Contro i pedofili

Josef e Elisabeth Fritzl


                           
di Davide July (Diohorus- cioè io) “Nel 1982 avevo 16 anni ed ero fuggita da casa. Lui mi stuprava da molto tempo. Dall'autogrill di Strengberg, mi ero nascosta a Vienna. Dopo due settimane la polizia mi trovò. Supplicai gli agenti di non riconsegnarmi a mio padre. Dissi loro che se fossi tornata da lui per me sarebbe stata la fine. Ma non ci fu nulla da fare”. ( Elisabeth Fritzl è nata a Amstetten in Austria, il 8 aprile 1966, ha vissuto imprigionata per 24 anni in un bunker sotterraneo costruito dal padre, l'ingegnere Josef Fritzl (nato Amstetten, 9 aprile 1935) nella cantina di casa. Durante tutto il periodo della prigionia si sono susseguiti gli abusi sessuali da parte dell'uomo e da questi rapporti incestuosi sono nati sette figli. ) Il 24 agosto 1984, Fritzl (a 49 anni) rapisce la figlia Elisabeth (che aveva all'epoca 18 anni) e la rinchiude nella cantina di casa ad Amstetten, Austria.  Elisabeth ha raccontato di aver cercato di fuggire di casa poco prima del rapimento e di aver chiesto aiuto ai poliziotti raccontando dei primi abusi; ma, non essendo credute le sue affermazioni, fu riportata alla famiglia e proprio a seguito di questo episodio il padre decise di segregarla. Joseph ha dunque tenuto nascosta la figlia per 24 anni, portandole cibo e indumenti per tutto il periodo della prigionia, mediamente una volta ogni tre giorni. Egli l'ha ripetutamente violentata. Elisabeth ha avuto sette figli da suo padre, uno dei quali è morto poco dopo la nascita nel 1996. Molti sono ancora i punti oscuri in questa vicenda, uno dei quali il ruolo della madre di Elisabeth e moglie di Josef, la quale ha dichiarato di non essersi mai resa conto (fino a una settimana prima dell'arresto) della presenza del bunker né tantomeno della figlia o dei nipoti imprigionati. Sembra che la donna abbia sempre creduto alla versione del marito quando sostenne che Elisabeth si era aggregata ad una setta religiosa e ancora, negli anni, quando finse di ritrovare tre neonati sulla porta di casa con dei biglietti che ne chiedevano la cura ai genitori da parte della figlia. L'uomo avrebbe anche precedenti che avrebbero dovuto mettere in allarme gli assistenti sociali al momento dell'affido dei tre nipoti da lui adottati: nel 1967 aveva stuprato due donne, una terza gli era sfuggita per un soffio. I sette figli di Elisabeth Fritzl e del nonno/padre Josef Fritzl :Kerstin (1989), nata e vissuta nel 'carcere' Stefan (1990), nato e vissuto nel 'carcere' Lisa (1992), nata nel 'carcere' ma adottata e cresciuta nella casa dei nonni Monika (1994), nata nel 'carcere' ma adottata e cresciuta nella casa dei nonni Alexander (1996), nato nel 'carcere' ma adottato e cresciuto nella casa dei nonni Michael (1996), nato e morto nel 'carcere' Felix (2002), nato e vissuto nel 'carcere' Fritzl afferma che non vedeva Elisabeth come una figlia ma come una compagna. Tuttavia egli stesso ha confessato di averla legata a un palo per 9 mesi e che la legava ripetutamente quando la molestava. Aggiunge anche che faceva vedere alla figlia film pornografici e la costringeva a ripeterne le scene. Elisabeth dichiara - in una testimonianza videoregistrata di alcune ore trasmessa durante il processo - che veniva molestata da quando aveva dieci anni, mentre Joseph specifica che la molestò la prima volta nell'85, quindi quando sua figlia era ormai 19enne.Fritzl dichiara che voleva molto bene ai figli nati dall'incesto e che alla nascita di Kerstin aveva portato un libro di ostetricia ad Elisabeth. Inoltre dice di aver cercato di rendere la vita dei figli più felice possibile, tenendo conto delle condizioni imposte dalla cantina, rifornendo il freezer di cibo sufficiente e curando il sistema di aerazione. A queste affermazioni fa eco la testimonianza della figlia, che ricorda come in occasione di un viaggio all'estero del padre durato un mese lei stesse sul punto di morire per inedia. Il padre di Elisabeth è accusato di omicidio verso uno dei figli nati dall'incesto. Elisabeth afferma che Josef era presente quando il volto del bambino diventava viola per problemi di respirazione e che il suo genitore si rifiutava di portarlo dal medico, replicando "succederà quel che deve succedere". In seguito ne brucerà il cadavere nell'inceneritore di casa,ne getterà le ceneri in giardino. In un primo momento Josef Fritzl si difende affermando che il bambino non era morto alla sua presenza, poi ritratta e confessa l'omicidio. Il 19 aprile 2008 Kerstin si sente male, il padre/nonno acconsente ad accompagnarla in ospedale. Elisabeth aiuta il padre a far uscire la figlia dalla prigione: è la prima volta in 24 anni che vede la luce. Kerstin viene ricoverata in ospedale, accompagnata dal padre/nonno e qualche giorno dopo anche alla madre viene concesso di visitare la figlia in ospedale. In un primo momento Elisabeth, per paura delle ripercussioni, non racconta ancora la sua prigionia. Solo quando i medici la rassicurano sulla sua futura protezione accusa il padre, il cui delitto viene quindi scoperto il 26 aprile. Elisabeth è dunque libera dopo più di 8.000 giorni di segregazione e con lei i suoi figli. Josef viene arrestato dalla polizia. Josef Fritzl è accusato di incesto, violenza sessuale, rapimento e omicidio colposo, reati per i quali ha espresso piena confessione ed è  stato condannato all'ergastolo il 19 marzo 2009 e verrà rinchiuso in un istituto psichiatrico.Fritzl ha raccontato come sua madre lo maltrattasse e lo umiliasse continuamente e come lui non avesse mai ricevuto una manifestazione d'affetto da parte di lei: l'unica cosa che i due facevano insieme era andare in chiesa la domenica. Gli psicologi hanno attualmente diagnosticato che questi eventi gli hanno causato disturbi alla personalità, pur non impedendogli di affrontare il processo che lo vede colpevole e di comprenderne appieno le conseguenze.Fritzl ha tenuta prigioniera in cantina per anni, senza farle mai vedere la luce del sole, l’ha violentata infinite volte, l’ha messa incinta ed ha tenuto sequestrati due dei figli nati da quei rapporti e il Sun aggiunge un altro particolare proprio sulla figlia-nipote maggiore di Fritzl, Kerstin, che è stata in ospedale in gravissime condizioni: anche lei sarebbe stata violentata dal padre-nonno e ora, come se non bastasse, le chiede anche dei soldi. La BBC ha rivelato che da circa 15 mesi, Fritzl scrive alla figlia Elisabeth chiedendole soldi: circa 3000 euro al mese per poter “studiare da avvocato e potersi così difendere da solo“.Ogni due settimane Elisabeth si vede recapitare lettere da parte dell’uomo che sta cercando di dimenticare. Lei, come è facile immaginare, continua ad ignorare le missive.Gli investigatori lo descrivono come un “allucinante perfezionista, capace di realizzare un”opera grandiosa”, per il suo avvocato è “un uomo distrutto”.Il verdetto degli otto giurati hanno riconosciuto Josef Fritzl colpevole di tutte le accuse - omicidio colposo, riduzione in schiavitù, segregazione, stupro, incesto e gravi minacce - e per questo l’hanno condannato all’ergastolo, pena da scontare in un istituto psichiatrico.Nell’arringa finale pronunciata dal pm Christiane Burkheiser che si è rivolta alla giuria ricordando le ammissioni di colpevolezza fatte dallo stesso Fritzl , “mi dichiaro colpevole di tutte le accuse“.Li ha poi invitati a non credere alla sceneggiata del pentimento messa in atto dall’uomo perché “quello non è il suo vero volto, il suo vero volto è quello che ha mostrato nei 24 anni di martirio inflitti alla figlia e ai bimbi nati dai suoi stupri incestuosi“.Poco prima, infatti, l’uomo aveva chiesto di prendere la parola per ribadire il suo rimorso per quanto accaduto: “Sono pentito nel profondo del cuore, mi spiace profondamente di quanto ho commesso, ma so che non posso farci più nulla“.Non sono state considerate, invece, le richieste della difesa di “considerare le anormalità psicologiche di cui Fritzl è vittima come attenuanti” e di non tener conto della morte del piccolo Michael, deceduto poche ore dopo la nascita per problemi respiratori non curati.Fritzl ha accettato la sua condanna e la sentenza è così entrata ufficialmente in vigore. Ora Kerstin, vuole che il padre "sconti la pena fino al resto dei suoi giorni": "Non cè' traccia di rimorso e lui contava sulla libertà in tempi brevi". L'avvocato di Fritzl, Rudolf Mayer, ha invece insistito sulla sincerità della confessione del suo cliente: nel diario di Elisabeth, ha ricordato, furono annotate la nascita del bebè, la preparazione della culla, il fatto che al bimbo venne dato un nome e alla fine, la sua morte; una sequenza che rivela, ha detto,  che entrambi confidavano sul fatto che il bimbo ce la facesse. La legge austriaca non consente di accumulare le pene per i diversi capi d'accusa, per cui ha emesso solo quella più severa, che è dunque l'ergastolo per omicidio. Il tribunale austriaco ha avuto bisogno di soli tre giorni di processo per presentare le prove e in una delle udienze, in aula si e' presentata la stessa figlia Elisabeth, come confermato indirettamente Mayer. E proprio quella presenza potrebbe aver scatenato, ha confermato l'avvocato, l'improvviso cambio di rotta nella linea difensiva dell'accusato.Adesso Kerstin vive assieme ai figli sotto falso nome in un alloggio assistito, pare che intenda anche rilasciare presto un'intervista, come fece Natascha Kampusch, la ragazza rapita a otto anni da un maniaco e sequestrata per oltre otto fino alla sua liberazione.