimediare ad un torto commettendone uno più grave!"Ricoverata all'ospedale di Buenos Aires, la vittima dello stupro, una donna di 32 anni, si preparava ad abortire quando è giunta in sala operatoria l'ordinanza del giudice che ne vietava l'intervento.Miriam Rustian de Estrada, il magistrato che si è espressa motivando così la sua decisione: Non è possibile riparare ad un torto provocandone uno più grave ed irreversibile"Scattata la polemica, il vice sindaco, Maria Eugenia Vidal, si è detta contrariata per la decisione e pensa di ricorrere in appello contro la sentenza che contraddice quanto la stessa Corte Suprema aveva sancito lo scorso marzo, che l'aborto è consentito in caso di violenza sessuale.Infatti, la sentenza della Corte suprema stabiliva, inoltre, che non era più necessario chiedere l'autorizzazione del tribunale per ricorrere all'interruzione di gravidanza, in questi casi basta solo la dichiarazione della vittima o del suo avvocato nella quale si asserisce che la donna è rimasta incinta a seguito di una violenza sessuale.Mentre il miracolo Argentina sconfigge la crisi saldando il suo debito con 16 mesi d'anticipo volendo credere e avendo fiducia nella teoria del moltiplicatore di John Maynard Keynes; un suo magistrato non ha voluto applicare quanto stabilito dalla Corte Suprema, gettando nello scoramento una giovane donna che, molto probabilmente...avvilita, andrà a riempire le fila delle già tante donne che ricorrono all'aborto clandestino.Sono oltre 700mila le donne argentine che ogni anno ricorrono all'aborto clandestino, secondo le Organizzazioni governative, tra questi un centinaio di donne muore a causa dell'operazione.Immagino che ancora oggi reclamare il diritto a scegliere quello che è meglio per se stessi può sembrare una provocazione, ma qui è in gioco la vita e la salute delle donne ed è giusto che siano loro a poter decidere liberamente, perchè comunque sia ...sarà stata una decisione difficile che le segnerà per sempre!Pubblicato da Redazione Radio DgVoice,
Susanna.