DISTURBO OTTICO

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Giugno  In terrazzo, guardo di sotto.Te lo ricordi il volo dell'Angelo? E mi portasti piume bianche per le mie ali. Guardo e vedo colori, natura, oggetti, figure in movimento. Ascolto.Ho passato la vita ad ascoltare. Annusare, sentire.L'odore della pioggia in cortile, improvvisa, d'estate. Mi sentivo Dio, stesa, braccia e gambe spalancate. Acqua sul viso, sul corpo.L'Angelo è pazzo. Non vola, e si bagna le ali. Piangevi.Fa caldo oggi, un caldo che toglie lucidità. Un filo d'aria si infila sotto la mia camicia di lino bianco, chiusa da un solo bottone.Edoardo attraversa il giardino, risponde al mio saluto dall'alto, senza vedermi. Mi cerca con gli occhi, questo cucciolo di uomo. Edoardo che varca la soglia e sparisce. Lascia il posto ai fantasmi.Il paesaggio scolora adesso, i suoni, quelli li sento ancora, diventano rumori, amplificati.Le grida degli uccelli che volano bassi mi graffiano dentro.I nervi tesi, l'aria che torna a farsi calda, feroce.Quello che prima era leggero, scorrere esterno di immagini, si condensa in un grumo di dolore fermo in gola che mi arriva non so bene da dove.Ma quando arriva io perdo il controllo. Sono solo questa ossessione.E non so parlare d'altro, non sento altro dentro.Ho rubato due matite colorate oggi. Una blu ed una rossa.Nuove e lucide, per un pò ci ho giocato, mentre osservavo il delirio.Mentre mi chiedevo il senso di tutto questo.Al termine del nostro tempo insieme, io a raccogliere oggetti d'ogni tipo sparsi per la palestra, tu, disperata, in lacrime, piena di rabbia e voracità, ho infilato le matite dentro lo zaino, tra i miei libri. Le riprendo in mano adesso, mi piace l'odore del legno naturale.Disegno un profilo stilizzato intorno alla foto dei miei occhi.Mi ri-disegno. Senza più maschere, ormai la pelle è ricresciuta.Mangiando la frutta ho macchiato il foglio. Pulisco, lo buco.Come da piccola, a cancellare sino a consumare la carta.Guardo attraverso questo buco assurdo, mi cerco da qualche parte.Dall'altra parte, sempre. Io che dentro ai buchi ci cado da una vita.Ma qualcuno dovrà pur caderci dentro, è la natura dei buchi quella di essere riempiti.Quale altro senso avrebbero altrimenti?