DIRESIL

Risposta al post n. 295 blog http://blog.libero.it/Fedro/view.php?reset=1&id=Fedro


I Suoi timori sono esattamente quelli esplicitati in questo blog da moltissimo tempo! Lo status quo sta bene (ma in modo piuttosto miope) soltanto a chi oggi ha ben retribuiti incarichi dirigenziali e non sarà interessato dalla “rivoluzione” prevista dalla l.r. 19/2008.La valutazione per titoli spalancherebbe le porte soltanto a chi ha avuto incarichi di struttura intermedia ed escluderebbe gli altri. Il problema terza fascia non si risolve come fa intendere il dott. Luparello lasciando le cose come stanno! Non era il DDL Armao a prevedere i concorsi ma già ben dieci anni fa l'art. 6, comma 5  della l.r. n. 10/2000. Non è questione di essere o non essere d’accordo, va semplicemente applicata la legge n. 10/2000 e basta. Per quanto riguarda l’accesso dall’esterno di nuovi dirigenti. Ma, scusi, dott. Luparello, oggi la legge 19 prevede che ben il 30%(!) di dirigenti possa essere un esterno con incarico a tempo determinato. Allora ragioniamo, all’auspicato concorso per la seconda fascia andrebbero applicate le seguenti riserve di legge:-              ai dirigenti di terza fascia il 30% dei posti ai sensi dell'art. 6, comma 5, u.p. della L.R. n.10/2000;-              ai funzionari direttivi laureati con 15 anni di servizio il 30% dei posti ai sensi dell’art.  22,  comma  2,  del  D.P.R.  24/9/2004,  n.  272 (applicabile in Sicilia in virtù dell’art. 6, comma 3 della stessa L.R. n. 10/2000); per cui il 40% verrebbe lasciato agli esterni che poi esterni non sono potendo essere soltanto funzionari della P.A. laureati con almeno 5 anni di anzianità nelle posizioni apicali. Per cui basterebbe sopprimere gli incarichi esterni o ridurli a quanto previsto dalla normativa Brunetta (oggi il 5% dei ruoli) e creare l’area professionale della dirigenza prevista dalla stessa legge regionale 10/2000 all’art. 6, comma 7! Allo stato attuale alla Regione, i laureati in discipline giuridiche ed economiche fra i dirigenti sono vere rarità (mentre lo sono maggiormente tra i funzionari direttivi), per cui basterebbe capovolgere il disposto di cui all’art. 28, comma 5 della legge n. 109/1994 nel testo coordinato con le norme regionali, che affida a tecnici liberi professionisti l’espletamento di collaudi tecnico-amministrativi, prevedendone invece l’affidamento ai dirigenti regionali dei ruoli tecnici (com’è avviene d’altronde nell’amministrazione statale e degli enti locali). In sostanza, la terza fascia (anche terminologicamente) potrebbe essere sostituita da un “Area professionale”, come già rammentato, contemplata dall’art. 6 comma 7 della l.r. n. 10/2000. È ovvio che gli incarichi professionali potrebbero estendersi a quelli di progettazione e direzione lavori, consulenza tecnico-economica (per esempio in materia di valutazione di investimenti da parte di PMI), consulenza tecnico-ambientale (per. es. certificazioni in materia energetica). Tutto ciò, con notevoli vantaggi per l’Amministrazione, anche finanziari, attesa che le parcelle risulterebbero ridotte rispetto ai professionisti o enti esterni di cui tuttora la Regione si avvale. Si tratta, alla fin fine, di valorizzare le “funzioni ispettive, di consulenza, studio e ricerca o altri incarichi previsti dall’ordinamento regionale” di cui all’art. 9, comma 6 l.r. n. 10/2000, da integrare con apposito enunciato, da inserire appunto nel DDL, di cui trattasi con la locuzione “e professionali”. È certo che moltissimi dirigenti (ex tecnici) sarebbero felici di doversi nuovamente occupare delle materie che hanno studiato e per cui sono stati assunti alla Regione, inoltre ciò comporterebbe un ingente risparmio per le casse regionali per le centinaia di incarichi esterni evitati. SalutiDi.Re.Sil.diresil@libero.it