Contro i pedofili

IX Congresso della Federazione europea di sessuologia


 A Roma nel 2008 si è svolto il IX Congresso della Federazione europea di sessuologia, intitolato non a caso “Therapy, prevenction and promotion of sexual well-being”, un’occasione in cui gli esperti presentarono dati, analisi, ed eventuali allarmi, e discussero le possibili soluzioni ai problemi più urgenti. Questo congresso ha lanciato parecchi allarmi sociali, come il conclamato calo del desiderio sessuale femminile , altri decisamente più gravi e per certi versi anche decisamente orribili. Secondo quanto sostenuto dagli esperti infatti, i ragazzi fra i 13 e i 18 si divertono a “stuprarsi”. E’ proprio questo il gioco che praticano i nuovi bulli, perché secondo loro atti vandalici, prese in giro, maltrattamenti vari di compagni e insegnanti non fanno più “fighi”.  Ne è emerso che  s econdo i giovani, ormai queste bravate le fanno tutti e non fanno più notizia, invece lo stupro è più forte perché l’indignazione che suscita è maggiore. Il sesso non c’entra; è solo una prova di forza, un’affermazione della propria esistenza. Non temono di essere puniti perché non si rendono conto di commettere un reato" e non si rendono conto di commettere una violenza punibile penalmente. Da loro, le ragazze si sentono richieste, in qualche modo corteggiate e si prestano inconsapevoli, convinte di essere le protagoniste di una moderna favola dai toni foschi. A distanza di tempo poi, si accorgono di quanto si sentono “sporche” dentro per ciò che si sono lasciate fare: "le ragazze danno il loro consenso, si sentono desiderate, le protagoniste.  Ma, poi insorge il pentimento e, come in tutte le vittime di stupro, la ferita è indelebile e profonda", Lo sostiene la dottoressa Petruccelli, Direttore del Centro di Psicologia giuridica dell’Istituto per lo studio delle psicoterapie di Roma - Tutto questo sembra incredibile, ma purtroppo esistono prove concrete e molto più accessibili di quanto si pensi, di queste pratiche assolutamente indecenti.  La dinamica di questi eventi è simile ogni volta: i ragazzi si riuniscono in branco, scelgono la preda, la invitano lusingandola (e se lei comunque non accetta, poco importa) e poi la conducono nei bagni della scuola superiore, ma anche della scuola media, nei giardinetti dove si era soliti giocare a palla, nelle seconde case di mamma e papà; a questo punto avvengono gli stupri, di un singolo, di gruppo a turno, e rimane sempre qualcuno che ha un compito preciso: filmare tutto l’accaduto.  Dove finiscono i video così realizzati? Su internet ovviamente, e precisamente su Youtube, dove i giovani si fanno belli agli occhi di tanti loro coetanei che senza l’ausilio della rete non potrebbero emularli! E forse qualche video finisce, ancora peggio, nelle mani di chi (adulti e consapevoli) ne fa un uso-abuso ancor più vergognoso.( pedopornografia ) Ma quali sono le ragioni profonde di simili atti brutali? E soprattutto, quali potrebbero essere le soluzioni? Al Congresso, gli esperti si sono dati maggiormente da fare, per lanciare i giusti appelli e proporre i giusti rimedi: "E’ evidente - continua Petruccelli – che i ragazzi non sono gli unici colpevoli di questa situazione. Basta pensare che è la società stessa a bombardarli di messaggi incentrati sul corpo oggetto. Li stimola, in pratica, oltre la loro coscienza”.  E ancora “La scuola non li supporta con un’adeguata informazione: in aula non si fa educazione sessuale ma nemmeno educazione sentimentale. Si grida all’indignazione davanti ad un atto finito sui giornali, ma non si spiega a questi ragazzi il valore dei rapporti tra persone, il rispetto verso le donne ma anche verso il proprio corpo. Non si aiutano questi ragazzi a vivere una sessualità sana. Ed infine, se hanno bisogno di You Tube per affermare di esistere forse è perché nessuno li ascolta". Sotto accusa genitori, scuola e società, come era intuibile. Ma le soluzioni? Gli esperti parlano di una corretta educazione sessuale e soprattutto di una sana educazione sentimentale da perpetrare già in tenera età, per gradi, ma inesorabilmente: è proprio il tabù del sesso infatti, che ancora oggi ci si ostina a difendere, che porta i ragazzi più giovani a sfogare i loro disagi usando il sesso e i cattivi sentimenti come strumenti per gridare al mondo il loro dolore.