Contro i pedofili

SPOSE-BAMBINE:UNA PIAGA SOCIALE MONDIALE


di DAVIDE JULY  ( Diohorus ) Trovi questo e gli altri miei articoli su Mario Scotti Channel Web http://www.webalice.it/mscotti/index.htmlUna bimba yemenita, data in sposa all'età di tredici anni, è morta ad Hajjah, città a nord di Sana'a, dopo soli tre giorni di matrimonio. Secondo quanto denuncia un'organizzazione yemenita per i diritti umani, citata dal giornale arabo 'al-Quds al-Arabi', dal referto medico si evince che la giovanissima sposa sia deceduta «per lesioni gravissime all'apparato genitale, che hanno portato ad emorragie fatali». Per i medici, Ilham Mahdi Shui al-Asi, è questo il nome della piccola, non era ancora pronta per il matrimonio e la violenza sessuale subita dal marito l'ha portata alla morte. In una nota diffusa dall'organizzazione umanitaria 'Forum al-Shaqaiq' si legge che «la piccola è morta venerdì scorso dopo essere stata ricoverata all'ospedale al-Thawra, mentre solo il lunedì precedente, il 29 marzo, aveva partecipato alla sua festa di nozze». La giovane Ilham ha subito quello che nei villaggi dello Yemen viene chiamato 'matrimonio di scambio'. La tredicenne è stata data in sposa a un uomo che a sua volta ha dato in sposa la sorella a un uomo della famiglia di Ilham. Per questo l'ente umanitario definisce la piccola «martire dei matrimoni combinati con minorenni, ancora in uso nel paese». Questo episodio potrebbe riaprire di nuovo il dibattito sulla necessità di emanare una legge in Yemen che ponga un limite di età per il matrimonio. La proposta di legge presentata nelle scorse settimane si è arenata nel dibattito in parlamento dopo la serie di manifestazioni organizzate dai gruppi islamici che la considerano contraria alla sharia. 08 aprile 2010 DAL CORRIERE DELLA SERA . IT ******************** Son voluto partire con questo articolo, che fa capire tutta la drammaticità di questa orrenda piaga, che unisce al mancato rispetto dei bambini, la più drammatica piaga della pedofilia.Questi esseri, nascondono il loro essere pedofili/pederasti, con la maledetta scusante della loro legge che permette di avere in sposa una bambina dai 12 anni in su, legalmente, ma anche di 8/9 anni, ed abusarne anche fino alla morte di essa. L’uso di bambini di ambedue i sessi, anche se non come spose ma come “carne da macello” lo vediamo ovunque e da sempre; tra il VI e il IV secolo a.C. a Sparta e Atene, spesso all'interno di un'esperienza spirituale e pedagogica attraverso la quale l'amante adulto trasmetteva le virtù del cittadino. Il coinvolgimento di molti maestri del tempo, tra cui Socrate e Platone, così come la poesia di Alceo e Anacreonte rendono possibile un'ingente quantità di documenti sulla pederastia - intesa come relazione sessuale di un adulto e un minore in età compresa tra i dodici e i diciotto anni, considerata lecita e riconosciuta come forma pedagogico-educativa; Presso i Romani, la pederastia ha continuato a essere praticata, ma, in un certo senso, ha subito una sorta di disinvestimento filosofico; il ragazzino libero è sostituito dallo schiavo e dal figlio dello schiavo e, talvolta, dal nemico sconfitto; Il mondo pagano in generale, non riuscì a comprendere l'identità umana e la dignità del fanciullo, e non poteva comprenderla, perché partiva dal presupposto che il fanciullo non fosse persona e non godesse di conseguenza, dei relativi diritti; In pieno Medioevo il matrimonio tra una bambina di 10 anni e un uomo molto più anziano non rappresentava un'eccezione, anche se la legge fissava a 12 anni l'età minima per contrarre un matrimonio; Nella Firenze del XIV secolo pullulavano ragazzini e ragazzine che vendevano il loro corpo. In Yemen, una bambina di 8 anni di nome Nojoud si presentò da sola in tribunale, dicendo che era stata costretta dal padre a sposare un uomo trentenne che l’aveva picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali. Si stima che ci sono circa 60 milioni di «spose bambine » nel mondo, secondo le Nazioni Unite ( stima molto approssimativa, dato che la maggior parte avviene nell’Oriente-Medio Oriente, Asia, India e tutte quelle zone dove vi è un basso tasso intellettuale e li se un bambino nato viene denunciato, altri dieci no). Il giorno delle nozze arriva in genere tra i 12 e i 14 anni, a volte anche prima. Il marito è spesso un uomo più anziano, mai incontrato prima. Ad aprile Nojoud ha chiesto e ottenuto il divorzio. Ma per la maggior parte delle piccole spose come lei non c’è via d’uscita. Nel Bangladesh, le bambine nascono con il destino già scritto. Dopo un'infanzia troppo breve, trascorsa nella miseria più assoluta del villaggio, senza alcuna forma di istruzione, si ritrovano spose ancora bambine di uomini molto più anziani di loro. E proprio per questo motivo hanno una buona percentuale di possibilità di avere un figlio handicappato. Come accadde alle loro madri, alle loro nonne, come da generazioni avviene ed è ritenuto normale, divenute piccole schiave, sottomesse eppure maltrattate dal marito e della sua famiglia, intimamente consce della loro nullità umana. Ad esempio i libri sacri indù sono vietati alle donne, le grandi divinità femminili dell'induismo (Dhurga-Khali ecc.) sono simboli della "Grande Madre" nel cui utero è seminata e cresce la vita. Il corpo e la personalità della donna, anche nelle società asiatiche, sono sempre dalla parte della natura e solo con la forza bruta la "cultura" costruita da una società maschilista riesce a dominare e sottomettere la vita di cui la donna è portatrice e simbolo. Questa cultura arriva a ridurre le donne a livello di schiave, anzi di semplici "cose."Oggetti da prostituzione e da denaro, considerate incapaci di capire e di imparare, come animali da soma da tenere nell'ignoranza e nella totale sottomissione. Sono frequenti le tragedie costruite su matrimoni concordati tra famiglie, quando la sposa è ancora bambina. La donna, fino a quel momento totalmente dipendente dal volere del padre, diventa proprietà esclusiva del marito e della sua famiglia. L’organizzazione americana International Center for Research on Women (Icrw) ha compilato una «Top 20» dei Paesi in cui i matrimoni di minorenni sono più diffusi: il Niger è al primo posto (il 76,6% delle spose hanno meno di 18 anni), seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia. La «classifica » è basata su questionari standardizzati che non sono però disponibili per tutti i Paesi. Resta fuori dalle statistiche, ad esempio, gran parte del Medio Oriente. I Paesi della Top 20 sono i più poveri del mondo. In Niger e Mali, rispettivamente il 75% e il 91% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno. In Niger il matrimonio con minori di 15 anni è vietato per legge, nonostante ciò, spesso le bambine sono fatte sposare appena dodicenni. La metà di loro sono già madri a 16 anni. Il 78 per cento delle bambine tra i 10 e i 14 anni non frequenta la scuola e per loro l’unico futuro possibile che i genitori credono di poter assicurare è il matrimonio. I matrimoni sono organizzati addirittura prima della nascita dei bambini. A causa delle gravidanze precoci la salute delle spose bambine è messo gravemente a rischio. Spesso le spose bambine, spesso sotto i 14 anni, non hanno ancora il corpo sviluppato per poter sostenere un parto e sono particolarmente esposte al rischio di aborti spontanei o della fistola, una perdita di urine e feci nella vagina, che si verifica in seguito a un cesareo mal effettuato, ricordandoci che stiamo parlando di un paese del terzo mondo. Se le giovani donne perdono i loro bambini o li partoriscono morti possono essere ripudiate dai mariti ed espulse dalla comunità. Le attende una vita di solitudine e dolore. Le adolescenti inoltre sono più esposte delle donne adulte alle malattie sessualmente trasmissibili, come l’Hiv/Aids. Sono sempre più numerose le famiglie che vendono le proprie figlie a uomini provenienti dai Paesi confinanti, dicono, per sottrarle dalla povertà. Ma spesso le giovani spose diventano prede di sfruttamento sessuale, violenze e maltrattamenti. Le bimbe con qualche anno di studio alle spalle si sposano in media quattro anni più tardi e hanno meno figli rispetto a coloro che non sono andate a scuola. Sta diventando sempre più un affare transnazionale. Spesso i genitori ritengono di non avere altra scelta. Dicono «Sono viste come un peso», Nutrirle, vestirle e istruirle costa troppo. Nei Paesi in cui vige la pratica della dote (Sud Asia e specialmente India), la famiglia dello sposo è disposta ad accettarne una più ridotta se la ragazza è più giovane. Così i genitori danno in spose le figlie da bambine per pagare di meno. E c’è un incentivo anche in alcuni Paesi africani nei quali sono i genitori della bambina a ricevere un pagamento: più è giovane, più alto è il prezzo. In Afghanistan (mancano dati standardizzati ma si ritiene che sia il 52%) mostra che questi matrimoni vengono praticati anche per sanare debiti o ottenere, in cambio, una moglie per un figlio maschio. In Africa centrale e occidentale, un terzo delle bambine spose dichiarano che i mariti hanno almeno 11 anni più di loro. In tutti i Paesi della Top 20, di cui sopra, ci sono poi casi in cui la differenza d’età è di decenni: anche 70 anni. Man mano che il marito invecchia le mogli bambine sono sempre più giovani. Uomini più anziani tendono a scegliere ragazze molto più giovani per far sesso anche perché è più probabile che non abbiano l’Hiv e malattie sessualmente trasmesse e per via di superstizioni secondo cui le vergini possono curare l’Aids. Le spose bambine non possono lasciare il marito sia perché non hanno i soldi per restituire la dote e sia perché il divorzio è spesso considerato inaccettabile. Il rischio di morte del feto nelle bambine più piccole è del 73% maggiore che per le ventenni. Dal 1948 l’Onu e altre agenzie internazionali tentano di fermare i matrimoni di minorenni. Tra gli strumenti più importanti: la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti del bambino. L’Unicef definisce ogni matrimonio di minorenni un’unione forzata, perché i bambini non hanno l’età per acconsentirvi in modo «pieno e libero». Quasi tutti i Paesi della Top 20 hanno fissato un’età minima per il matrimonio, molti a 18 anni. Ma la legge non viene rispettata. A volte mancano le risorse, altre volte la volontà politica. In Yemen, dove la legge non stabilisce con chiarezza un’età minima, ricordano che anche il Profeta Maometto sposò Aisha quando lei era una bimba. In Etiopia, nonostante la Chiesa ortodossa si dica contraria, alcuni preti continuano a celebrarli. Affermando che sposano le ragazze così giovani per assicurarsi che siano vergini. Perché se fossero più grandi, qualcuno potrebbe averle stuprate e quindi impure. Quella delle spose bambine è una tradizione antica, radicata, parte della loro cultura, sia tra i cristiani come tra i musulmani. La soluzione? l’unica via è alleviare la povertà, istruire le bambine, gli adulti e collaborare con i leader locali per cambiare le norme sociali. Finalmente nel Burkina Faso, le autorità hanno avviato una campagna con azioni di sensibilizzazione su adolescenti e le loro famiglie per debellare quella che si propone come una vera e propria piaga nazionale. I matrimoni precoci rientrano nella tradizione del Paese, nonostante una legge che condanna le unioni forzate e fissa un'età minima di 18 anni per le femmine. Nell'ambito dell'iniziativa presentata è stato varato un programma di assistenza psicologica e medica, con particolare riguardo alla salute riproduttiva. L'intento del ministero dell'Azione sociale e della Solidarietà nazionale è di tutelare le bambine già sposate e quelle minacciate di matrimonio precoce. Le adolescenti più esposte a rischio, poi, saranno avviate a corsi di formazione professionale beneficiando di un'assistenza economica per proseguire gli studi. Ora speriamo che anche gli altri paesi della “top 20”, prenda come esempio il Burkina Faso e comincino a debellare questa piaga sociale mondiale, che vi ricordo, non è altro che pedofilia!