Contro i pedofili

COME PROTEGGERE I MINORI DAGLI ORCHI TELEMATICI


di Davide July ( Diohorus )Con l’evento di internet facile, cioè con una connessione alla portata di tutti, sono aumentati i pericoli per i nostri figli e le difficoltà a gestire questa situazione da parte dei genitori e degli insegnanti scolastici, in primis quelli delle scuole primarie ai quali viene dato il compito di introdurre i primi passi verso questo nuovo mondo, ma spesso senza la giusta capacità di mettere in guardia i bambini verso i pericoli che in esso ci sono. Adottando un minimo di precauzioni si può esplorare la Rete in tutta tranquillità! Per i genitori e gli insegnanti, non è possibile adottare mezzi di difesa e di controllo se non possiedono almeno una minima cultura informatica e una minima esperienza diretta di navigazione in Internet. Infatti i bambini e gli adolescenti che navigano in internet, possono trovare materiali e contenuti inadeguati per la loro età, contenuti violenti, con espliciti riferimenti sessuali, che incitano al razzismo o interagire con soggetti che possono ingannarli facendogli compiere azioni che possono costituire un pericolo per loro. E’ necessario inoltre ricordare che lo stesso utilizzo di Internet, in presenza di particolari fattori di vulnerabilità nel bambino e se eccessivo nel tempo, può dare origine a vere e proprie dipendenze e difficoltà psicologiche. E’ molto complicato avere la fiducia di un figlio verso un nostro intercomunicare con loro, soprattutto quando si tratta di farci sapere con chi sono in comunicazione nei social network di persone che nemmeno sanno minimamente chi siano. Stabilite i tempi di utilizzo del collegamento in Rete secondo l'età del bambino. Se non potete essere a casa quando i bambini sono on line, usate dei software di protezione per monitorare l’uso che viene fatto di Internet. Spiegate ai bambini che devono essere diffidenti nei confronti di chi non si conosce, Assicuratevi che sappiano che le persone che incontrano on line non sono sempre quelle che dicono di essere, di non dare nessuna informazione su di se o sulla sua famiglia, per esempio il suo nome, il suo numero di telefono, il suo indirizzo o quello della sua scuola… senza averne prima parlato con i genitori. Dovete superate il vostro imbarazzo perché così facendo potete dimostrare loro che non debbono vergognarsi a chiedervi informazioni su tale argomento e a confidarvi eventuali “brutti incontri”. Parlate apertamente con loro del rischio di imbattersi in potenziali malintenzionati. Controllate sempre insieme ai vostri figli le loro mail, molti pedofili pensano di aggirare l’ostacolo di FB in questo modo. Informateli di quale siano le illegalità in rete, come insultare le persone, entrare negli account degli altri senza il loro permesso perché si e venuti a conoscenza della loro password. Non condividere mai la sua password, neanche con gli amici! Quando si è on line alcune persone possono fingersi quello che non sono realmente è facile mentire quando si è dietro a un pc. Bisogna anche dirgli che devono chattare o usare la webcam solo con i veri amici, i compagni di scuola o i parenti e non con chiunque ti invii una immagine una foto, possono essere contraffatte. Ma soprattutto, se si viene a contatto con immagini cruenti, illecite, violente verso esseri umani e animali, sia i bambini che voi adulti, assolutamente non bisogna aprirle e avvisare subito la polizia postale al seguente indirizzo: http://www.commissariatodips.it/ , o http://www.hot114.it/. Definizione di pedopornografia Il Protocollo Facoltativo del 2000 alla Convenzione di New York definisce pedopornografia “qualsiasi rappresentazione di fanciulli, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di fanciulli a scopi prevalentemente sessuali”. La legge 6 febbraio 2006, n. 38 che ha modificato la legge 269/98 introduce la nuova fattispecie di reato di “pedopornografia virtuale” che si verifica quando il materiale pedopornografico rappresenta immagini relative a bambini ed adolescenti, realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate, in tutto o in parte, a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali. Per pedopornografia virtuale si intendono tutte quelle immagini realizzate sovrapponendo ad un corpo adulto che compie atti sessuali il volto di un minore, oppure quei disegni ottenuti mediante l’impiego di meccanismi informatici tali da rendere non evidente il confine tra realtà e apparenza. Si può affermare che Il materiale pedopornografico ha normalmente tre origini: Produzione amatoriale: si tratta di bambini fotografati dal pedofilo durante le sue attività di molestia, in famiglia o dopo adescamento in altri luoghi. Produzione professionale: è frutto dell'attività di vere e proprie organizzazioni criminali che operano prevalentemente in Paesi con alto tasso di disagio minorile e di povertà. Il materiale fotografico viene collocato su siti web specializzati e quindi venduto direttamente on line. Pseudofotografie: vengono utilizzati alcuni software per creare immagini di bambini inesistenti (o artefatti), impegnati in comportamenti esplicitamente sessuali, che sono praticamente indistinguibili dalle immagini di bambini reali. Se il pericolo maggiore per un bambino o un adolescente può derivare dall’incontro diretto con soggetti malintenzionati conosciuti in chat. In primis, vi sono le immagini pornografiche i messaggi equivoci e le offerte di natura sessuale, la curiosità di alcune tematiche possono indurre bambini e adolescenti a comportamenti pericolosi, di cui spesso genitori e insegnanti sono tenuti all’oscuro, come la decisione di incontrare soggetti conosciuti on line. Questi elementi fanno sì che la chat costituisca un ambiente favorevole per avvicinare una possibile vittima, indurla a comunicazioni e comportamenti di natura sessuale, violenta, molestarla e tentare di incontrarla fuori dalla rete. Lasciare i figli davanti a un computer, non è come lasciarli davanti alla televisione, già di perse poco educativa. Di minorenni che cadono nella ‘rete’ ce ne sono moltissimi, e senza un adeguata istruzione, i genitori non hanno strumenti per difenderli. La questura di Rimini, dopo i molti allarmi arrivati, ha organizzato un ciclo di incontri riservati proprio alle famiglie, così da metterle in condizioni di intervenire prima che sia troppo tardi. “Tutela dei minori nel mondo virtuale- Caccia agli orchi” è lo slongan dell’iniziativa, presentata in Provincia dal presidente Stefano Vitali, il questore di Rimini, Oreste Capocasa, e il responsabile della Polizia Postale, Vincenzo Papagni. "I reati commessi da ragazzini via Internet – spiega l’ispettore Papagni - hanno avuto un incremento pauroso, perchè non si rendono nemmeno conto di commetterli. Confondono il mondo virtuale con quello reale”. Continua dicendo: “Ci sono pedofili, nascosti dietro una chat da amici, che promettono ricariche telefoniche in cambio di foto. Prima chiedono un piede, poi una gamba, e infine qualcos’altro. Ma fa anche l’esempio di alcune ragazzine riminesi che si erano divertite a scattarsi foto con indosso la biancheria intima delle mamme, per poi metterle su Messenger. Immagini poi finite sui siti erotici di un gruppo di ‘orchi’ che con quelle foto hanno adescato altri ragazzini. Quando si tratta di internet - dice Papagni - i genitori si mettono le mani nei capelli, e non capendoci niente o quasi, finiscono col disinteressarsi. Ma poi il loro figlio cambia. Comincia a chiudere a chiave la porta di camera sua, ci sta rintanato dieci ore, isolandosi dal mondo. E gli basta un attimo per cambiare pagina quando sua madre bussa. Non sa nemmeno lui i rischi che corre, e sono altissimi". Stare al passo con la tecnologia è l’unico modo per proteggere i nostri figli. Non posizioniamo mai il computer nella stanza dei ragazzi, ma in una zona di passaggio così che il genitore possa controllare con frequenza e facilità le attività on line del figlio. Internet è un mondo virtuale meraviglioso, un posto dove conoscere nuova gente, dove trovare informazioni utili per la propria cultura ed i propri interessi, un'immensa piazza dove trovarsi, dialogare, conoscersi. Purtroppo non è tutto oro quel che luccica ed internet non fa eccezione. Leggiamo quasi ogni giorno di "orchi" che tendono tranelli ai più indifesi, li usano, li plagiano, li convincono a fare scelte sbagliate e quando li incontrano dal vivo usano loro violenza. Da 6 a 11 anni è l’età in cui un bambino acquisisce la capacità di navigare in rete e inizia a spalancarsi un intero mondo digitale. Improvvisamente resta incollato davanti al suo videogioco preferito oppure passa il tempo a guardare video divertenti su YouTube. Questo è il periodo in cui i genitori devono sorvegliare lo schermo e indirizzare i figli verso siti adatti o portarli verso il mondo dei video giochi educativi. Fortunatamente, il numero dei videogiochi dotati di qualità positive è in aumento. E' da poco in vendita "Pokémon Mystery Dungeon" che esercita alla lettura, o come Wii Fit, un videogioco che è riuscito a catturare l'attenzione di medici e insegnanti. Wild African Safari può trasformare un bambino in un giornalista fotografico, mentre Boom Blox e Lego Indiana Jones stimolano la sua capacità di risolvere i problemi. Alcuni genitori sono entusiasti di dare ai propri figli strumenti tecnologici di ogni sorta, ma facciamo molta attenzione al loro utilizzo e se non ne siamo in grado di adattarci a loro, piuttosto aspettiamo che il bambino sia più grande e continuiamo a fornirli di giochi, come un tempo eravamo abituati noi, macchinine radiocomandate, figurine, biglie, pattini, palloni. Sicuramente saremmo più in grado di proteggerli dagli orchi, almeno da quelli telematici.