Contro i pedofili

PEDOFILIA: IL LATO OSCURO DEI TESTIMONI DI GEOVA E DELLE SETTE


Pedofilia, un fenomeno sottostimato. Il lato oscuro della confessione religiosa dei Testimoni di Geova. Spesso i bambini vittime di soprusi e violenza sono oggetto di un duplice oltraggio: il primo quando subiscono gli abusi, il secondo quando le loro sofferte denunce non vengono prese in considerazione; ciò è particolarmente vero nel caso in cui i responsabili dei turpi abusi sono membri del clero o responsabili di comunità religiose. Infatti, il senso quasi eccessivo di rispetto e di deferenza nei confronti dei “pastori d’anime” si è rivelato come una sorta di “vivaio perfetto” nel quale possono prosperare indisturbati i molestatori di bambini. Come non ritenere responsabile una qualsiasi struttura religiosa che, consapevolmente, nomini un ex molestatore di bambini per un incarico di responsabilità, quando costui commettesse successivi abusi su bambini? Lo scenario del maltrattamento del minore fino alle violenze più spinte ed abbiette come le torture e le uccisioni in video (snuffmovie) ha statistiche ufficiali quasi mai aderenti alla realtà del crimine e non abbracciano la portata del medesimo. «Centocinquanta milioni di bambine e 73 settantatre milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti nel 2002 ad abusi sessuali o altre forme di violenza che includono il contatto». È il dato forse più spaventoso tra quelli inclusi nel «Rapporto Unicef sulla violenza sui minori dell’ott. 2006», presentato a Roma. Il fenomeno più drammatico è la specifica che «gran parte dell’abuso sui bambini avviene a porte chiuse ed è commesso da persone di cui dovrebbero fidarsi: genitori, familiari, conoscenti, persone incaricate della loro educazione civile, culturale e morale». L’Unicef ha monitorato cinque ambienti (la casa, la scuola, l’ambiente di lavoro, gli istituti di accoglienza e le comunità di appartenenza), rilevando un’esposizione costante dei minori, specie nelle aree più disagiate e nelle meno conosciute, a una violenza figlia della povertà, «ma anche della cultura patriarcale», di prevaricazione maschile, ma questo è solo parzialmente vero poiché non sono solo le aree più disastrate ed additate come tali come affette da una continua pandemia di pedocriminalità. (Ne è un esempio il recente caso di infanticidio scoperto, quello del piccolo Javon Thomson di un anno, avvenuto all’interno di un nuovo movimento a matrice religiosa “One Mind Ministries” di Baltimora. Il bimbo, poiché non sapeva dire amen alla fine delle preghiere, è stato considerato un dèmone da lasciar morire di fame e di sete -una morte lenta e straziante- convinti che sarebbe poi risorto). Il lavoro minorile è un’altra forma di violenza: un fenomeno che nel 2004 ha coinvolto 218 milioni di bambini, di cui 126 milioni in attività lavorative rischiose (e non ne sono esenti comunità di matrice religiosa, esoterica, mistica, occultista, ecc). Di questi, quasi sei milioni risultano vittime dei lavori forzati, spesso imposti loro per l’estinzione di un debito. 1,8 milioni, poi, sono sfruttati nella pornografia e 1,2 milioni risultano vittime del «traffico di minori» che prende le vie più disparate: dallo sfruttamento sessuale sistematico fino all’espianto di organi, destinati poi al turpe mercato miliardario. Almeno 8 milioni di bambini – dice ancora il rapporto – vivono in istituti d’accoglienza o di cosiddetto recupero, spesso gestiti da religiosi o dove gravitano operatori spirituali (non compaiono le cifre inerenti i minori nelle comunità dei movimenti religiosi o istituzioni). Le recenti denunce di ex minori violentati nei Legionari di Cristo, Comunità Incontro, i Ricostruttori della Preghiera, le sètte africane cattoliche come il Movimento dello Spirito Santo o il Movimento dei Dieci Comandamenti con uccisioni di massa, ed altri, aumentano le cifre ufficiali della violenza su minori ed aumentano il numero degli operatori spirituali implicati in questo crimine. La recentissima notizia (2009) dell’associazione Meter descrive una “ragnatela di pedofili” senza precedenti: 100 comunità pedofile oscurate e sequestrate presenti in un social network, con contatti in tutto il mondo compresa l’Italia; come dei “ragni” 18.181 iscritti alle comunità comunicavano, attiravano e scambiavano centinaia di migliaia di video e foto (con notizie sullo scambio di bambini). Migliaia i bambini coinvolti. Un universo reale, in cui ci si poteva iscrivere e scambiare materiale pedo-pornografico (foto, video, appuntamenti con bambini) in tutta tranquillità attraverso uno dei più rinomati social network Usa: materiale che gli investigatori italiani e americani dichiarano essere “un vero e proprio orrore”, dai neonati a bambini di tenerissima età oggetto di abusi e violenze. A fare la scoperta e realizzare i risultati del minuzioso “screening della ragnatela pedofila” sono stati gli operatori dell’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto (www.associazionemeter.org), organizzazione pioniera nel contrasto alla pedofilia – che hanno consegnato i risultati di un lavoro durato 6 mesi alla Polizia Postale di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea e dal Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia e pedopornografia (Cncpo) e trasmessi alle autorità americane (dall’associazione meter.org). Appare chiaro che le organizzazioni mondiali e i loro rapporti non citano sempre i casi pedocriminali emergenti come nuovi e quelli all’interno dei vari movimenti religiosi, esoterici o semplicemente pedocriminali o che presentano una facciata religiosa o altro. Una nuova voce è però comparsa nello studio della pedocriminalità ed è la “violenza spirituale”, tale violenza è quella esercitata sul minore da un religioso o autoaffermato tale. Oltre alla violenza nelle sue squallide forme c’è aggravante della dipendenza che il minore ha nei riguardi dell’operatore spirituale. Il lato oscuro della confessione religiosa dei Testimoni di Geova Da questo drammatico scenario, purtroppo, non può escludersi la comunità religiosa dei Testimoni di Geova: quanto è esteso il problema della pedofilia tra i Testimoni di Geova? La portata del penoso fenomeno può essere intuita se si considera che su un sito specializzato in lingua inglese (www.silentlambs.org), nell’arco di circa cinque anni, sono stati denunciati quasi 7.000 casi di molestie sessuali su minori, perpetrate da adulti Testimoni di Geova [nota 1 vedi fine pagina]. Quest’estate il problema della pedofilia tra i Testimoni di Geova è stato oggetto di una serie di conferenze e incontri europei, alcuni dei quali anche in Italia, tenuti dall’americana Barbara Anderson. Non si può sottacere il determinante contributo dato all’emersione di questo “fenomeno” dalla Anderson, che è stata Testimone di Geova per oltre un quarantennio e ha lavorato (dal 1982 al 1992) presso la sede mondiale di Brooklyn del movimento geovista in qualità di ricercatrice del “Reparto Scrittori” dell’Organizzazione. Grazie al suo privilegiato punto di osservazione nell’ambito della confessione religiosa in argomento, la Anderson ha fatto sconcertanti scoperte sul problema della pedofilia all’interno della comunità internazionale geovista, scoperte che col tempo l’hanno portata ad abbandonare il Movimento e a denunciare la politica di omertà che circonda la questione [nota 2 vedi fine pagina]. Negli Stati Uniti la Anderson ha collaborato con diversi avvocati impegnati nella difesa delle vittime della pedofilia in casi che coinvolgevano pedofili professantisi Testimoni di Geova; inoltre, la Anderson ha raccolto in un cd-rom, intitolato “Secrets of Pedophilia in an American Religion: Jehovah’s Witnesses in Crisis” [nota 3 vedi fine pagina], circa 5.000 pagine di documentazione processuale. Quali sono i fatti che meritano particolare attenzione? Eccoli descritti in modo sintetico. a) E’ il “Corpo Direttivo” (organo collegiale che detiene l’autorità dottrinale nella ’Organizzazione geovista) che stabilisce le direttive e detta la prassi alle quali tutti i Testimoni di Geova della terra devono sottostare. Questo Direttivo si avvale di diverse associazioni tra le quali primeggiano la Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., e la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania; in Italia l’ente esponenziale del geovismo è la “Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova”, con sede in Roma alla via della Bufalotta 1281. b) Attraverso questi enti gli “anziani” (responsabili delle comunità geoviste locali) ricevono le istruzioni sul modo di comportarsi quando vengono denunciati casi di abusi sessuali su minori. In particolare, a questi “anziani” viene richiesto di adottare la “regola dei due testimoni”; in breve, per usare le parole della rivista La Torre di Guardia [nota 4 vedi fine pagina] (organo ufficiale del geovismo, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova con copyright della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania), «se un componente della congregazione che ha dei flashback o “ricordi repressi” di molestie subite nell’infanzia si rivolge agli anziani, di solito due di loro verranno incaricati di assisterlo. … Che dire se la persona afflitta decide di fare un’accusa contro qualcuno? … Se l’accusa viene negata, gli anziani dovrebbero spiegare all’accusatore che dal punto di vista giudiziario non si può fare nient’altro. E per la congregazione l’accusato continuerà a essere innocente. La Bibbia dice che per poter procedere giudiziariamente ci vogliono due o tre testimoni. (2 Corinti 13:1; 1 Timoteo 5:19) Anche se più di una persona “ricorda” di essere stata molestata dallo stesso individuo, la natura di questi ricordi è semplicemente troppo incerta per basare una decisione giudiziaria su di essi in assenza di altri riscontri». In definitiva, secondo le norme imposte dal Corpo Direttivo, se il molestatore non confessa la propria colpa, stante l’oggettiva difficoltà di trovare almeno due testimoni di ciascun abuso, costui la fa franca. c) Le indagini svolte dagli “anziani” geovisti, che comprendono interrogatori e tutte le attività che possano contribuire a far luce sui casi in discussione, sono tenute segrete e non vanno riferite neanche agli inquirenti. A riprova di ciò basta richiamare una vicenda assurta agli “onori” della cronaca nazionale a metà degli anni Novanta [nota 15 vedi fine pagina]: nella provincia milanese un operaio di fede geovista, accusato di molestie sessuali nei confronti della figlia minore, venne sanzionato in base al codice disciplinare del gruppo religioso, ma non fu denunciato alla giustizia ordinaria invocando l’esimente del segreto confessionale ai sensi dell’art. 200, sub a), del c.p.p. In quella circostanza, la Congregazione geovista, rifiutando di collaborare con l’autorità costituita, si è trincerata dietro un’esimente che non può riguardare le procedure relative all’istituto della “confessione” geovista. Nel caso della confessione, infatti, spontaneamente il trasgressore si avvicina al ministro di culto e gli rivela la sua colpa. Nella prassi geovista – con particolare riferimento al caso di Milano – si tratta di cosa del tutto diversa. Il “colpevole” non si reca spontaneamente dai “ministri in funzione giudicante”, ma viene da loro convocato davanti a un “comitato giudiziario” dove, insieme ad altri testimoni della vicenda, viene sentito e giudicato. Non vi è ombra di spontaneità né di segreto in una vicenda “giudiziaria” nella quale non vi è il reprobo dinanzi al suo confessore, bensì un molestatore che viene tirato in ballo da altri, il cui peccato è conosciuto da diverse persone dentro e fuori il ristretto numero dei “confessori”, e al quale viene comminata una pena, non l’assoluzione. d) Il 17 settembre 2000, nell’ambito della discussione sul disegno di legge n°7043 (relativo al progetto di Intesa ex art. 8 Cost. tra lo Stato e la “Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova”), si tenne un’audizione presso la Prima Commissione Permanente della Camera dei Deputati avente ad oggetto la petizione n°1502 ex art. 50 Cost.; in quell’occasione furono acquisiti numerosi atti e documenti, tra i quali rilevano le circolari “confidenziali” (il cui contenuto non era divulgabile ad altri), datate 14 marzo 1997 e 20 luglio 1998, emesse dalla Congregazione geovista, con le quali si impartiva la direttiva – diramata agli “anziani” sparsi in tutt’Italia – di redigere rapporti riservati sugli affiliati che, anche prima della conversione, si erano resi responsabili di molestie sessuali su minori, schedatura effettuabile anche all’insaputa dei diretti interessati. Gli abusi sessuali su minori sono un delitto, un aspetto che la Congregazione geovista sembra non comprendere appieno: le forze dell’ordine e la magistratura si occupano di reati, gli “anziani” di peccati! Gli anziani non sono magistrati. Se sono necessari due testimoni per appurare la colpa e procedere con la disassociazione (espulsione) dell’accusato, così sia, ma tale condotta non può interferire con l’operato delle competenti autorità statali, alle quali è doveroso fornire le necessarie informazioni perché i reati siano perseguiti. Purtroppo non sarà mai possibile evitare i casi di pedofilia, ma se questi vengono scoperti, non sarebbe un’infamia “proteggere” i colpevoli? Orbene, si può parlare di “silenzi complici” come effetto delle direttive vigenti nel Movimento geovista? Per rispondere basterebbe indagare su quanti “comitati giudiziari” geovisti – organi di giustizia interna del Movimento – abbiano “consegnato” i propri confratelli pedofili ai tribunali dello Stato. Come valutare un movimento religioso che non contempla tra le proprie regole la sistematica denuncia alla magistratura dei propri affiliati pedofili? Si può attribuire a questa confessione religiosa un livello di affidabilità tale da concederle l’intesa ai sensi dell’art. 8 della nostra Costituzione? Con questo pressante interrogativo ci rivolgiamo alla S.V. perché, nell’esercizio delle Sue prerogative, voglia vigilare affinché i denunciati comportamenti, forieri di allarme sociale diffuso, non vengano giustificati e affinché non si attribuisca alla “Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova”, che li promuove, un regime di particolare tutela di cui essa beneficerebbe (8xmille dell’Irpef) qualora dovesse accedere all’Intesa di cui all’art. 8 Costituzione. Note: 1. L’entità del fenomeno ha richiamato da tempo l’attenzione internazionale dei mass media. La trascrizione italiana di un programma televisivo (Dateline) sull’argomento, trasmesso da New York il 28 maggio 2002, è consultabile al seguente indirizzo http://www.silentlambs.org/education/Italiandateline.htm 2. Qualcuno potrebbe pensare che sia sempre stata remota la possibilità che un Testimone di Geova con incarico di responsabilità in una comunità geovista potesse continuare a ricoprire incarichi una volta che costui si fosse macchiato di molestie sessuali su minori; ebbene la Anderson ha evidenziato che questa possibilità non è poi tanto remota a causa delle direttive impartite dai vertici dell’Organizzazione. Infatti, nel manuale organizzativo intitolato Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli (edito in italiano nel 1973 dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.), a pag. 170 s’impartiva la seguente direttiva: «Se l’individuo prestava servizio come anziano o servitore di ministero quando commise un serio errore anche se accadde alcuni anni fa, egli è soggetto a un certo grado di riprensione, poiché continuò a prestar servizio in quell’incarico, pur sapendo che, almeno per il momento, si era squalificato, non essendo allora “libero da accusa”» (grassetto aggiunto). Alcuni mesi dopo la pubblicazione di questa direttiva, in un bollettino ad uso riservato agli affiliati (si tratta del mensile Ministero del Regno dell’ottobre 1973, stampato dalla Tipografia Watch Tower di Roma) fu pubblicata la seguente precisazione: «Che cosa si intende con “alcuni anni fa”, a pagina 170, paragrafo due, del libro “Organizzazione”? Ciò indica più di un anno o due. Si può notare che non dice “molti anni fa”. Quindi non è un numero esatto di anni, ma piuttosto qualcosa come due o tre anni. Non si voleva dire che un fratello risalisse al lontano passato per tirar fuori errori di cui si pentì anni fa e che sono stati evidentemente perdonati da Geova e ora non sono commessi. … Se un fratello serve fedelmente da alcuni anni e ha visto la prova delle benedizioni di Geova su di sé, perché dovrebbe ora lasciare l’incarico? … Se il locale corpo degli anziani vede che egli ha il rispetto della congregazione e ha mostrato i giusti requisiti negli scorsi due o tre anni, può rimanere nel suo incarico di servizio. Si deve portare una trasgressione all’attenzione del pubblico dopo molti anni? … Quindi se ci fu pentimento alcuni anni fa, tre anni fa o più, e il peccato cessò, ed egli è rispettato dalla congregazione, ora non è necessario riprendere pubblicamente colui che ha commesso più di una trasgressione “alcuni anni fa”». Quindi, questa direttiva prevedeva la possibilità che un Testimone, colpevole di “un serio errore”, conservasse il suo incarico di responsabilità a determinate condizioni. Le molestie su minori non potevano non rientrare nella categoria dei “seri errori”. 3. Un estratto di questa raccolta può essere consultato e scaricato gratuitamente dal sito della Anderson al seguente indirizzo: http://www.watchtowerdocuments.com/secrets.html 4. Edizione del 1° novembre 1995, pagg. 28-29. 5. Si vedano i seguenti articoli datati 21 luglio 1996: “I Testimoni di Geova proteggevano il padre libidinoso” in Il Gazzettino; “Operaio molestava la figlia: ma la setta lo ha coperto” in La Gazzetta del Mezzogiorno; “La setta proteggeva il padre violentatore” in La Nazione; “Molesta la figlia la sua Chiesa sa e tace” in la Repubblica; “Testimoni di Geova evitano di denunciare un loro fedele” in Il Tirreno; “Testimoni di Geova sott’accusa. Due denunciati: ‘proteggevano’ un seguace che violentò la figlia” in Giornale di Sicilia; “Processato dai saggi di Geova. Arrestato per violenza sulla figlia: i suoi non l’avevano denunciato” in Il Corriere della Sera; “Proteggere il colpevole prassi inaccettabile” in La Stampa.  http://www.mondoraro.org/2010/05/28/pedofilia-e-testimoni-di-geova-forum-delle-associazioni-italiane-di-ricerca-informazione/