DIFESA AMBIENTE

NUOVO DECRETO UE SULLE PILE


Liberalizzata l'attività di raccolta e riciclo.Un sistema di raccolta e riciclo di pile e accumulatori che concilia tutela dell'ambiente e libera concorrenza sul mercato. Con queste parole d'ordine è stato licenziato dalle Commissioni di Camera e Senato il testo di recepimento della Direttiva Europea 66/2006 sulla raccolta e il riciclo di pile e accumulatori. Il testo ha confermato l'impostazione dello schema presentato dal ministero dell'Ambiente di concerto con il ministero dello Sviluppo Economico. Il testo, licenziato lo scorso 12 novembre con parere favorevole dalle due commissioni, si fonda su 4 punti salienti. Viene ribadita la libertà di iniziativa economica: qualunque operatore potrà organizzare autonomamente un'attività di raccolta e riciclo dei rifiuti di pile e accumulatori. Si afferma inoltre il ruolo ambientale del Cobat, il Consorzio obbligatorio Batterie Esauste, attivo da vent'anni, e che continuerà sia nel suo ruolo di salvaguardia ambientale che di monitoraggio dei flussi dei rifiuti. E' specificata la sussidiarietà del ruolo del Cobat, che interverrà nelle fasi della raccolta e del riciclo solo nei casi in cui venga meno l'interesse economico delle società presenti nel mercato, ad esempio per il calo del valore delle materie prime riciclate, come nel caso del piombo. Infine viene confermato in capo ai produttori di pile e accumulatori il finanziamento mediante il Contributo Ambientale, da versare al Cobat, parte del quale sarà restituito alle imprese che svolgono attività di raccolta e di avvio al riciclo dei rifiuti di pile e accumulatori. Il Sistema dovrà garantire al 2012 un tasso di raccolta minimo del 25% del quantitativo immesso sul mercato; al 2016 la raccolta dovrà raggiungere almeno il 45%. Inoltre, il testo del decreto conferma il divieto dell'immissione sul mercato di pile ed accumulatori che non soddisfino i requisiti che minimizzano il contenuto di mercurio (non superiore allo 0,0005% in peso) e cadmio (non più dello 0,002% in peso). Vengono assegnate ad un Comitato di Vigilanza e Controllo le funzioni di monitoraggio sull'attuazione del decreto stesso; con relazioni periodiche, il ministero dell'Ambiente trasmetterà alla Commissione Europea aggiornamenti sull'attuazione del provvedimento.