DIRESIL

Percorso unitario? Sit-in? Un corno!!!


L’assemblea sindacale dell’11 gennaio risoltasi in un boomerang per i sindacati regionali ha dimostrato definitivamente che il personale regionale non vuole lo sciopero perché non vuole il rinnovo contrattuale così com'è stato proposto dalle sigle sindacali.La TRAPPOLA tesa dai sindacati regionali e dai loro capetti non è scattata.Lorsignori infatti, ormai del tutto succubi della dirigenza e della politica hanno tentato di trascinare in una fantomatica lotta unitaria il personale non dirigenziale con lo scopo di spingere il governo regionale ad approvare i rinnovi contrattuale che, si rammenta, prevedono almeno 600 euro di aumento della dirigenza e dai 30 ai 60 euro per i non dirigenti.La dirigenza gode e forse godrà a vita dell’IPERBOLICO aumento contrattuale lucrato negli anni 2001-2005 del 147% rispetto allo stipendio percepito nella qualifica di impiegato VIII livello ante legge regionale n. 10/2000, oltre alle indennità di posizione e risultato mai negate a nessuno. Aumento che oltrepassa il 200% e oltre per i DG. Per non parlare del fatto che, mentre il salario accessorio in caso di sciopero del comparto non dirigenziale viene decurtato, mentre ciò non avviene per la dirigenza non essendo legate le indennità dei dirigenti alla presenza ma soltanto alla posizione e agli obiettivi. Una furbata che non è stata ovviamente evidenziata da nessun sindacalista. Adesso i medesimi diffondono volantini auspicando un fantomatico percorso unitario con la dirigenza…Sì proprio con la dirigenza che ha da una parte sempre ostacolato i percorsi di carriera scaricando sul comparto non dirigenziale le inefficienze, dall'altra, sfruttandolo  per il raggiungimento degli obiettivi e il conseguenze incasso delle relative indennità. Su una dirigenza che ha usurpato le unità operative e che ha sempre impedito l’espletamento del concorso per la seconda fascia dirigenziale. medesime responsabilità hanno pure i DG che hanno preferito di lasciare vacanti uffici pur di non attribuire incarichi di reggenza ai funzionari direttivi.Allora, adesso vogliono il "percorso unitario"? Sì...Un corno! La conseguenza dell’atteggiamento sussiegoso e, in ultimo, l'esito dell’assemblea dell’11 gennaio non può che essere una: DIMISSIONI dei capetti sindacali che da decenni “decidono” senza alcuna investitura democratica delle sorti dei lavoratori regionali siciliani (sindacalizzati per meno del 20% del totale). Capetti sindacali che da una parte provano a blandire il personale non dirigenziale (senza alcun successo ma anzi ricevendone fischi e pernacchie) e dall’altra firmano (loro tutti funzionari e istruttori) i manifesti che proclamano lo sciopero della... dirigenza e altri comunicati pregni di “stantia” retorica sindacale, insistendo per un rinnovo contrattuale che NESSUNO VUOLE (tranne i dirigenti… of course). Adesso proclamano pure ridicoli sit-in…Già, è proprio il momento adatto, davvero...patetici!Allora, se hanno ancora un briciolo di dignità… che si DIMETTANO! mentre chi ha ancora una tessera farebbe bene a RESTITUIRLA eD utilizzare la trattenuta sindacale per portare un po' più di pane a casa...Le proposte di riforma del rapporto di lavoro non possono che avere i seguenti cinque semplici obiettivi: 1)    rigoroso riequilibrio retributivo tra dirigenza (compresi i DG) e non dirigenza. In particolare occorre ristabilire a livello tabellare le differenze retributive ante legge regionale 10/2000, attraverso adeguati parametri (compresi i DG);2)    omogeneizzare i meccanismi del salario accessorio tra dirigenza e funzionari ed istruttori direttivi, ovvero compensare gli obiettivi di “gruppo” ripartendo con appositi ulteriori parametri gli incentivi in base all’apporto di ciascuno;3)    prevedere specificatamente la reggenza delle unità operative ai funzionari direttivi con attribuzione della relativa indennità (anche se la vigente normativa contrattuale lo consentirebbe, ma viene bloccata dalla dirigenza) e gli uffici semplici agli istruttori direttivi;4)    sbloccare il concorso per la seconda fascia dirigenziale con la riserva dei posti prevista dalla legge nazionale per i funzionari direttivi laureati;5) revocare le delibere n. 158/2011 e n. 233/2011 in modo da sbloccare le progressioni verticali, valorizzando le professionalità e i titoli degli impiegati regionali di tutte le categorie, anche attraverso percorsi mirati di formazione.